sabato 23 novembre 2013

Ufficio Collocamento Taranto: carenza di personale e attese di 4 ore

Taranto è la mia città e, come è giusto che sia, cerco di farla conoscere agli altri tramite ciò che scrivo e vivo, ma non sempre si può parlar bene del luogo in cui si vive.
Perciò, voglio raccontarvi la mia esperienza personale, l'ennesima negativa esperienza personale vissuta all'Ufficio Collocamento di Taranto in via Carrieri 3.
Ieri, 22 Novembre 2013, mi sono recata alle ore 08:45 presso l'ufficio  per ritirare lo stato occupazionale, già pronta a dover sprecare un'intera mattinata lì dentro perchè più e più volte in passato l'attesa è stata veramente lunga.
E ieri l'ufficio non si è smentito: l'orario di apertura è previsto per le 9 in punto, ma già all'esterno vi era, oltre a un numero approssimativo di 30 persone, un cartello su cui vi era scritto che l'ufficio, a causa della carenza del personale, poteva ammettere un numero limitato di persone e che l'apertura straordinaria del giovedì pomeriggio dalle 15 alle 16 era momentaneamente sospesa.
Una sorta di "Lasciate ogni speranza o voi che entrate", tratto dall'Inferno dantesco.
In effetti, quell'avviso voleva già prepararci psicologicamente a quello che avremmo dovuto affrontare una volta dentro.
Ma l'aspetto più strano è stato quello di leggere che in un centro per l'impiego, che dovrebbe dar lavoro ai cittadini, ci fosse carenza di personale.
Ma andiamo avanti.
Siamo entrati 8 per volta e all'interno c'era un uomo di circa 60 anni che ci chiedeva perchè eravamo lì e ci forniva il numeretto giusto.
Il mio era A24.
All'inizio mi sono detta: "Vabbè, c'è da aspettare un po', solo 23 persone", ma mi sbagliavo.
Dalle ore 9 alle ore 11 circa (in un tempo di 2 ore) solo 14 persone erano state ricevute e soddisfatte nelle loro richieste (qualcuno purtroppo è dovuto ritornare perchè aveva ottenuto lo stato occupazionale di una donna con lo stesso nome e cognome della moglie) e solo 3 sportelli erano operativi.
Alle ore 12 circa arriva il mio turno: riferisco all'addetta ciò che mi serve e da lì partono domande sui lavori svolti, sugli stipendi ricevuti, sulle buste paga e roba simile.
Dopo qualche intoppo con la stampante e la connessione Internet che si interrompe, costringendo l'addetta a re-inserire nuovamente i miei dati, ecco che salta fuori il mio caro e tanto desiderato stato occupazionale.
Purtroppo non è ancora finita: l'addetta mi dice che dovrò andare ai piani alti in una delle 4 stanze indicate su un foglietto che lei mi consegna per un colloquio: "tranquilla, eh, è una cosa veloce".
Vado su e cerco le stanze che mi sono indicate: la 16 ha la porta chiusa (non ci sarà nessuno), la 17 è aperta e dentro ci sono 2 uomini: uno fa finta di non vedermi, l'altro al mio "Posso?" mi risponde di cercare un'altra stanza libera "solo per non farmi attendere troppo".
La 21 è chiusa, la 22 è aperta e dentro c'è un uomo che legge in tutta tranquillità La Repubblica.
Posso? - gli chiedo.
Prego, si accomodi. - mi risponde.
Non sto a dilungarmi troppo, ma quel colloquio che doveva essere "veloce" è durato tanto, forse troppo: dopo aver compilato un foglio con i miei dati in cui aggiornavo la mia situazione relativa agli studi e alle qualifiche e firmato qua e là, sono riuscita ad uscire da quel posto così deprimente e pieno di gente stanca e svogliata alle ore 13e15.
4 ore e 15 minuti per uno stato occupazionale.


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