venerdì 30 marzo 2012

La fine di Blockbuster

Proprio ieri a Le Iene hanno realizzato un servizio su Blockbuster, la società americana fondata nel 1985 che si occupava (parlo all'imperfetto,ahimè!!!) del noleggio e dell'acquisto di film e videogames.
Nel servizio si parlava di ben 60mila richieste di pagamento senza alcuna motivazione, giunti agli indirizzi di molti clienti italiani.
Per chi non lo sapesse, la Blockbuster in Italia sta chiudendo gli ultimi negozi ancora aperti, mettendo in cassa integrazione e mobilità tantissimi dipendenti.
E così la crisi colpisce anche questa catena di negozi che 18 anni fa, quando sbarcò in Italia, venne invasa da tantissimi cinefili e famiglie che noleggiavano o acquistavano un film da vedere nelle poche ore disponibili del weekend, da trascorrere magari con il/la proprio/a fidanzato/a o con i propri figli.
A Taranto ce n'era solo uno di rivenditore e sinceramente non è mai stato così affollato di gente.
Ci sono entrata una o due volte al massimo, sempre durante le feste di Natale per noleggiare qualche film da vedere in famiglia.
Fui affascinata dall'enorme quantitativo di film presenti, divisi per genere; passeggiando tra quei corridoi, mi rendevo conto di quanti film avessi visto e di quanti ancora ne avrei potuto vedere.
D'altronde, in quel periodo per vedere un film o ci si recava al cinema o lo si noleggiava.
Oggi, invece, sappiamo tutti che le cose sono cambiate: perchè? 
Beh, perchè oggi esiste la pay-tv dove paghi per vedere, comodamente seduto sul divano di casa, senza nemmeno vestirti per raggiungere il punto vendita Blockbuster più vicino.
E se pensiamo alla pirateria e al download illegale ci rendiamo conto di quanto sia divenuto semplice e assolutamente accessibile a tutti la visione di un film senza versare un soldo.
Purtroppo, però, se ragionassimo tutti così il cinema così come la musica sarebbero senza futuro: invece, se continuano ad esistere e a registrare record d'incassi o di vendite di cd, è perchè c'è ancora qualcuno che va  ben oltre il semplice risparmio e che preferisce la qualità e l'emozione che solo un concerto o un film visto al cinema può darti.

mercoledì 28 marzo 2012

Amazon: pubblica il tuo libro

Scrivere
Io lo trovo assolutamente rilassante e piacevole.
Sin da piccola, ho sempre scritto i miei pensieri, i miei amori, le mie emozioni e ogni volta che tornavo a rileggere quei momenti del passato, spesso anche tanto lontano, avvertivo dentro di me un senso di malinconia, ma anche di soddisfazione perchè ero riuscita a fissare su un foglio un ricordo, sia bello che brutto.
E così anche quest'avventura da blogger è iniziata per caso e ogni giorno mi regala sempre più soddisfazioni.
Se parlo di questo adesso è perchè l'altro giorno mi è capitato di leggere un articolo davvero interessante.
Parlava della possibilità che Amazon offre a tutti coloro che amano scrivere e che sognano di pubblicare un proprio libro.
Bene: basterà collegarsi al sito e seguire tutti i passaggi: inserite il testo (che diverrà un libro digitale leggibile su iPad, cellulare, computer), scegliete il titolo, la copertina, il prezzo e la categoria.
Dopo tutto ciò, basterà il classico passaparola: il vostro libro sarà in vendita su Amazon e a voi spetterà il 70% delle vendite.
Naturalmente, visto che sarete dei perfetti sconosciuti, il prezzo non dovrà risultare eccessivo: dai 3€ ai 5€.
L'ultimo passo è quello più entusiasmante: state lì ad aspettare che Amazon aggiorni le classifiche per vedere il vostro piazzamento e sperare così di ottenere finalmente un successo, magari con un libro che nessuno mai avrebbe pubblicato e che è rimasto per giorni, mesi o anni chiuso nel cassetto.

martedì 27 marzo 2012

Un doodle architettonico per Mies van der Rohe

Anche oggi Google ricorda un nome importante, questa volta appartenente al mondo dell'architettura.
Si tratta di Ludwig Mies van der Rohe, il celebre architetto e designer tedesco.
Il doodle di oggi festeggia il 126° compleanno dell'architetto che è considerato il maestro del Movimento Moderno.
Come si può vedere, il doodle di oggi si è trasformato in un edificio: precisamente ciò che è rappresentato è la sede dell'Illinois Institute of Technology, scuola di architettura in cui lui stesso fu preside a patto che ne ridisegnasse l'intero campus.
Ad un primo colpo d'occhio io non l'avevo notato, ma poi, soffermandomi bene, ho notato che tra le vetrate della struttura c'è proprio la scritta Google, con i colori tipici del marchio.
La genialità di Mies van der Rohe sta nell'aver realizzato un'architettura semplice, con il meno possibile a livello strutturale, skin and bone (pelle e ossa) così come la considerava lui stesso.

lunedì 26 marzo 2012

Clio Makeup: trucco di primavera

Con l'inizio della primavera si sa che, oltre a scoprirci di più e ad usare colori più vivaci, cambiamo anche il trucco.
Sì perchè la primavera è la stagione dei fiori, della rinascita della natura e dei sensi e quindi bisogna manifestare tutta questa felicità e spensieratezza sia nelle magliette e nei vestitini dai colori pastello sia nel make-up per occhi e labbra.
E chi meglio di Clio può offrirci dei consigli utili per essere sempre alla moda?
La giovane bellunese, ormai trasferitasi a New York, ci posta un video tutorial per realizzare un bel trucco primaverile (qui sotto).
Come lo definisce la stessa Clio, questo trucco fonde colori caldi e freddi: la parte alta, quella degli occhi, è sul rame, bronzo, marrone scuro, mentre la parte bassa, quella delle labbra e delle guance, è sul rosa bubble gum, molto chiaro.
Gli orecchini fanno anche il loro effetto.
Un trucco leggero, facile e soprattutto colorato.
Da provare, visto che comunque i colori utilizzati sono tra i miei preferiti!

