mercoledì 31 ottobre 2012

Jack o' Lantern: la zucca di Halloween

Come chiudere il mese di Ottobre se non con un post dedicato ad Halloween?
In Italia, i festeggiamenti sono molto meno sentiti rispetto agli Stati Uniti e alla Gran Bretagna, ma col passare degli anni sta prendendo piede anche da noi.
Io son venuta a conoscenza di questa festa grazie alle scuole: ricordo che alle elementari (vi parlo degli anni tra il 1994/1995) la mia maestra di Inglese ci parlava di questa notte in cui i morti tornano vivi e si riversano per le strade della città.
E ricordo una storia in particolare, la storia di Jack o' Lantern e di un disegno che feci per riassumere il tutto: disegnai un uomo barbuto, seduto sotto ad un albero, con una birra in mano e una zucca illuminata, sotto un cielo stellato.
Ma chi era Jack o' Lantern?
Si tratta di una leggenda irlandese che parla di un uomo, Jack per l'appunto: un uomo avaro e ubriacone che una sera incontrò ad un bar il diavolo.
Stava per vendere la sua anima al diavolo, ma riuscì  a trasformarlo in una moneta che portò sempre con sè, per tutta la sua vita, fatta di peccati ed errori, tant'è che, una volta morto, la sua destinazione fu l'Inferno.
Lì incontrò il diavolo che lo condannò ad errare come un'anima tormentata e gli lanciò addosso un tizzone che Jack raccolse e mise in una rapa.
Con quella specie di lanterna, iniziò a vagare per le strade terrene, alla ricerca di un rifugio.
Halloween è, perciò, la notte in cui Jack vaga per le strade delle città alla ricerca del suo rifugio ed è per questo che è nata l'usanza di creare una lanterna, ponendo una candela in una zucca vuota, e di appenderla fuori casa per far sapere a Jack che la vostra abitazione non è il rifugio che lui sta cercando. 
Buon Halloween a tutti!

lunedì 29 ottobre 2012

La Cappella Sistina compie 500 anni

Il 31 Ottobre una delle opere più invidiate dal mondo intero compirà 500 anni.
Sto parlando della Cappella Sistina, svelata al papa Giulio II proprio il 31 Ottobre del lontano 1512.
La Cappella Sistina viene considerata un capolavoro, uno dei tesori del Vaticano, frutto dello strabiliante genio di Michelangelo.
Quest'opera, che più di ogni altra rimarrà legata al suo nome, è imponente: la cappella è rettangolare, lunga circa 40 metri e larga circa 13 metri e la volta si trova a 20 metri d'altezza.
Centinaia di metri quadri che Michelangelo affrescò, affrontando così una grande sfida che gli procurò anche tanta fatica.
Inizialmente, il papa voleva che rappresentasse solo i 12 Apostoli, ma Michelangelo pensò ad un progetto più ambizioso.
L'intera cappella ha diverse rappresentazioni: la storia della creazione dell'universo, dell'uomo, della sua caduta col peccato originale e il castigo; e ancora il diluvio universale, Noè, Davide e Golia, Giuditta e Oloferne, Mosè con i serpenti, il tutto circondato da profeti e sibille.
Per realizzare quest'opera maestosa, Michelangelo impiegò 4 anni della sua vita: rinchiuso da solo nella cappella, vietò a tutti, persino al Papa, di vedere come procedeva il lavoro.
Si costruì un ponteggio di sua invenzione, macinava i colori e costruì anche una sedia speciale per dipingere da sdraiato, anche se la maggior parte della volta è stata dipinta in piedi.
A noi è giunto anche uno scritto di Michelangelo nel quale egli rappresentò il modo in cui dipingeva, accompagnato da un sonetto che diceva:
"sono teso come un arco
mi è già venuto il gozzo
il ventre me lo sento in gola
i lombi mi sono entrati nella pancia
non vedo dove metto i piedi
e il pennello mi gocciola sul viso"
In effetti, la realizzazione di quest'opera gli procurò molti malanni, il più grave dei quali fu un difetto alla vista che lo rese quasi completamente cieco.
La tecnica utilizzata da Michelangelo fu quella dell'affresco.
Anche se per lui fu una tecnica del tutto nuova, Michelangelo imparò presto e bene: l'affresco prevede che la pittura venga fatta "a fresco", ovvero quando l'intonaco  è ancora umido.
In questo modo, i colori si fermano al primo strato sottile d'intonaco, restando così incorporati e impressi da resistere nel tempo.
I metodi erano due: dopo aver bagnato il supporto, steso la malta costituita da sabbia e calce si procedeva con
  • lo spolvero: si tracciavano dei piccoli buchi sul contorno del disegno e si faceva passare attraverso un polvere di carbone che restava impressa nell'intonaco sottostante;
  • il cartone: il disegno preparatorio veniva pressato con una punta metallica: in questo modo l'intonaco veniva impresso da una linea indicativa.
La Cappella Sistina è visitata ogni anno da circa 5 milioni di visitatori, provenienti da tutto il mondo: tutti affascinati dal cielo azzurro di lapislazzuli del giudizio universale, dalla grandezza delle figure, dai personaggi nudi (alcune nudità furono coperte successivamente con delle braghe).
La rappresentazione più conosciuta della Cappella Sistina è, senza dubbio, la Creazione di Adamo: in essa, sono rappresentate la figura di Adamo, un giovane bello e atletico, e quella di Dio, sorretto da degli angeli.
L'affresco rappresenta il momento in cui gli indici di Adamo e di Dio stanno per toccarsi, come simbolo della vita che passa da Dio all'uomo.
Un'opera immensa e unica nella sua maestosità.

sabato 27 ottobre 2012

Quale musica in camera da letto?

Musica in camera da letto: favorevoli o sfavorevoli?
Da un ricerca effettuata in Gran Bretagna, pare che la musica non debba mancare in camera da letto, soprattutto nei momenti d'intimità con il partner.
Infatti, il 40% degli intervistati afferma che la musica sia più eccitante di un contatto fisico o di un odore o di un suono.
E così è saltata fuori una lista delle canzoni più gettonate e ascoltate mentre si fa l'amore:
  • al primo posto c'è la colonna sonora del bellissimo film "Dirty dancing", con Patrick Swayze: vi ricordate il ballo finale "The time of my life"? Proprio quello. A mio parere, però, sempre dello stesso film ritengo molto più sensuale l'altra canzone, "She's like the wind".
E voi che ne pensate?
Qual è la vostra canzone in quei momenti, sempre che ne abbiate una?
Scrivetela nei commenti.

giovedì 25 ottobre 2012

Da bancario a eremita: perchè?

