venerdì 15 novembre 2013

Diventare genitori: co-parenting ed eugenetica

C'è chi vorrebbe diventare genitore senza avere delle relazioni stabili, chi non riesce a trovare l'anima gemella, chi è omosessuale.
In aiuto di tutte queste persone che desiderano un figlio, ma non vogliono impegnarsi sentimentalmente con qualcuno, c'è il co-parenting.
Homepage di Co-Parentmatch
Esistono diversi siti di co-parenting (in Gran Bretagna c'è Co-parentmatch, negli Usa Modamily.com), in Italia c'è co-genitori.it che conta già 100 mila iscritti.
Bastano infatti 30 dollari al mese per trovare la persona giusta con cui fare un figlio e con cui condividere anche le responsabilità morali e finanziarie, senza che ci sia necessariamente l'amore.
La prima cosa da decidere è come concepire il bambino: c'è chi ricorre all'inseminazione artificiale e chi sceglie il vecchio sesso, molto più economico.
Chi critica questo metodo di mettere al mondo dei bambini dice che è dettato soltanto dall'egoismo di voler diventare genitore, senza creare un mondo di amore e protezione tutt'intorno al nuovo nascituro.
Ed  è un po' quello che succede con l'eugenetica e la ditta di test genetici 23andMe.
Homepage di 23andMe
23andMe prende il nome dal numero dei cromosomi che ogni genitore dona al figlio (23 per l'appunto) e ha recentemente registrato un brevetto che contiene una serie di domande a cui sottoporre i futuri genitori e un algoritmo che, attraverso una batteria di calcoli probabilistici, seleziona quale combinazione, fra gli ovuli e gli spermatozoi a disposizione di una banca dei gameti, si avvicina di più ai sogni di mamma e papà.
Attualmente l'azienda conta 400 mila iscritti e mira a far soldi rivolgendosi soprattutto a quelle cliniche in cui viene effettuata la procreazione assistita.
Fra i caratteri che si possono scegliere ci sono il sesso, il colore degli occhi, la tolleranza al lattosio, il rischio di ammalarsi di cancro al seno o al colon o il rischio di degenerazione maculare o di nascere con un difetto al cuore o ancora la possibilità di avere delle fibre muscolari adatte allo sprint.
Insomma, un vero e proprio bambino su misura che, però, fa affidamento sul calcolo delle probabilità che un certo carattere scelto compaia nel nascituro; nel caso in cui ciò non avvenisse, l'azienda declina ogni responsabilità.
Naturalmente, non sono mancate le critiche da parte dei genetisti di tutto il mondo che si sono mostrati totalmente contrari a questo tipo di statistiche e test: il problema va ricercato nella società di oggi che non accetta l'imperfezione e che è disposta a far di tutto pur di avere un figlio perfetto. 
Inoltre, anche se un bambino non nasce con delle predisposizioni a determinate malattie, c'è la variabile dell'ambiente che lo circonda e in cui cresce che potrebbe comunque far affiorare certe malattie.


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