domenica 25 marzo 2012

Gotye "Somebody that I used to know": testo e video

Negli ultimi tempi su RTL sta girando un brano che mi ha conquistata completamente.
Il titolo è Somebody that I used to know e l'artista è Gotye.
Ad un primo ascolto, pensavo che fosse una nuova canzone di Sting: la voce di Gotye me lo ricorda tanto.
Poi ho scoperto che si trattava di un nuovo artista, belga, ma vissuto per gran parte della sua vita in Australia.
Adesso sta conquistando l'Italia e non solo, dopo aver ricevuto una nomination come miglior artista per l'Asia e il Pacifico agli MTV Europe Music Awards.
In questo brano duetta con la cantante neozelandese Kimbra: il tema è quello di un amore finito, dei ricordi di quando era amore e tutto sembrava così bello e della realtà triste di adesso in cui per lei lui è solo uno che conosceva (somebody that I used to know).
Questo brano è in tutto e per tutto originale e piacevole: nella musica, nella melodia e anche nel video in cui i due cantanti sono completamente nudi, ricoperti solo da pittura che li confonde con lo sfondo dietro di loro.
In basso trovate il video e il testo.
Buon ascolto!

SOMEBODY THAT I USED TO KNOW
Now and then I think of when we were together 
Like when you said you felt so happy you could die 
Told myself that you were right for me 
But felt so lonely in your company 
But that was love and it's an ache I still remember

You can get addicted to a certain kind of sadness 
Like resignation to the end 
Always the end 
So when we found that we could not make sense 
Well you said that we would still be friends 
But I'll admit that I was glad that it was over

But you didn't have to cut me off 
Make out like it never happened 
And that we were nothing 
And I don't even need your love 
But you treat me like a stranger 
And that feels so rough 
You didn't have to stoop so low 
Have your friends collect your records 
And then change your number 
I guess that I don't need that though 
Now you're just somebody that I used to know

Now and then I think of all the times you screwed me over 
But had me believing it was always something that I'd done 
And I don't wanna live that way 
Reading into every word you say 
You said that you could let it go 
And I wouldn't catch you hung up on somebody that you used to know...

But you didn't have to cut me off 
Make out like it never happened 
And that we were nothing 
And I don't even need your love 
But you treat me like a stranger 
And that feels so rough 
You didn't have to stoop so low 
Have your friends collect your records 
And then change your number 
I guess that I don't need that though 
Now you're just somebody that I used to know

I used to know 
That I used to know

Somebody...

sabato 24 marzo 2012

Vesto come penso: arriva la moda etica

In questi giorni, mi sono recata presso il centro commerciale Coop, presente nella mia città, e ho avuto modo di notare una nuova collezione all'interno dell'ipermercato, reparto abbigliamento.
Si tratta di una collezione speciale, nata dall'incontro tra la Coop e la stilista Katharine Hamnett, e che punta a diffondere una linea di prodotti etici, realizzati con cotone proveniente da agricoltura biologica e certificato equo e solidale, direttamente dall'India.
L'obiettivo è quello di diffondere un'idea nuova di moda: Vesto come penso, questo è lo slogan che accompagna tutta la linea di abbigliamento.
In questo modo, si fa star meglio sia chi acquista, sia (e soprattutto) i coltivatori locali che vedono migliorare notevolmente le loro condizioni di vita e i loro guadagni.
L'idea nasce da Katharine che, dopo essere venuta a contatto con le popolazioni povere del mondo, resta scioccata dalla miseria in cui vivono e decide di far qualcosa per loro, proprio attraverso la vendita di queste t-shirt speciali.
Quelle in vendita sono semplici T-shirt con slogan che presentano un forte potere comunicativo: Vesto come penso sta proprio ad indicare la volontà di comunicare il proprio pensiero, senza aprir bocca, ma solo indossando una maglietta.
Gli slogan più diffusi sono Together it is possible oppure Knowledge is power o anche Stop and Think.
Messaggi chiari e diretti per offrire un grande aiuto a chi non è poi così tanto fortunato.

venerdì 23 marzo 2012

Addio a Fakhra Younas

Più e più volte in questo mio blog ho affrontato temi riguardanti le donne, la violenza che spesso viene fatta su di loro: dall'infibulazione allo stiramento del seno fino ad arrivare alla lapidazione e ai volti sfigurati dall'acido.
Tutte pratiche terribili e che niente e nessuno può cancellare da dentro l'anima di ognuna di loro.
Oggi la notizia che i giornali e i telegiornali hanno portato all'attenzione di tutti è stata quella del suicidio di Fakhra Younas.
Fakhra prima - Fakhra dopo
Questa donna pakistana è stata vittima della cattiveria dell'uomo che fino a quel momento è stato suo marito: proprio lui le ha gettato, mentre lei dormiva, l'acido, cancellando così, in un istante, il suo sorriso e tutta la sua bellezza.
La donna era riuscita a fuggire con il figlio in Italia, a Roma, dove, grazie a ben 39 interventi chirurgici, era riuscita ad avere un viso normale ed aveva scritto un libro "Il volto cancellato", un vero successo.
Era diventata il simbolo della lotta di tutte quelle donne che, come lei, erano state sfigurate, ma avevano trovato la forza di combattere ed andare avanti.
Purtroppo, però, tutte le operazioni chirurgiche e gli aiuti degli psicologi non sono bastati a ridarle la felicità ormai perduta; nemmeno l'amore verso il figlio ormai diciassettenne le ha dato la forza di andare avanti.
Quelle ferite, oltre che sul volto, erano rimaste anche dentro il cuore, dentro l'anima e per quel tipo di ferite non ci sono interventi chirurgici che possano curarle o cancellarle.
Una donna innocente a cui un uomo cattivo ha tolto la bellezza, la felicità e il sorriso, proprio perchè quella donna non lo amava e perciò nessun altro uomo avrebbe dovuto amarla e ammirarla.