Come può un uomo con un buon lavoro, un famiglia e una vita tranquilla decidere di lasciare tutto e fare l'eremita?
E' quello che tutti si stanno chiedendo in merito alla vicenda di Gabriele Andriotto, il 48enne bancario di Rovigo, scomparso 7 mesi fa e ritrovato in Salento, in provincia di Lecce, dove viveva come un eremita in una pajara.
Ai carabinieri e alla sua famiglia che lo cercavano da marzo ha risposto che voleva stare solo e che aveva bisogno di riflettere.
Il bancario aveva anche simulato un suicidio (come il Mattia Pascal di Pirandello), lasciando la sua auto sulle rive del Po con dentro alcuni vestiti.
L'avevano cercato, ma di lui nessuna traccia.
Si pensava fosse scappato all'estero, magari dopo aver sottratto dei soldi alla banca in cui lavorava.
Ma niente di tutto questo.
E' stato ritrovato dopo 7 mesi in una pajara, una costruzione tipica del Salento e simile ai trulli di Alberobello, che in passato serviva a posarci la paglia.
Andriotto aveva chiuso l'apertura superiore con un ombrello per ripararsi dalle intemperie e si cibava dei prodotti della terra, senza telefono, senza Internet, senza alcun tipo di contatto con il resto del mondo.
Un tentativo di ritrovare se stesso, un ritorno alle origini per scoprirsi nel profondo, attraverso un contatto diretto con la natura (pare si prendesse cura del terreno circostante e della potatura degli ulivi della campagna salentina).
Un episodio che ci fa riflettere: ci risulta così improbabile pensare che un uomo con una vita tranquilla e senza troppi pensieri abbia scelto di lasciare tutto per ritrovare se stesso.
Per alcuni sarà un uomo egoista, che ha pensato solo a sè, trascurando il dolore procurato alla moglie e alla figlia; ma, forse, da questa storia dobbiamo capire che oggi, in una società così veloce e distratta, ci stiamo sempre più allontanando dalle cose semplici e belle della vita.
E allora c'è chi non ce la fa a reggere il tram tram odierno e si rende conto che la sua vita è un'altra.
Sempre meglio cambiare vita che decidere di porre fine ad essa.

mercoledì 24 ottobre 2012

Halloween: trucco da strega nera

Dopo tanta attesa e a distanza di una settimana dai festeggiamenti tanto attesi di Halloween, ecco che Clio, la make-up artist italiana che ha avuto grande successo su Youtube, ci presenta il suo trucco di Halloween 2012: un trucco da Dark Witch, ovvero strega nera.
L'anno scorso, Clio present ben 2 trucchi: quello da vampira e quello da zombie, entrambi estremamente terrificanti.
Girando sul web, ho avuto modo di vedere due trucchi straordinari di una ragazza asiatica: uno da sposa cadavere e uno da Sally di Nightmare before Christmas.
Quest'anno, invece, il trucco è sì quello di una strega, ma c'è sempre un tocco seducente che ne fa una strega alquanto sexy.


Come potrete vedere nel video in alto, il trucco richiede un bel po' di tempo per la sua realizzazione, anche se non vi servono tante cose.
Partite dalla base con un fondotinta molto chiaro per avere quell'effetto cadaverico; poi procedete con gli occhi.
Vi servirà un ombretto color panna opaco, l'eyeliner nero e poi un cartoncino nero che dovrete tagliare a rettangoli di varia lunghezza.
Su ognuno di essi, mettete la colla vinilica e attaccateci dei glitter neri e viola e lasciate asciugare il tutto.
Procedete poi con l'applicazione degli Swarovski sotto le sopracciglia e sotto gli occhi.
Infine, vi serviranno le ciglia finte e un po' di mascara rigorosamente nero.
Per le labbra matita e rossetto sul viola/prugna.
E naturalmente una parrucca nera.
Buon Halloween!

Gli esploratori scomparsi

La storia è piena di uomini e donne che si sono spinti oltre ogni limite per soddisfare la loro sete di conoscenza o solo per mettere alla prova la loro adrenalina.
Ed è grazie a loro che oggi possiamo dire di aver visitato ogni più piccolo angolo della Terra.
Basti pensare al coraggio che ebbe Cristoforo Colombo nell'avventurarsi in questo viaggio verso l'ignoto, un viaggio che prevedeva l'arrivo in un posto (le Indie), ma che, in realtà, portò alla scoperta dell'America nel 1492.
Ma Colombo non fu l'unico a spingerci così tanto oltre.
Partiamo dal lontano 1539, quando Hernando de Soto fu il primo europeo ad attraversare il Mississippi, facendo credere agli indigeni di essere un immortale dio del Sole, evitando così d combattere per sottometterli.
Solo quando fu colpito da una febbre tropicale che gli procurò la morte, fu fatto sparire per mantenere viva ancora questa credenza.
Nel 1925 un altro uomo, Percy Harrison Fawcett, si spinse verso le fitte foreste del Mato Grosso, in Brasile, perchè convinto, forse da una veggente, che lì esistesse una città isolata, detta Z, dove il tempo si era fermato. 
Nel 1933 fu trovata la sua bussola presso una tribù di indiani e di lui non si seppe più nulla.
Stessa sorte toccò a Michael Clark Rockefeller che scomparve a 23 anni nel 1961 dopo aver intrapreso un viaggio nella Nuova Guinea sud-occidentale: lì probabilmente fu ucciso dai cacciatori di teste locali della popolazione degli Asmat, fermi all'età della pietra.
Ma c'è un uomo che si spinse davvero oltre: il suo nome è Richard Halliburton, un americano di 39 anni che attraversò il Pacifico a bordo di una giunca.
L'uomo si sentiva prigioniero nel suo appartamento, nella società convenzionale al punto di annoiarsi.
E così, pensando ad Ulisse, circumnavigò prima il globo in 18 mesi su un biplano, scattando la prima foto aerea dell'Everest, poi varcò le Alpi su un elefante proprio come fece Annibale e infine intraprese questa avventura estrema che lo portò alla morte, tra la furia di un tifone.
E chi si dimentica di Amelia Earhart, la prima donna ad attraversare l'Atlantico e che scomparve durante il tentativo di fare il giro del mondo su di un aeroplano?
Così come Johnny Mallon Waterman che a 16 anni conquistò la vetta più alta dell'America e nel 1981 sparì nella riserva del Denali, in Alaska, ispirando successivamente Chris McCandless, il giovane viaggiatore che morì in Alaska nel 1992 e la cui storia è stata raccontata nel film di Sean Penn dal titolo "Into the wild".
Concludo con una frase tratta proprio da quel film e che ci spiega cosa può aver spinto tutti questi uomini (e non solo loro) a fare ciò che hanno fatto:
"C'è tanta gente infelice che tuttavia non prende l'iniziativa di cambiare la propria situazione perché è condizionata dalla sicurezza, dal conformismo, dal tradizionalismo, tutte cose che sembrano assicurare la pace dello spirito, ma in realtà per l'animo avventuroso di un uomo non esiste nulla di più devastante di un futuro certo. Il vero nucleo dello spirito vitale di una persona è la passione per l'avventura. La gioia di vivere deriva dall'incontro con nuove esperienze, e quindi non esiste gioia più grande dell'avere un orizzonte in costante cambiamento, del trovarsi ogni giorno sotto un sole nuovo e diverso... 
... Non dobbiamo che trovare il coraggio di rivoltarci contro lo stile di vita abituale e buttarci in un'esistenza non convenzionale...."