Google cubista per Juan Gris

Nuovo giorno, nuovo doodle.
Il doodle di oggi è dedicato a un celebre pittore spagnolo, Juan Gris, e celebra il 125esimo anniversario della sua nascita.
Lo fa con un doodle d'arte, ispirato al cubismo di cui Gris fu un valido esponente.
Come si può ben vedere dall'immagine, è alquanto difficile individuare le singole lettere del marchio Google, proprio come in un'opera cubista in cui le figure sono scomposte e rappresentate da diverse angolazioni contemporaneamente.
Basti pensare alla Guernica di Picasso: occupa un intero padiglione del Museo Reina Sofia di Madrid e lascia allibiti di fronte alla sua maestosità.
Ma a differenza di Picasso che dipinse principalmente in bianco e nero, Gris partì seguendo le orme di Picasso per poi realizzare opere più colorate e luminose.
Gris, inoltre, dipinse anche il ritratto di Pablo Picasso.
E così Google, attraverso quest'omaggio e questo restyling del doodle, ci fa conoscere un altro grande nome dell'arte, scomparso a soli 40 anni nel 1927.

martedì 20 marzo 2012

Le Iene: Pio e Amedeo, le voci del popolo

Chi di voi non ha visto giovedì scorso a Le Iene le due new entry del programma tanto amato dal pubblico, ovvero Pio e Amedeo?
Per chi non li avesse visti, si tratta di due giovani foggiani che si sono presentati al pubblico del famoso programma di Italia 1 con un servizio originale.
Il titolo è "Chiunque può": i due recitavano due ruoli distinti ed opposti: uno intervistava i Vip, l'altro faceva parte del popolo e a gran voce, tra la folla, iniziava a dire la sua sul Vip in questione.
I primi 3 malcapitati sono stati Pupo, Leone di Lernia ed Emma Marrone.
Assistendo a questo servizio dei due comici foggiani ognuno di noi trova finalmente qualcuno che rappresenta la voce del popolo, oltre a farci crepare dal ridere.
Dalle anticipazioni che si leggono su Facebook, le due prossime vittime saranno Ivan Zazzaroni, giornalista sportivo, e il campione olandese dell'Inter, Wesley Sneijder.
Non ci resta che attendere la prossima puntata per vedere nuovamente all'opera questi due bravissimi comici.

Google e l'equinozio di primavera

Anche oggi Google ci regala un nuovo doodle: dopo quello di ieri per la Festa del Papà, questa volta lo ha dedicato al primo giorno di primavera.
In realtà, l'inizio della primavera si ha il 21 Marzo: oggi, quello che si ricorda è l'equinozio di primavera.
Nell'immagine in alto, potete vedere che per celebrare la primavera, la stagione dei fiori e della rinascita della natura, il doodle è costituito proprio da fiori e animali, un mix di flora e fauna, dove i colori accesi di questa stagione fanno da padrone.
E' stato realizzato da Marimekko, un marchio finlandese, caratterizzato proprio da uno stile semplice e da disegni dai colori accesi, proprio come quelli che troviamo nel doodle di oggi.
Il termine equinozio deriva dal latino e vuol dire "notte uguale al dì".
In effetti, in questa giornata i raggi del Sole sono esattamente perpendicolari all'equatore e la Terra viene divisa esattamente a metà, tra zona di luce e zona di ombra.
Buon inizio di primavera a tutti!

lunedì 19 marzo 2012

Google fa gli auguri a tutti i papà

19 Marzo: non si può far altro che dire Tanti Auguri Papà.
E sì, perchè oggi è la Festa del Papà, di tutti i Papà del mondo, di quelli più giovani e di quelli più anziani.
E anche Google fa un regalo a tutti loro, stravolgendo il suo doodle.
Come si vede nell'immagine, il marchio Google sembra scritto proprio con i colori a cera (due ne troviamo in alto a destra, uno rosso e uno viola).
E nell'immagine troviamo proprio rappresentato un papà che gioca a pallone con i suoi due figli, un bimbo e una bimba.
Il tutto sembra come se fosse stato davvero rappresentato da un bambino perchè il disegno è elementare: ricordo che anch'io disegnavo le persone così a scuola: un cerchio per la testa, un rettangolo per il corpo e quattro linee per le braccia e per le gambe.
Davvero originale per una festa del Papà che si festeggia il giorno di San Giuseppe per rendere omaggio al padre putativo di Gesù Cristo, tra falò e zeppole.
Ne approfitto anche io per fare gli auguri al mio papà!

domenica 18 marzo 2012

Zeppole e falò per San Giuseppe

Domani, 19 Marzo, per la festa del papà, la tradizione vuole che si mangino le zeppole: al forno o fritte, con crema passticcera, al caco o alla gianduia, con amarene o senza. (qui la ricetta).
Ma accanto a questa tradizione legata alla cucina, ve n'è un'altra: quella del falò di San Giuseppe.
Questa festa coincide anche con la fine dell'inverno e i falò che si allestiscono in molti quartieri della città riprendono un po' i riti pagani di purificazione agraria, dove ciò che resta del raccolto sui campi viene accatastato e bruciato.
Un modo per salutare l'inverno con il suo gelo e e i suoi tempi grigi e dare il benvenuto alla primavera che porta la rinascita della natura e migliora anche i raccolti.
Anche a Taranto, la mia città, si è soliti allestire questi falò in vari angoli della città: a bruciare, però, non saranno i residui del raccolto, ma ben altro. 
Diciamo legno già lavorato!
Vi assicuro che la magia c'è sempre: dall'attesa dell'accensione del falò al divampare delle fiamme che illuminano e riscaldano tutto ciò che c'è intorno.
In quest'occasione, infatti, il fuoco non fa paura nè tantomeno viene visto come qualcosa di negativo: quel legno che arde ci dà l'idea che abbiamo messo da parte il passato per vivere a pieno il presente.

venerdì 16 marzo 2012

Olimpiadi di Londra 2012

Mancano solo 133 giorni al 27 Luglio, giorno in cui le Olimpiadi 2012 avranno inizio.
Londra è in fermento per ospitare questo evento che tutte le nazioni vorrebbero organizzare.
Circa un mese fa i cinque cerchi olimpici hanno fatto il giro della città su una chiatta che ha solcato le acque del Tamigi, passando davanti a quelli che sono i monumenti e i luoghi più celebri.
Eppure c'è chi vede del negativo nelle Olimpiadi: infatti, dal 1992 l'evento olimpico è diventato una corsa al gigantismo, con caratteri sempre più legati al commerciale e al business.
Oggi ospitare le Olimpiadi nel proprio paese viene visto come un modo per rigenerare la città ospitante e l'intera nazione.
E allora perchè Monti ha detto no alle Olimpiadi a Roma nel 2020?
Beh, proprio perchè spesso i costi rischiano di crescere nel corso dell'organizzazione, rischiando di gettare nel fango l'intera nazione.
E' un po' quello che è accaduto ad Atene e alla Grecia.
Quindi, piuttosto che aiutare un paese lo condanna a morte certa.
Nel frattempo, però, Londra prepara il tutto: la cerimonia di inaugurazione durerà 4 ore e ospiti saranno Elton John e Paul McCartney.
Lo spettacolo si intitolerà Isle of Wonders (l'isola delle meraviglie) e sarà ispirato a La tempesta di Shakespeare, grande nome e vanto della Gran Bretagna.
Altri protagonisti saranno Frankenstein e il tipico humour inglese.
Non ci resta che aspettare l'inizio dei Giochi di Londra 2012, sperando che l'Italia porti a casa tante medaglie.

giovedì 15 marzo 2012

Il coworking: cos'è e perchè

Per quanto il nostro lavoro possa piacerci o ci renda soddisfatti, un po' di monotonia la riscontriamo sempre in ciò che facciamo ogni giorno.
Ci sono lavori dinamici che ti mettono in contatto ogni giorno con problematiche diverse e che per questo sono molto stimolanti; altri, come per esempio l'operatrice di call center, che, invece, sono ripetitivi e spesso noiosi.
E così, per stimolare i lavoratori, per rompere la monotonia della routine quotidiana, ecco che dagli Stati Uniti arriva un fenomeno tutto nuovo: il coworking.
Che cos'è?
Il coworking è un modo di lavorare che consiste nello scambiarsi, in senso lato, la scrivania.
In realtà, i lavoratori si scambiano, per un certo periodo di tempo, le mansioni: così chi si occupava di marketing finisce nell'ufficio risorse umane e viceversa, chi dirige la sede di New York viene trasferito a Londra, ecc...
Questo scambio, finora, era sempre stato riservato ai nuovi arrivati e ai vertici della piramide aziendale: ai primi serviva per una formazione che toccasse tutte le aree aziendali e che li facesse avere un quadro completo dell'intera attività; ai secondi, per mettersi alla prova con realtà differenti e per avere una visione più larga e mondiale del business.
Oggi, invece, con il coworking, questa possibilità viene data a tutti.
Perchè?
Primo: per rompere la monotonia ed evitare il sopraggiungere della noia e dell'assuefazione;
Secondo: per sviluppare nuove capacità tramite il confronto con altre aree aziendali e altre persone;
Terzo: per crearsi delle relazioni importanti anche con altri colleghi che operano in altre aree.
Tutto questo non farà altro che migliorare la collaborazione, oltre a rendere più preparati un po' tutti i membri dell'azienda, facilitando così anche eventuali sostituzioni di colleghi in malattia o in maternità.
Come sempre, la collaborazione e la condivisione del sapere (e non solo di quello) non può che portare ad effetti positivi sull'intero sistema, che sia una famiglia, il posto di lavoro, una città, uno Stato o l'intero pianeta.

mercoledì 14 marzo 2012

9 mesi di gravidanza in un video

"La vita è una cosa meravigliosa" era il titolo di un film oppure "La vita è bella" recitava Benigni nel film che gli ha fatto vincere l'Oscar.
Per me la vita è qualcosa che non si può spiegare semplicemente a parole e soprattutto vedere che dall'amore tra due persone possa nascere altra vita, questo mi emoziona tantissimo.
Ancora non ho avuto la fortuna di provare la gioia di diventare mamma: per ora mi limito a vedere le emozioni che provano gli altri.
E così un video, tra i tanti postati su Youtube, ha catturato la mia attenzione (qui in basso).
Nel video protagonisti sono una coppia di giovani innamorati che hanno atteso 9 mesi per poter realizzare questo cortometraggio di 1 minuto e mezzo.
Un'idea originalissima che ci mostra come si trasforma il corpo di una donna durante una gravidanza, un pancione che cresce sempre più fino a che, da quello stesso pancione, ne esce una creatura meravigliosa.
In questo caso, una bimba, Amelie.
Certo hanno avuto tanta pazienza: realizzare per 9 mesi sempre la stessa foto, nello stesso posto, ma alla fine il risultato è quello che vedete: una bimba carinissima e più di 4 milioni di visualizzazioni su Youtube.