domenica 21 ottobre 2012

Halloween: trucco da Sally di Nightmare Before Christmas

Halloween è alle porte e ancora non avete idea di quale trucco realizzare?
Dopo i trucchi dell'anno scorso da vampira e da zombie, dopo quello di quest'anno da sposa cadavere, eccone un altro: quello di Sally di Nightmare Before Christmas.
Ancora una volta, la ragazza asiatica, realizzatrice del trucco, si ispira ad un film d'animazione di Tim Burton.
Nel film Nightmare Before Christmas, protagonista è Jack, re delle zucche, che vive nella città di Halloween.
Un giorno, stufo di far sempre la solita vita, si reca in un bosco e tra i tanti alberi scegli quello con su disegnato un albero di Natale.
Così viene catapultato in una città piena di luci e colori e in cui regna la felicità e cresce l'attesa per il Natale.
Ritornato nella sua città, informa tutti di questo posto e, dopo aver rapito Babbo Natale, si sostituisce a lui, seminando terrore tra i bambini con i suoi regali alquanto mostruosi.
La protagonista femminile è Sally, innamorata di Jack, ma troppo timida per confessare i suoi sentimenti.
Si tratta di una bambola, una sorta di Frankenstein al femminile, ottenuta mettendo insieme degli stracci e delle foglie secche.


Per realizzare questo trucco vi servono 3 colori per ottenere l'effetto cadaverico della pelle, un eyeliner per realizzare gli occhi e le cuciture del viso e del collo, un bel rossetto rosso e una parrucca rossa.
Buon Halloween!

sabato 20 ottobre 2012

Halloween: trucco da sposa cadavere

Meno di due settimane e anche quest'anno si festeggerà Halloween, la festa in cui i morti tornano in vita.
L'anno scorso, vi presentai i due trucchi realizzati da Clio Makeup: quello da vampira e quello da zombie.
Quest'anno, invece, in attesa che la nostra truccatrice bellunese presenti qualche nuovo tutorial, mi sono imbattuta in una ragazza asiatica che ha realizzato due trucchi davvero speciali.
Il primo che vi presento è quello di Emily, la sposa cadavere del famoso film d'animazione di Tim Burton.
Per chi non l'avesse mai visto, il film narra la storia di un giovane sposo, Victor, e della sua sposa, Victoria.
Il matrimonio è stato combinato dalle rispettive famiglie e Victor, preso dall'ansia e dalla paura di sposarsi, fugge nel bosco dove pronuncia la promessa matrimoniale e infila l'anello in quello che gli sembra un ramo, ma in realtà è il dito di una sposa cadavere, Emily per l'appunto.
L'intera vicenda si trasferirà nel mondo dei morti e dopo varie vicissitudini la storia avrà un lieto fine.
La figura della sposa cadavere è straordinaria: bella e spaventosa allo stesso tempo, dolce e crudele, a causa di ciò che le è stato fatto.


Per ciò che riguarda il trucco, vi serviranno 3 colori per il colore bluastro e cadaverico della pelle, un po' di eyeliner per fare gli occhi e un bel rossetto rosso per realizzare delle belle labbra carnose. E, infine, una bella parrucca blu.
L'unico inconveniente è che, per mostrare gli occhioni di Emily, dovreste stare tutta la sera con gli occhi chiusi.
Un po' troppo pericoloso, non credete?

giovedì 18 ottobre 2012

Google festeggia Moby Dick

Dopo il doodle onirico dell'altro giorno che ci aveva fatto avventurare in un mondo irreale, oggi Google si "trasforma" per festeggiare, questa volta, l'anniversario non di un uomo, ma di un romanzo: il 161esimo anniversario di Moby Dick.
Scritto da Herman Melville e pubblicato nel 1851, racconta il viaggio di una baleniera, il Pequod, a caccia di capodogli e balene, e della famosa balena bianca.
Il romanzo non è un semplice racconto delle vicende dell'equipaggio e del capitano Achab, ma è ricco di riflessioni scientifiche, religiose, artistiche.
Chi lo ha letto afferma che la lettura di Moby Dick provoca un forte senso di disorientamento, come se ci si trovasse nelle profondità dell'oceano.


Tornando al doodle di oggi, vediamo il brand di un celeste mare, colore che ritroviamo anche nella rappresentazione del capitano e dell'equipaggio.
Solo la L viene sostituita da uno spruzzo d'acqua, come quello che le balene sono solite far uscire dallo sfiatatoio per respirare.
Ma allora la balena dov'è?
Confesso che a prima vista non ero riuscita ad individuarla: avevo solo notato la coda, accanto alla scritta Google.
In realtà, se badate bene, tutto quel bianco tra la scritta e il mare forma la balena di Moby Dick e quell'ellisse blu con un punto dentro è il suo occhio.
Si divertono a metterci alla prova quelli di Mountain View!

mercoledì 17 ottobre 2012

Niente soldi per l'Erasmus

Quando si parla di Erasmus, si fa riferimento principalmente all'ambiente universitario e a una possibilità che tutti gli studenti dovrebbero cogliere al volo.
Erasmus sta per European Region Action Scheme for the Mobility of University Students, ma in realtà fa riferimento ad Erasmo da Rotterdam, l'umanista e teologo olandese che viaggiò in tutta Europa per comprendere le diverse culture.
In effetti, è questo che fanno gli studenti che partecipano all' Erasmus: vivono per un periodo compreso tra i 3 e i 12 mesi in un Paese europeo, come la Spagna, la Francia, la Gran Bretagna, o anche esterno all'Unione, come l'Islanda e la Turchia, e lì hanno la possibilità di frequentare un'università, sostenendo anche degli esami che vengono riconosciuti anche in Italia.
Una possibilità non solo per testare la propria capacità di vivere da solo e lontano da casa, ma anche per apprendere una nuova lingua e una nuova cultura.
Ma, purtroppo, la crisi è arrivata anche per questo progetto, nato nel 1987: i soldi per l'ultimo trimestre del 2012 non ci sono perchè l'Unione europea li ha finiti e ci sono dubbi anche sulla possibilità di attivarlo per il 2013.
I tagli dei finanziamenti da parte degli Stati membri sono dovuti non solo alle difficoltà economiche, ma anche alla diffidenza di alcuni stati riguardo alla regolarità dei rimborsi, spesso immotivati.
L'obiettivo è, quindi, quello di stimolare dei comportamenti più corretti e oculati, anche perchè non è affatto concepibile eliminare un progetto a favore dei giovani e che, in tutti questi anni, ha permesso a più di 2 milioni di studenti di studiare all'estero.
Mi sembra inaccettabile visto che noi giovani siamo il futuro!