Google e l'origami per Yoshizawa

Il doodle di oggi sembra fatto apposta per me.
Perchè io adoro le farfalle e sono affascinata dall'arte dell'origami.
E in effetti, Google oggi con il suo doodle ricorda Akira Yoshizawa, il padre di quest'arte.
Per festeggiare il 101esimo anniversario della nascita del maestro, si trasforma, senza modificarsi troppo:
Ecco come appare: il logo resta quello come pure i colori delle singole lettere.
La novità sta nel rappresentare le lettere come se fossero fatte di origami così come pure le singole farfalle poste sulla G, sulla O, sulla L e sulla E.
Un doodle che, attraverso un'arte orientale, riesce a trasmettere anche un po' di aria di primavera, ormai alle porte, ma che stenta ad affermarsi, viste le condizioni climatiche.
L'origami si è innalzata ad essere una forma d'arte proprio grazie al contributo di Yoshizawa: è una tecnica utilizzata in Giappone e che si è diffusa in tutto il mondo e consiste nel piegare la carta, secondo pieghe particolari e non sempre così semplici da realizzare per ottenere, alla fine di tutto, oggetti, animali o forme fantastiche, ma che con i loro colori riescono sempre a meravigliare.

martedì 13 marzo 2012

Il Kiribati sommerso dalle acque

Sebbene le notizie degli ultimi giorni affermano che tra 100 mila anni l'uomo abiterà ancora il pianeta Terra, c'è da dire che già oggi si notano dei cambiamenti, e non solo climatici.
Nel piccolo stato di Kiribati, un arcipelago di 32 atolli corallini nell'Oceano Pacifico, gli abitanti stanno cercando di salvarsi da un pericolo imminente: quello della scomparsa dell'intero arcipelago che presto (si fa per dire) sarà sommerso dalle acque.
Vi ricordate il film Waterworld con un Kevin Costner mutante?
Beh la situazione è quella: un intero stato sommerso, ma per fortuna nella realtà gli abitanti di Kiribati si trasferiranno presso le isole Figi, molto simili nella cultura e nella natura.
Un evento che mai si è verificato finora e che comporterà anche dei cambiamenti a livello di società, di linguaggio, di identità.
Molti si chiedono se riusciranno a conservare le loro usanze e i loro costumi anche in una terra che non è la loro.
D'altronde, non ci sono altre soluzioni.
Anzi, dovremmo iniziare a prendere in considerazione questa ipotesi visto che anche altre isole, come quelle nel Golfo del Bengala, in Papua Nuova Guinea e in Polinesia, rischiano la stessa fine.
Il livello del mare e degli oceani si sta alzando e da qualche parte queste popolazioni dovranno pur continuare a vivere.

lunedì 12 marzo 2012

Che fine hanno fatto i fotografi?

Ieri sono stata ad una degustazione per futuri sposi.
Per chi non lo sapesse, in quest'occasione gli sposini assaggiano più portate del ristorante in cui hanno intenzione di festeggiare il loro matrimonio.
E io, da cantante, ne ho incontrate tante coppie, alcune più innamorate, altre meno, e per tutti pensavo: "Ma chi gliela fa fare?!?".
Sì perchè per me il matrimonio e tutti i festeggiamenti sono del tutto inutili.
In tempi di crisi, si potrebbe sicuramente risparmiare quei soldini spesi solo per far contenti gli invitati e i parenti.
Ma non è così.
Più che sui  matrimoni in generale, è sul ruolo dei fotografi che mi voglio soffermare.
Il mestiere di fotografo, ammettiamolo, ha perso un po' della sua importanza negli ultimi tempi e questo perchè oggi tutti possono fare delle foto: basta una macchina fotografica o un telefonino con qualche numero di pixel e la foto è fatta!
Certo, le foto di chi le fa per mestiere sono al di sopra di ogni cosa: per qualità, originalità, spessore.
Eppure, basta andare in uno qualsiasi dei profili Facebook dei vostri amici per trovare mucchi di scatti fotografici: a cena, a pranzo, a mare, in montagna, a letto, svegli, addormentati.
Per fortuna ci risparmiano quelli in cui sono in bagno a lasciare qualche regalino!
Tutte quelle foto hanno un denominatore comune: facce da idioti!
Labbra che mandano baci, sorrisi smaglianti, pose da copertina: perchè???
Perchè tutti vogliono sentirsi delle star, tutti vogliono mostrarsi estremamente felici e fieri della propria vita mondana, tutti vogliono apparire belli e famosi.
Vi è mai capitato di partecipare ad una cena o ad una festa con amici e amiche e di dedicare 2/3 del tempo a scattare fotografie e il restante terzo a trovare argomenti di cui parlare?
Sicuramente sì.
Semplicemente perchè oggi siamo sempre più attenti all'apparire che all'essere, a fotografare la realtà più che viverla, a regalare sorrisi piuttosto che chiedere: "Ma siamo davvero felici della nostra vita???"