lunedì 15 ottobre 2012

I prigionieri di Auschwitz

Visitare Auschwitz vuol dire venire a conoscenza di tante cose che sui libri di storia non troveremo mai.
Una volta varcata la soglia del campo di concentramento, ci si immedesima sin da subito in chi è stato lì 70 anni fa ed ha trovato la morte.
Chi erano i prigionieri di Auschwitz?
Erano uomini, donne e bambini, soprattutto gente colta perchè per i Tedeschi gli intelligenti e chi sapeva troppo erano scomodi.
I primi furono, perciò, uomini politici, filosofi, professori, preti, avvocati.
Venivano scartati coloro che non sapevano leggere e che sapevano contare solo fino a 500.
All'inizio furono deportati solo gli uomini politici polacchi, ma successivamente i prigionieri arrivarono da tutta Europa.
Ad ognuno di loro, una volta dentro, veniva rasata la testa e veniva tatuato sul braccio un numero che diventava il loro numero di identificazione.
Portavano una fascia il cui colore indicava il loro "reato": rosso per i politici, giallo per gli ebrei, nero per gli zingari, rosa per gli omosessuali e verdi per i criminali.
Come arrivavano ad Auschwitz?
Tutti arrivavano in treno, dentro a vagoni di 20 mq c'erano anche 120 ebrei.
Il viaggio durava anche 10 giorni (soprattutto per i greci) e all'arrivo l'80% di essi era già morto per soffocamento o per fame o per sete e chi sopravviveva spesso impazziva.
Tutti gli ebrei furono convinti a salire su quel treno con l'inganno: tutti loro pensavano, infatti, di essere deportati per abitare in aree dell'Europa orientale.
Ed è per questo che portarono con loro gli oggetti più preziosi, oggetti che finirono poi per arricchire la Germania stessa.
Spazzole, bagagli, pentole, occhiali, scarpe: tutti questi oggetti sono osservabili nel museo di Auschwitz, in numeri enormi, inimmaginabili.
Eppure quelli sono solo alcuni dei tanti oggetti degli ebrei.
Una volta arrivati, si procedeva con la scelta della destinazione: solo i più abili continuavano a vivere, svolgendo lavori pesanti; tutti gli altri, come gli anziani, i bambini, le donne fragili e deboli morivano subito.
Cosa mangiavano?
La loro dieta prevedeva dalle 1300 alle 1500 calorie giornaliere.
A colazione mezzo litro di caffè; a pranzo un litro di minestra con verdure avariate; a cena 350 gr di pane duro + 30 gr di margarina.
Le donne arrivavano a pesare anche 25 kg e, in effetti, molte resistevano qualche mese, prima di abbandonarsi alla morte.

La morte aveva diverse facce ad Auschwitz: si moriva di fame, per le malattie e per le epidemie, si moriva perchè non si era in grado di reggere il lavoro sovrumano o semplicemente si moriva fucilati, impiccati o nelle camere a gas.
In quelle camere, spacciate per docce, i prigionieri entravano nudi: dalle aperture sul soffitto veniva lanciati dei sassi di cianuro che, a contatto con l'aria, causavano la morte rapida.
Una volta che tutti non respiravano più, le SS entravano, estraevano i denti d'oro dai cadaveri, li rasavano e li portavano nei forni crematori per bruciarli.
Le ceneri venivano usate come fertilizzanti o gettate nei fiumi e negli stagni; i capelli usati per fare stoffe e i denti d'oro venivano fusi in barre.

C'è una frase del medico nazista Kremer, che lavorò ad Auschwitz, che riassume l'aria di terrore e orrore che si respirava in quel campo di sterminio: 
"In confronto a questo l'Inferno di Dante mi sembra quasi una commedia".

Visita ad Auschwitz

"Arbeit macht frei"
Arbeit macht frei
E' questo il beffardo messaggio di benvenuto che ogni ebreo ha letto entrando nel campo di concentramento di Auschwitz.
Il suo significato è "Il lavoro rende liberi", ma in realtà, ogni prigioniero là dentro trovava libertà con la morte e l'unica via d'uscita era quella dei camini dei forni crematori.
Ho scelto anch'io la settimana scorsa di visitare questo posto di terrore per comprendere ancora meglio cosa hanno provato quegli uomini e quelle donne innocenti in quel posto così terrificante.
Vi assicuro che le sensazioni sono forti, tutte negative, di disprezzo nei confronti di coloro che hanno compiuto tali azioni; ci sono tante lacrime, tanto dolore e tanta incredulità.
Ma davvero degli uomini hanno potuto fare tanto male ad altri uomini?
Purtroppo sì e testimoni di questo male sono le baracche del campo, i forni, le camere a gas, i capelli, le scarpe, le ceneri, le foto di chi è arrivato lì, preso con inganno, ed è morto poco dopo.
Il campo di Auschwitz I, situato nella città di Oswiecim, in Polonia, nasce come prigione per i politici polacchi, ma ben presto fu deportata qui gente da tutta Europa: cechi, jugoslavi, francesi, austriaci, greci, italiani, ecc...
Nel 1940, quando fu fondato, vi erano solo 20 edifici: successivamente, ne furono costruiti altri 8 dagli stessi prigionieri che si aggiravano tra le 130 mila e le 160 mila unità.
I campi di Auschwitz e Birkenau
Il numero era così alto che si decise di costruire un altro campo, quello di Auschwitz II, meglio conosciuto come il campo di sterminio di Birkenau.
Entrambi i campi si presentano allo stesso modo: baracche di mattoni e di legno, recinti di filo spinato, camere a gas e forni crematori.
Auschwitz I è considerato migliore di Birkenau, distante circa 3 km dal primo: in effetti, è quella l'impressione.
Birkenau, infatti, si estende su una superficie di 175 ettari, in cui le piaghe peggiori erano la mancanza di acqua, le pessime condizioni igieniche e la presenza massiccia dei topi. Inoltre, i prigionieri vivevano in baracche, prive di fondamenta e di pavimento, e spesso camminavano sulla terra acquitrinosa.
Ma, come ha continuato a ripetere la nostra guida italiana: "Auschwitz I poteva essere anche migliore di Birkenau, ma la fine era sempre la stessa".
Ecco alcuni consigli per la visita ad Auschwitz:
  • l'ingresso è gratuito. Il costo della guida (ve la consiglio fortemente) è di 10€ a persona;
  • per raggiungere Birkenau (a 3 km) vi basterà prendere uno dei tanti bus presenti fuori l'ingresso: partono ogni 15/20 minuti;
  • la durata complessiva della visita è di circa 3 ore e mezzo.
Vi consiglio la lettura anche del post sui prigionieri e sul Blocco 11 (il Blocco della morte).
Per non dimenticare!