L'orrore della guerra

Ho sentito la notizia ieri sera, mentre ero a letto e pensavo che fosse solo un incubo.
Invece no e stamattina ne ho avuto la conferma.
Un sergente americano, in Afghanistan, di 35 anni, sposato e padre di due figli, ha ucciso 16 afgani innocenti: si trattava di donne, bambini e anziani.
L'uomo ha nel suo curriculum 3 missioni in Iraq e da Dicembre era in Afghanistan.
Non si sa cosa l'abbia spinto a commettere quest'azione, ma c'è chi giura di averlo visto ridere mentre sparava a raffica su poveri innocenti, bambini che avevano solo "la colpa" di essere afgani.
Oggi si parla di "crollo nervoso", ma, a mio parere, non c'è e non si deve assolutamente trovare una giustificazione a questo gesto imperdonabile.
Un massacro di innocenti.
Le testimonianze degli abitanti di quei villaggi dicono che, in realtà, non si è trattato di un singolo, ma di un gruppetto di soldati ubriachi che, prima sono piombati nelle case dei civili e li hanno sparati, e poi, forse non ancora soddisfatti, li hanno bruciati.
Come è possibile tutto ciò?
Non voglio trovare nè un colpevole nè una vittima: voglio solo ribadire quanto sia brutale la guerra.
La stessa parola, GUERRA, fa paura: l'allitterazione della R mi fa pensare alla Rabbia, al Terrore, alla Distruzione non solo di villaggi, paesi, case, ma soprattutto della persona.
Si dice che chi sia stato in guerra, al suo ritorno (sempre se ha avuto la fortuna di tornare) non è più lo stesso: la guerra ti distrugge, ti fa vedere tanta sofferenza, morte, sangue, tutti momenti che ti porterai dietro per tutta la vita e che niente e nessuno potrà cancellare.
E si sa che spesso in guerra si ricorre all'uso di sostanze stupefacenti per cercare di vedere del bello e del positivo anche dove non c'è.
La guerra non porta a niente di buono: solo massacri, morte, dolore.
Se davvero vogliamo raggiungere la pace o almeno vogliamo cercare di vivere sereni, la strada della guerra, delle armi, delle invasioni è sicuramente la strada più sbagliata.


domenica 11 marzo 2012

Stefano Scarpa vince Italia's got talent

Ieri si è conclusa un'altra trasmissione che ha fatto il pieno di ascolti: Italia's got Talent.
Tra i 16 finalisti a spuntarla, ancora una volta, è stato un giovane pugliese, Stefano Scarpa, che si è esibito in un numero davvero unico e impossibile.
Gli è bastato un palo per poter sfidare la forza di gravità e per sorprendere tutti, non solo i giudici, ma anche il pubblico a casa.
L'uomo bandiera, così è stato soprannominato da Maria de Filippi, perchè nei suoi movimenti e con la sua forza riusciva a simulare lo sventolare di una bandiera (come potete vedere nel video in basso).
Stefano Scarpa si porta a casa ben 100 mila euro con i quali ha rivelato che finirà di pagare l'auto, farsi un bel viaggio e magari sposarsi.
Una finale ricca di grandi talenti e di numeri eccezionali.
Tra i miei preferiti, c'erano le Short Girls, due giovani ragazze che hanno creato un siparietto, che più short non si può: grazie ad uno sfondo nero, riuscivano a dar vita a due piccoli personaggi, due donne, una contro l'altra.
Molto bravo è stato anche Eugenio Amato, secondo posto: ha incantato tutti con la sua voce angelica e così, con un paio di ali, ha volato sopra l'intero palco, sulle note di There must be an angel di Annie Lennox e Angel di Robbie Williams.
Sicuramente avranno anche un notevole successo anche i Verba Volant, due comici che riuscivano ad improvvisare gag in rima, e Pierluigi Gullo, il piccolino che ha interpretato in modo eccezionale Eri piccola di Fred Buscaglione.
Tanti talenti, uno per ogni campo, tutti molto bravi!

sabato 10 marzo 2012

La formula della musica perfetta

Quante volte ci è capitato di ascoltare una canzone e di esserne talmente catturati da riascoltarla più e più volte, senza esserne mai stanchi?
In effetti, c'è chi parla di musica perfetta e di una formula per ottenere un brano perfetto.
Tempo fa un amico mi rivelò che i Black Eyed Peas usavano un algoritmo nei loro brani per ottenere dei veri e propri successi: vi ricordate I gotta feeling???
Beh, io ne andavo matta!
Da recenti studi, si è scoperto che una formula esiste: tutto sta nel sorprendere e poi rassicurare.
Pare che Adele, la vincitrice di ben sei Grammy Awards 2012, abbia usato questa formula vincente in molte sue canzoni dell'album 21.
Secondo gli studiosi, molti sono i mezzi per ottenere questo risultato: la melodia, il testo, il ritmo, il timbro, la stessa performance vocale e gli strumenti.
La genialità di Adele sta nell'utilizzare tutti questi mezzi contemporaneamente.
D'altronde, la sua è una voce che colpisce e che riesce ad andare fino in fondo.
Lo stesso brano Someone like you è in grado di far commuovere anche il più duro dei duri.
Perchè?
Perchè parla di un amore finito, situazione in cui ognuno di noi si sarà trovato almeno una volta nella vita; perchè parte in tutta tranquillità, usando solo 4 note, per poi accelerare nel ponte ed esplodere nel ritornello in cui la giovane cantante offre il meglio delle sue potenzialità canore, cercando di convincere se stessa che troverà qualcuno come il suo ex ("Someone like you").
Un testo terribilmente triste, ma non deprimente: un modo per provare emozioni forti, senza soffrire poi così tanto.
D'altronde, è risaputo che la musica fa star bene ed è in grado di sollecitare ogni parte del nostro cervello,da quella del piacere a quella dei ricordi autobiografici.
Insomma, un'esperienza unica!!!

venerdì 9 marzo 2012

WotWentWrong: perchè un amore finisce?

Finalmente anche questa settimana è finita ed è stata archiviata!
E così, come ogni fine settimana, mi dedico alla lettura e alla scrittura di cose soft.
Ho trovato un sito davvero curioso e divertente, finalizzato ad aiutare chi esce da una storia e non sa darsi pace, o meglio non sa trovare il perchè della fine di un amore.
Infatti, molto spesso accade che si arrivi al capolinea e si ritorna ad essere single, senza aver capito davvero cosa non è andato per il verso giusto e spesso senza aver modo di confrontarsi con l'altro.