Blocco 11: il Blocco della Morte

La parte finale di ogni visita ad Auschwitz prevede la visita del blocco 11, soprannominato il Blocco della Morte.
Ma procediamo per gradi.
Prima di entrare nel blocco 11, bisogna necessariamente dare un'occhiata al cortile tra il blocco 10 e il blocco 11: in quel cortile oggi è stato ricostruito un muro, detto il Muro della Morte, per ricordare tutti coloro che proprio lì sono stati fucilati.
I motivi potevano essere diversi: per essere in possesso di una radio, per aver raccolto una mela, per aver fatto i propri bisogni durante il lavoro, per essere lenti nel lavoro.
Le persiane di entrambi i blocchi sono in legno e sono state messe per evitare che qualcuno potesse assistere a quelle esecuzioni.
In questo modo, i prigionieri sentivano solo le urla di chi stava per essere giustiziato e capiva dai rumori, dagli spari cosa stava accadendo lì fuori.
Mentre nel blocco 10 venivano effettuati dal medico Clauberg esperimenti di sterilizzazione sulle donne per realizzare così uno sterminio biologico di massa, nel blocco 11 c'era l'inferno.
E' nei sotterranei del blocco 11 che c'erano le prigioni, diverse celle buie e soffocanti in cui la morte era quasi certa.
Tra le tante celle, ve ne sono 3 più tragiche:
  • la cella n° 18: si moriva di fame. E' qui che fu rinchiuso il sacerdote polacco Maksymilian Kolbe che sacrificò la sua vita per salvare quella di un prigioniero;
  • la cella n° 20: si moriva per soffocamento. La cella presenta un piccolo foro in alto, non sufficiente a dare ossigeno al numero elevato di prigionieri che venivano lì rinchiusi;
  • la cella n° 22: si moriva anche qui per soffocamento, ma era una cella speciale. Essa era stata divisa in 4 piccoli bunker di 1 mq alla quale si accedeva dal basso e nella quale veniva spesso messi 4-5 persone. Morivano murati vivi.
In tutto questo terrore, c'era anche il medico Mengele che faceva numerosi esperimenti sui gemelli e sui menomati fisici.
Iniettava loro il tifo e altre sostanze nocive per cambiare il colore dei loro occhi: il suo scopo era quello di capire come far nascere gemelli in modo da far crescere di numero la razza ariana.
Pura follia!

Little Nemo in Google-land

Un lunedì mattina che non poteva iniziare meglio di così.
Oggi Google ci fa sognare e lo fa attraverso un fumetto animato, dal titolo Little Nemo in Google-Land.
Ma a chi è dedicato?
A Winsor McCay, un famoso fumettista e illustratore statunitense, considerato il pioniere del fumetto e del cinema d'animazione.
La sua serie più famosa è Little Nemo in Slumberland (è da qui che Google ha preso spunto per il titolo del suo doodle).
McCay si è esibito anche nei chalk talk: spettacoli in cui un attore intratteneva il pubblico con un monologo, mentre disegnava disegni umoristici su una lavagna con un gessetto.
Il fumetto che Google ci presenta quest'oggi è diviso in 8 parti differenti: protagonista è un bimbo nel suo letto che, accidentalmente, cade in un buco nel pavimento e viaggia in un mondo onirico, fatto di letti che camminano, mare e una Luna sorridente e grande, per poi ritrovarsi nuovamente nel suo letto.
Sogno o realtà?

sabato 13 ottobre 2012

Le bambine schiave del Perù

Lo scorso 11 Ottobre è stata indetta, per la prima volta, la Giornata delle bambine, dedicata a tutte coloro che sono vittime innocenti di forme di ferocia di ogni tipo: infanticidi, mutilazioni genitali, matrimoni precoci, sfruttamento sessuale e tanto ancora.
Come in ogni Paese povero e arretrato del mondo, anche in Perù ci sono moltissime bambine che non vivono la loro infanzia per colpa di adulti malati, egoisti e  sfruttatori.
Si conta che in tutto il Perù siano 150 mila le bambine strappate ai loro villaggi e mandate in città per lavorare come domestiche per 16 ore al giorno, senza l'ombra di uno stipendio.
Anzi, quando arrivano in città, i loro stessi "padroni" le violentano, le tengono prigioniere e le picchiano, come se fossero delle schiave o degli animali.
Si tratta di bambine anche molto piccole, di 8 anni che sognano una vita diversa e migliore in città, ma, in realtà, trovano un mondo ancora più triste: tutto il giorno a cucinare, a fare le pulizie, il bucato e a lavorare ad un fruttivendolo o a qualcos'altro.
E la causa di tutto questo male è da ricercare sempre nella povertà, nell'ignoranza, nelle famiglie numerose, incapaci di crescere e badare ai loro figli.
Il lavoro domestico è quello più svolto dai bambini del Perù, una forma di sfruttamento ancora più atroce perchè nascosta e incontrollabile.
E l'aspetto più incredibile sta nel fatto che queste bambine sono sfruttate da famiglie di poliziotti, di infermieri, di insegnanti che dovrebbero essere i primi a dare l'esempio, svolgendo un lavoro che aiuta gli altri.
Questa migliaia di bambine hanno il volto scuro, simile a quello degli indios delle Ande, un volto nel quale si legge la ferocia e la crudeltà di una società maschilista e razzista, in cui essere donna e domestica equivale a essere dei rifiuti della società, di cui tutti possono prendersi gioco.
Bambine a cui è stata tolta la loro infanzia, che provano rabbia verso i loro genitori e odio verso i loro aguzzini, che non riescono ad amare e a fidarsi degli altri perchè non sono state a loro volta amate.
Bambine che, però, grazie a molte organizzazioni umanitarie, hanno ancora una speranza di avere un futuro di felicità e serenità.

venerdì 12 ottobre 2012

Columbus Day: 12 Ottobre 1492

Quella di oggi è una data importante, una data che ricordano non solo coloro che amano la storia, ma anche chi non hai mai tanto amato studiarla.
12 Ottobre 1492: ben 520 anni fa un uomo, Cristoforo Colombo, un navigatore italiano, genovese per la precisione, scopriva l'America, quello che fu chiamato il Nuovo Mondo.
La sua avventura iniziò a Palos, in Portogallo, il 3 Agosto 1492 con 3 caravelle: Nina, Pinta e Santa Maria.
Tra vari problemi e numerose richieste di ritornare in patria, finalmente il 12 Ottobre tutto l'equipaggio toccò terra.
Pensavano di aver raggiunto l'Asia andando verso Ovest (perchè era quello l'obiettivo della missione), ma in realtà era giunti in America, probabilmente nell'attuale Bahamas.
Ed è così che Colombo divenne per tutti "l'uomo che scoprì l'America".
Ogni secondo lunedì di Ottobre si festeggia il Columbus Day: negli Stati Uniti, soprattutto gli Italiani e gli Spagnoli, ricordano la grandezza di quest'uomo che ebbe il coraggio di attraversare l'Oceano Atlantico, insieme ad altri uomini, scarto della società, e navigare verso l'ignoto, sperando di completare la loro missione.
Nel mio ultimo viaggio, a Cracovia, ho avuto modo di vedere un mappamondo speciale del 1510: tutto in oro, esso è il primo a rappresentare le Americhe.
In realtà, il Nuovo Mondo viene rappresentato come una grande isola vicino il Madagascar.
A conferma che, allora, le idee erano ancora molto confuse.

lunedì 8 ottobre 2012

Skyfall di Adele: video e testo

Uno dei film più attesi di questo autunno 2012 è, senza dubbio, 007 Skyfall.
Ancora una volta sarà Daniel Craig a vestire i panni del famoso agente segreto che quest'anno festeggia i 50 anni.
007 Skyfall uscirà nelle sale cinematografiche il prossimo 31 Ottobre con una colonna sonora, scritta e interpretata dalla giovane e brava cantante inglese Adele.
Giunta al successo con brani come Someone like you e Rolling in the deep, il brano che farà da sfondo musicale ai titoli di testa porta il titolo del film, Skyfall.
Un brano nel quale ci sono molti dei suoni tipici delle colonne sonore degli altri 007 e in cui la voce di Adele si esprime al meglio.
Di seguito il video e il testo:


SKYFALL
This Is The End
Hold Your Breath And Count To Ten
Feel The Earth Move And Then
Hear my heart burst again
For this is the end
I've drowned and dreamt this moment
So overdue I owe them
Swept away, I'm stolen

Let the sky fall, When it crumbles
We will stand tall
Face it all together (x2)
At Skyfall
At Skyfall

Skyfall is where we start
A thousand miles and poles apart
Where Worlds Collide And Days Are Dark
You May Have My Number
You Can Take My Name
But You'll Never Have My Heart

Let the sky fall , When it crumbles 
We will stand tall 
Face it all together (x2)

At Skyfall
(Let The Skyfall)
(When it crumbles)
(We will stand tall)
(Let The Skyfall)
(When it crumbles)
(We will stand tall)
Where You Go I Go
What You See I See
I Know I'd Never Be Me
Without The Security Of Your Loving Arms
Keeping Me From Harm
Put Your Hand In My Hand
And We'll Stand

Let the sky fall, When it crumbles 
We will stand tall 
Face it all together (x2)

At Skyfall
Let the sky fall
We will stand tall
At Skyfall

domenica 7 ottobre 2012

Google: un doodle atomico per Bohr

In una domenica d'Ottobre che, qui a Taranto, ha ancora un clima decisamente caldo, Google ci regala uno dei suoi tanti doodle speciali.
Quello di oggi è dedicato a un protagonista della fisica, Niels Bohr, e al suo 127esimo anniversario della nascita.
Niels Bohr ha fornito grossi contributi nella comprensione della struttura atomica e della meccanica quantistica.
Vincitore del premio Nobel per la fisica nel 1922, Bohr perfezionò il modello di atomo di Rutherford, affermando che gli elettroni ruotanti intorno al nucleo, si muovono su orbite ben definite che corrispondono a diversi stadi dell'energia. 
Inoltre, aggiunse che un elettrone possa cadere da un'orbita di alta energia ad una con un'energia più bassa, emettendo un fotone.
Questa considerazione lo fece entrare in opposizione con Albert Einstein, il quale non credeva nella natura probabilistica dei processi fisici, ma pensava che tutto seguisse delle leggi naturali semplici e deterministiche.
Infatti, è famosa l'affermazione di Einstein "Dio non gioca a dadi con l'universo" e la risposta dello stesso Bohr "Non dire a Dio come deve giocare".
A questo scienziato sono stati dedicati un cratere sulla Luna, un asteroide e l'elemento chimico Bohrio.
Il doodle di oggi vede una lavagna su cui è scritto col gessetto bianco la parola Google, ma al posto della prima delle due O c'è il modello atomico di Bohr e in alto a destra la formula del secondo postulato di Bohr.

sabato 6 ottobre 2012

Taranto: la fiaccolata del 5 Ottobre

Ieri, 5 Ottobre, nella mia città, Taranto, c'è stata un'importante fiaccolata.
Organizzata dal Fondo antidiossina Taranto e da altre associazioni ambientaliste, come il comitato Donne per Taranto e Peacelink Taranto, la fiaccolata era finalizzata a dare sostegno alla magistratura e a ricordare tutte le vittime dell'inquinamento.
E' partita alle 19e30 circa dall'Arsenale della Marina Militare e, attraversando le vie principali del centro città (via di Palma e via D'Aquino), è giunta all'arrivo in Piazza della Vittoria.
Un evento che è stato accolto da molti cittadini, giovani e adulti, uomini e donne, ma soprattutto mamme e bambini che guidavano il corteo con l'obiettivo di dare un futuro ai loro figli e all'intera città.
Frasi del tipo "Clini un cancro ti cambierebbe le idee" oppure " Troppa gente se n'è andata. Finalmente Taranto si è svegliata" si leggevano su alcuni degli striscioni tenuti fra le mani dei cittadini che, ormai, sono stanchi di respirare gas e morire di tumore, leucemie e malattie di ogni tipo.
Ognuno di loro, ieri sera, portava con sè una fiaccola, una candela, un cero.
Ognuna di quelle fiamme era per ricordare un parente, un amico o un conoscente, morto a causa dell'inquinamento.
Anche chi era affacciato dalla propria finestra o dal balcone aveva esposto la propria fiaccola.
La mia fiamma era per mio zio, morto nel 2010 a 46 anni per una leucemia fulminante che nel giro di 6 mesi se l'è portato via.
Ed io ero lì, ieri sera, per lui e per il futuro di tutti noi: perchè sono stanca di sentir dire che la mia città è morta e che l'unica possibilità è quella di andar via, perchè se uno ama la sua terra deve amarla nel bene e nel male, perchè se Taranto sta morendo, almeno noi che siamo nati qui dobbiamo aiutarla a rinascere dalla cenere, con le nostre idee, le nostre forze, il nostro impegno.