Il sito in questione si chiama WotWentWrong ( cosa non ha funzionato) e come recita lo slogan nella home page "We help people to find out why their relationship ended" ("Aiutiamo le persone a scoprire perchè la loro relazione è finita").
E come lo fanno?
Semplice.
WotWentWrong è un portale in cui la verità viene raccontata (o almeno si spera) in un modo socialmente accettabile.
Basterà entrare nel portale e inserire il proprio nome, la durata della propria relazione e scegliere il metodo che ha messo fine alla relazione (un messaggio, nessuna chiamata, ecc...).
Se si prosegue, viene creata una sorta di lettera nella quale si esprime il proprio stato d'animo e si chiede a colui che è stato fino a ieri il nostro partner il motivo della fine della relazione.
Nel terzo step bisogna indicare, con un punteggio da 1 a 5, la prestazione a letto del vostro partner, la sua bellezza, le sua capacità di conversazione, il suo senso di humour e tante altre cose.
Alla fine, si inserisce la mail o il contatto Facebook del vostro ex e si invia la richiesta di spiegazioni.
Naturalmente, se  e quando lui/lei risponderà, scoprirete finalmente la ragione della fine della vostra storia.
Una tecnica originale e che può essere utile per tutti coloro che non hanno avuto il coraggio di esprimere il proprio pensiero, magari per paura di ferire l'altro: in questo modo finalmente si potranno ricevere delle risposte, capire cosa c'era di sbagliato e magari andare avanti, buttandosi in un'altra nuova storia d'amore.
P.S: tra le motivazioni più gettonate finora ci sono: "eri troppo alta per me", "non ti merito", "ho trovato un altro/un'altra" oppure "siamo troppo diversi o troppo simili".

giovedì 8 marzo 2012

Elliott Erwitt e la pubblicità di Jacob Cohen

Sfogliando un quotidiano l'altra sera, sono rimasta colpita da una pubblicità che occupava la parte finale di una pagina del giornale.
Niente di speciale, lo ammetto: è solo che avendo visitato quest'estate il Museo del Prado di Madrid, non potevo non soffermarmi sui due dipinti protagonisti della pubblicità.
Come potete notare anche voi, nell'immagine troviamo la Maya Vestida sulla sinistra e la Maya Desnuda sulla destra.
Il celebre marchio di jeans, Jacob Cohen per l'appunto, si è appoggiato a un grande maestro della fotografia del '900, Elliott Erwitt, e ha ambientato nei giorni nostri alcuni degli scatti più famosi del fotografo statunitense.
Tra questi, c'è sicuramente una foto, ambientata nel Museo del Prado, in cui c'è una donna che osserva la Maya Vestida e un gruppo di uomini accanto a lei, intenti ad osservare la Maya Desnuda.
Questo è quanto avviene nella foto originale.
Nella rivisitazione di quell'immagine, però, ci sono delle varianti: innanzitutto, nella pubblicità la donna non guarda il dipinto, ma osserva il gruppetto di ragazzi che è affascinato dalla bellezza della Maya desnuda.
Inoltre, tutti hanno addosso un paio di jeans Cohen.
Un modo divertente e carino per omaggiare un grande fotografo e per unire diverse arti (la pittura, la fotografia e la moda) in una sola immagine.

Google fa gli auguri alle donne

E così oggi oltre a ricevere mimose, a mangiare torte mimose, a ricevere regali di ogni tipo e auguri, anche Google pensa a noi donne e in onore di questa festa cambia look, o meglio cambia doodle.
Ecco come si presenta oggi: possiamo facilmente individuare il simbolo della donna (al posto della prima G) e un fiore giallo che ricorda proprio la mimosa, al posto della seconda O.
Per il resto colori, il rosso, il giallo, il verde e il violetto.
Un augurio speciale per la Giornata Internazionale della Donna per ricordare tutte le donne, quelle più fortunate e quelle meno fortunate.
Auguri!

mercoledì 7 marzo 2012

Google ricorda Manzoni e i Promessi Sposi

Ancora un omaggio all'Italia e ai suoi artisti del passato.
Questa volta Google cambia il suo doodle per ricordare un grande scrittore italiano: Alessandro Manzoni.
E lo fa rappresentando i personaggi della sua opera più famosa, quella che tutti gli studenti hanno amato (ed odiato) sui banchi di scuola: i Promessi Sposi.
Come è facile notare nel doodle per il 227° anniversario della nascita di Manzoni, a partire da sinistra e andando verso destra, sono raffigurati Fra Cristoforo, la Monaca di Monza, gli innamorati Renzo e Lucia, Don Rodrigo e Don Abbondio, tutti adagiati sulle lettere del doodle stesso.
Quello dei Promessi Sposi è un amore che supera tanti ostacoli: dalla cattiveria di Don Rodrigo che desiderava a tutti i costi la giovane Lucia alla vigliaccheria di Don Abbondio che con il suo famoso "questo matrimonio non s'ha da fare" ha reso difficile il coronamento dell'amore tra i due giovani; e poi se consideriamo la peste, la fuga e tutto il resto, ci rendiamo conto di quante prove quei due abbiano dovuto affrontare.
Ma alla fine l'amore ha vinto, come in tutte le storie a lieto fine.