E a quelli che ieri non partecipavano al corteo e dicevano: "Ma non l'hanno capito che l'Ilva non chiuderà?", io rispondo: "Mai dire mai. Se noi tutti ci mettessimo insieme, saremmo molto più forti di un imprenditore e di tutti coloro che vogliono lasciare operativo questo mostro di industria".
Perchè  Taranto non può vivere solo di questo.
Le alternative ci sono sempre (vedi il porto, il mare, il turismo, le spiagge).
Dobbiamo solo cercare di andare verso quella direzione come fanno tutte le località turistiche del mondo.

venerdì 5 ottobre 2012

Il donatore di seme n°150

Alcuni dei figli del donatore 150
Oggi essere genitori può avere tanti significati e lo si può diventare in tanti modi: attraverso un rapporto con la persona amata, attraverso l'adozione, attraverso la fecondazione assistita e attraverso la donazione del seme o degli ovuli.
Nel mondo esistono tante banche del seme: un uomo può donare il suo seme per aiutare quelle coppie che non riescono ad avere figli o per i single o per le coppie omosessuali.
La storia che DOC3 ci ha raccontato nell'ultima puntata era intitolata Donatore 150: era la storia di una ragazza della Pennsylvania, JoEllen Marsh, che decide di trovare il suo padre biologico e lo fa servendosi del web e dei giornali.
Attraverso queste iniziative, riesce non solo a trovare e conoscere suo padre, ma rintraccia tutti i suoi fratellastri e sorellastre, giovani ragazzi a lei coetanei che vivono in diversi stati americani.
Ciò che l'ha portata a iniziare questa ricerca è stata l'idea di non concepire quell'uomo solo come un donatore, una sigla, un numero, ma come un vero uomo, con dei tratti, un viso, degli atteggiamenti che sono insiti in lei come nei suoi fratelli.
Il donatore 150
Tutto parte dalla lettura del profilo del donatore 150: 28 anni, caucasico, altezza 1.82, peso 77 kg, occhi azzurri, capelli castano chiaro, atleta professionista, ballerino, felice e spensierato e con un temperamento artistico.
Dopo varie ricerche, telefonate ed e-mail, JoEllen lo incontra a Venice Beach, in California.
Quello che gli appare di fronte è un uomo alto, con i capelli lunghi e con gli occhi azzurri, che vive in un camper insieme a due cani e a un piccione, una vita fuori dal normale, ma che gli regala sempre un sorriso.
Una storia emozionante e che ci fa riflettere, ancora una volta, sul concetto di famiglia e dei ruoli familiari e di come questi si stiano modificando con il passare del tempo, stravolgendo così la concezione classica della religione.

giovedì 4 ottobre 2012

Your Body: testo e video

Un'altra grande voce della musica americana ha pubblicato il suo nuovo album.
Dopo Alicia Keys, è il turno di Christina Aguilera.
Il suo nuovo album dal titolo Lotus è pieno di sorprese e nuovi suoni.
Già dal primo singolo, Your body, in radio in questi giorni, Christina tira fuori la sua grinta e sensualità.
Ciò che più sta facendo scalpore è, più che il brano, il video che la cantante ha realizzato: troviamo una Christina Aguilera nettamente ingrassata, fuori forma, ma estremamente sensuale.
Per quanto riguarda i chili di troppo, Christina parla di una rinascita e di sentirsi più libera e felice adesso rispetto agli esordi, quando ha dovuto affrontare il mostro dell'anoressia e le continue pressioni delle case discografiche che la volevano magra.
Confessa di essere più felice, sia della vita artistica che di quella privata.
Nel video troviamo una Christina molto seducente e aggressiva, una mangiatrice di uomini che si diverte a prendersi gioco di loro: li usa e li getta (o meglio li uccide).
Una donna in abiti attillati che vuole solo divertirsi a letto e amare il corpo degli uomini.
Non proprio una canzone educativa, ma tutto sommato accettabile.
Di sicuro, non un brano nel quale la Aguilera può mettere in mostra le sue infinite doti canore.
Ecco il video e il testo di Your body:


YOUR BODY
I came here tonight to get you out of my mind, 
I’m gonna take what I find (uh oh, yeah!) 
So open the box, don’t need no key I’m unlocked 
And I won’t tell you to stop (uh oh, yeah!) 

Hey boy! 
I don’t need to know where you’ve been, 
All I need to know is you and no need for talking 
Hey boy! 
So don’t even tell me your name, 
All I need to know is whose place, 
And let’s get walking... 

All I wanna do is love your body 
Oooooh ooooh oooooh oooooooh 
Tonight’s your lucky night, I know you want it 
Oooooh ooooh oooooh oooooooh 

All I wanna do is love your body 
Oooooh ooooh oooooh oooooooh 
Tonight’s your lucky night, I know you want it 
Oooooh ooooh oooooh oooooooh 

It’s true what you heard, I am a freak, I’m disturbed 
So come on and give me your worst (uh oh, yeah) 
We’re moving faster than slow, 
If you don’t know where to go, 
I’ll finish all from my own (uh oh, yeah) 

Hey boy! 
I don’t need to know where you’ve been, 
All I need to know is you and no need for talking 
Hey boy! 
So don’t even tell me your name, 
All I need to know is whose place, 
And let’s get walking... 
Say say hey... 

All I wanna do is love your body 
Oooooh ooooh oooooh oooooooh 
Tonight’s your lucky night, I know you want it 
Oooooh ooooh oooooh oooooooh 

All I wanna do is love your body 
Oooooh ooooh oooooh oooooooh 
Tonight’s your lucky night, I know you want it 
Oooooh ooooh oooooh oooooooh 

I think you already know my name 
I think you already know my name 

Hey hey, Ha!, Alright, Say 

I think you already know my name 

All I wanna do is love your body 
Oooooh ooooh oooooh oooooooh, (say) 
Tonight’s your lucky night, I know you want it 
Oooooh ooooh oooooh oooooooh 

All I wanna do is love your body 
Oooooh ooooh oooooh oooooooh 
(Say, say, hey) 
Tonight’s your lucky night, I know you want it 
Oooooh ooooh oooooh oooooooh

mercoledì 3 ottobre 2012

Lo scalpellino di Camilla Lackberg

"A volte, guardandosi allo specchio, vedeva solo il mostro che da tanto tempo le cresceva dentro: un mostro vorace, grasso, disgustoso"
Questa è una delle righe del thriller "Lo scalpellino" di Camilla Lackberg, la scrittrice svedese, allieva del famoso autore di "Uomini che odiano le donne".
"Lo scalpellino" è il terzo libro della Lackberg, ancora una volta ambientato a Fjallbacka, deliziosa località turistica sulla costa occidentale della Svezia.
Proagonista è sempre il poliziotto Patrik e la sua compagna Erica, neo-mamma della piccola Maja.
Questa volta il libro si apre con un pescatore che ritrova in una delle sue nasse il corpo senza vita di una bambina dai capelli rossi.
E' Sara, figlia di Charlotte e Niclas, amici e vicini di casa di Erika e Patrik.
Un omicidio che ha dell'incredibile, soprattutto quando si scopre che nei polmoni della piccola c'è traccia di acqua dolce e sapone: è stata uccisa in una vasca da bagno e poi gettata in mare.
Ma è quando risulterà dall'autopsia che nei polmoni della piccola Sara c'è anche della cenere che il mistero si fa più fitto.
E allora saltano fuori drammi famigliari, segreti, tradimenti e altri omicidi.
Protagoniste sono sempre le donne con la loro psiche sfrenata, affascinante e, ahimè, mostruosa.
Alla storia contemporanea della piccola Sara, si alterna quella ambientata nel 1923 in cui protagonista è lo scalpellino Anders, stakanovista che finisce per innamorarsi di Agnes, la figlia del capo, ma questa storia lo trascinerà sempre più nel baratro.
Solo nella parte finale del libro scopriremo come queste due storie ambientate in tempi diversi siano, in realtà, connesse; e, addirittura, ci porteranno a scoprire chi è l'omicida e perchè ha ucciso quella piccola bambina innocente.
La bellezza di questo thriller svedese sta nella semplicità del linguaggio e nei tanti momenti di tensione e suspense che Camilla Lackberg riesce a generare, pagina dopo pagina.
Se amate questo genere, consiglio di leggervi i due libri precedenti, La principessa di ghiaccio e Il predicatore.
In vendita nelle librerie c'è già il suo quarto libro, L'uccello del malaugurio.
Da non perdere!

martedì 2 ottobre 2012

I cibi che cambiano il mondo

Lo sapevate che potreste salvare le foreste del mondo scegliendo con cura cosa mangiare?
A dirlo è Slow Food, l'associazione internazionale no-profit che pratica una produzione di cibo su piccola scala, sostenibile e di qualità.
L'obiettivo è quello di lottare per un nuovo modello alimentare che sostenga l'educazione alimentare, tuteli il territorio, promuova la diffusione di orti comunitari e ridia valore al lavoro dei contadini.
Ma quali sono i consigli da mettere in pratica?
Sono tanti e diversi; eccone alcuni:
  • mangiare più legumi e meno carne: l'allevamento intensivo di bovini richiede sempre più pascoli, provocando una maggiore deforestazione;
  • più locale, meno globale: è opportuno scegliere prodotti stagionali  e di filiera corta. In questo modo si è sicuri che le risorse forestali di altri paesi non sono state compromesse;
  • no ai gamberetti asiatici: questi allevamenti sono stati creati, eliminando le mangrovie a difesa delle coste. Gli effetti li abbiamo visti con lo tsunami del 2004;
  • niente packaging con imballaggi non certificati e che sfruttano le foreste;
  • evitare gli sprechi: cerchiamo di comprare le giuste quantità;
  • acquistare prodotti durevoli, meno uso e getta: il riutilizzo e il riciclo permettono di risparmiare risorse preziose.
Purtroppo, ogni anno scompaiono circa 13 milioni di ettari di alberi: un disastro che ha dei riflessi non solo a livello locale, come il cambiamento del microclima e l'avanzamento dell'area arida, ma anche a livello planetario con un aumento del rischio climatico.
L'Africa è il continente più colpito dal land grabbing, cioè il furto di terra praticato soprattutto dalle multinazionali: Slow Food nel 2010 ha creato 1000 orti in Africa, formando agronomi in 26 Paesi africani.
Non ci resta che prestare attenzione a ciò che mangiamo e prolungare così la vita del nostro pianeta!

lunedì 1 ottobre 2012

Sanremo 2013: la Littizzetto ci sarà

A distanza di più di 5 mesi dal suo inizio, già si parla della prossima edizione del Festival della canzone italiana, Sanremo 2013.
Arrivano le prime notizie ufficiali: a presentare la 63esima edizione del Festival sarà, per la terza volta, Fabio Fazio, già presentatore nel 1999 e nel 2000.
L'edizione 2000 è stata, finora, quella con il record d'ascolto, record che Fazio vuole superare.
Al suo fianco ci sarà Luciana Littizzetto che proprio ieri, a Che tempo che fa, ha confermato la sua presenza sul palco dell'Ariston.


Oltre a questa novità che (finalmente!!!) elimina le figure delle vallette, belle ma vuote, ci sono delle novità anche nel regolamento del festival:
  • i partecipanti: 14 Big e 8 Giovani: non ci sarà l'eliminazione. Tutti i Big arriveranno alla serata finale, senza rischiare di uscire già nella prima serata; per quanto riguarda i giovani, invece, non sono ammessi i minorenni e non saranno favoriti i partecipanti ai talent show;
  • le canzoni: due canzoni inedite per ogni Big: quest'anno non più un solo brano, ma due;
  • la giuria: viene eliminata la giuria demoscopica e resta soltanto il televoto, la giuria di qualità e i giornalisti;
  • gli ospiti: il budget di quest'anno è inferiore a quello dell'anno scorso. Ci saranno meno ospiti internazionali.
Sui partecipanti non ci sono ancora notizie: è certo solo l'invito che Fabio Fazio ha fatto a Gino Paoli e la partecipazione (quasi certa) del rapper Nesli, fratello del più noto Fabri Fibra.
Si parla già di un Sanremo più sobrio, alcuni lo definiscono più antico, ma d'altronde ciò che conta è la musica, protagonista di questa edizione.
Ed era ora viste le farfalline e le provocazioni dell'anno scorso.

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