martedì 6 marzo 2012

8 Marzo: la donna e la violenza

Tra qualche giorno (l'8 Marzo) si festeggia la festa della donna.
Questo giorno, in cui ogni donna si ritaglia un paio di ore di puro divertimento, è una giornata che ci fa ricordare la triste vicenda di 129 operaie, morte in un incendio sviluppatosi all'interno della fabbrica in cui lavoravano.
Quest'anno voglio pensare, in onore di questa giornata, a tutte quelle donne che nella loro vita sono state vittime di violenza.
Purtroppo, ancora oggi, sono tantissime, sempre di più le donne che subiscono violenze: il 93% di esse non denuncia i loro carnefici e così sembra che tutto vada bene, ma, in realtà, niente va come dovrebbe andare.
Tutte le donne che conosciamo, a partire dai parenti più stretti fino alle amiche, alle vicine di casa, alle colleghe di lavoro, ognuna di loro può essere una potenziale vittima di violenza.
Quando si parla di violenza non bisogna sempre e solo pensare a una violenza fisica (a questo proposito vi invito a leggere il meraviglioso progetto avviato da una giovane americana, Unbreakable); la violenza è anche il fenomeno dello stalking, delle molestie psicologiche, della gelosia ossessiva fino ad arrivare agli omicidi.
Uno dei programmi tv che affronta questo problema è Amore criminale con Camilla Raznovich in cui si narrano, tra ricostruzioni e immagini reali, le tristi storie di donne, uccise dall'uomo che amavano.
In questa giornata tutta al femminile, mentre doniamo un po' di mimosa alla nostra donna, alla nostra mamma o a qualsiasi altra donna della nostra vita, pensiamo anche a ciò che quella donna può nascondere dietro ai suoi occhi o al suo sorriso, e cerchiamo di far sì che tutta questa violenza abbia fine.

Quasi amici: tra risate e commozione

Ne avevo sentito parlare, oltre ad aver visto il trailer durante la visione di un film al cinema, ma non mi aspettavo sicuramente un film così bello.
Quasi amici è un film francese che in Francia ha registrato incassi altissimi e che in Italia non è stato pubblicizzato a dovere.
I due protagonisti sono così diversi fra di loro: da un lato troviamo un paraplegico, Philippe, che ha perso la moglie e vive in una lussuosissima dimora, ma su di una sedia a rotelle, impossibilitato a fare qualsiasi movimento e che è alla ricerca di un badante; dall’altro lato, invece, troviamo Driss, un giovane di colore, alto e robusto, disoccupato e con una vita difficile e complicata.
Si incontrano e subito c’è sintonia tra di loro: anche se così distanti, Philippe apprezzerà Driss per la sua schiettezza, per la sua ironia, per il suo amore verso i Kool & The Gang e gli Earth, Wind & Fire.
Quel giovane così lontano dal suo mondo diverrà le sue braccia e le sue gambe,  lo restituirà alla vita e gli ridarà la gioia di amare ed essere amati.
Una storia commovente, ma anche tanto divertente.
Vi assicuro che il tempo scorrerà in fretta e alla fine rimpiangerete il fatto che il film sia finito.
Da vedere senza pensarci su nemmeno mezza volta!

La primavera e i nidi degli uccelli

Siamo già entrati in Marzo, il mese della primavera, il mese in cui la natura rinasce e in cui si genera nuova vita.
Durante un viaggio, non ho potuto fare a meno di osservare la natura e i paesaggi che mi circondavano e così ho avuto modo di soffermarmi sugli alberi ancora spogli dell'inverno.
Rami secchi, monocolori, tristi, ma tra di essi notavo degli ammassi scuri.
All'inizio non capivo, poi ci ho pensato su e ho realizzato che erano dei nidi.
Nidi piccoli, medi e grandi, a seconda di quali uccelli li avessero realizzati, ma tutti, secondo me, delle opere della natura.
Amo la natura e gli animali e da circa qualche mese ho in casa una coppia di canarini.
Li osservo e me ne innamoro sempre più: sono affascinata dai loro comportamenti, dal canto del maschio per conquistare la femmina, ma soprattutto da come lei sia riuscita a realizzare un nido con il materiale che io stessa le ho messo a disposizione.
Un nido perfetto, costruito in pochi giorni e che ora è la sua casa, il posto in cui passa gran parte della giornata per covare le 4 uova che ha deposto.
C'è una magia, una meraviglia nel vedere come nasce la vita che, secondo me, non ha eguali.
E la stessa magia la ritrovo nella realizzazione dei nidi e in tutti gli altri preparativi per accogliere i pulli al meglio.
Ecco perchè adoro la primavera: perchè è piena di vita!

giovedì 1 marzo 2012

Addio a Lucio Dalla

Un altro grande nome della musica ci ha lasciati: Lucio Dalla.
Ho appreso la notizia, una volta tornata a casa da lavoro, intorno alle 13.
Non ci credevo visto che meno di un mese fa l'ho visto fare dei favolosi controcanti a Sanremo, sulla canzone Nanì di Pierdavide Carone.
Così umile, gentile, ha preferito dirigere l'orchestra, lasciando l'intero palco e tutti gli applausi del pubblico al giovane cantautore tarantino.
Lui che ha collezionato successi e che ci ha regalato tantissime emozioni con le sua canzoni: da Caruso a Piazza Grande, da L'anno che verrà a Canzone, senza dimenticare 4 Marzo 1943, titolo di uno dei suoi successi, nonchè sua data di nascita.
E purtroppo sempre a Marzo, a pochi giorni dal suo 69esimo compleanno, se n'è andato, a causa di un infarto, dopo aver fatto colazione in un hotel di Montreux, in Svizzera.
Era stata la terza tappa del tour europeo che l'avrebbe portato a toccare diverse città importanti come Parigi, Berlino, Amburgo.
Ammetto che non sono mai stata una fan di Dalla, ma comunque conosco alcuni dei suoi successi più grandi e spesso qualcuno l'ho anche canticchiato.
E così voglio salutarlo con una sigla che me lo fece conoscere tantissimo tempo fa: la sigla di Lunedì film di Raiuno che anticipava le grandi prime tv del Lunedì sera.
Ciao Lucio!
... e se non ci sarà più gente come me voglio morire in Piazza Grande...

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