martedì 28 giugno 2011

Lavorare a Londra: un modo per lavorare imparando l'Inglese

Sarà l'aria di crisi presente in questi mesi, sarà che oggi chi trova un lavoro fa un terno al Lotto, ma stamattina ho navigato, alla ricerca di qualche sito di lavoro.
Mi sono imbattuta in lavorarealondra.com: questo sito permette agli Italiani di fare un'esperienza lavorativa a Londra, offrendo la possibilità di trovare alloggio e, per chi lo volesse, di frequentare corsi per migliorare il proprio Inglese.
Si tratta di un'agenzia di collocamento, sita proprio nel centro di Londra, che non fa altro che mettere in contatto i giovani con aziende della ristorazione e moltissimi hotel.
Le mansioni richieste sono: i receptions, cuoco, cameriere, barista, barman, ecc...
Naturalmente, ognuno di noi è libero di scegliere quale servizio richiedere: i costi comunque vanno dalle 269 € alle 299 €.
Un ottimo modo per conoscere nuovi posti, per migliorare il proprio Inglese e soprattutto per lavorare.
Conoscete altri siti come questo, anche per altre nazioni?
Fatemi sapere perchè io un pensierino lo sto facendo!

Lavoro nero: 17 ore per 3 cent al pezzo

17 ore di lavoro, dalle 9 del mattino alle 2 di notte, 3 pause da 15 minuti l'una.
0,30 centesimi per ogni foulard prodotto.
Solo lavorando con questi ritmi 3 donne cinesi riuscivano ad avere uno stipendio medio di 700 € al mese.
E c'è di più: lo stesso laboratorio tessile in cui lavoravano faceva anche da posto in cui dormire e in cui consumare i pasti.
Una sorta di lager, un posto che diveniva un forno d'estate e un congelatore d'inverno.
Senza comfort, senza servizi basilari, senza niente.
Per fortuna, queste tre donne hanno trovato il coraggio di denunciare tutto questo ai Carabinieri i quali hanno messo i sigilli al laboratorio e hanno arrestato i 3 proprietari del laboratorio.
Una storia che mi ricorda tanto una scena del film Biutiful con Javier Bardem, ma in quella scena finì male per tutti gli operai che lavoravano in nero.
La piaga del lavoro nero è ancora molto presente in Italia, soprattutto tra gli immigrati, ma anche tra gli stessi Italiani.
Per non parlare poi del lavoro che non c'è, della società malata, corrotta e ormai anziana.
C'è bisogno di dare una spolverata o, ancora meglio, tagliare i rami secchi.

lunedì 27 giugno 2011

Marilyn Monroe: storia di una diva

Marilyn Monroe: una delle donne più desiderate e il più famoso sex-symbol internazionale del 20° secolo.
Una donna assolutamente affascinante, sexy, con un sorriso in grado di incantare chiunque.
Nacque il 1° Giugno del 1926 a Los Angeles e il suo vero nome era Norma Jeane Baker Mortenson.
Grazie all'aiuto di un fotografo, riuscì a far le prime copertine finchè non venne notata da Hollywood.
Fu così che, partendo da piccole parti, divenne una star del cinema con film  come Niagara, Gli uomini preferiscono le bionde e A qualcuno piace caldo.
Un successo dietro l'altro e Marilyn diviene una figura di culto nel mondo del cinema.
Ma dietro questa donna così bella, giovane e seducente, si nasconde un'altra donna, più fragile, più instabile emotivamente.
Marilyn aveva avuto già un'infanzia difficile a causa dei disturbi mentali della madre e di un padre che non ha mai conosciuto.
Con il passare degli anni, si ritrova a sposare (e successivamente lasciare) uomini di grande importanza come il commediografo Arthur Miller, il giocatore di baseball Joe Di Maggio e i presidenti John e Bob Kennedy.
Una vita fatta di storie d'amore tormentate, dell'incapacità di avere figli e dell'impossibilità di trovare un uomo che la ami per la donna che era e che non la vedesse solo come una dea.
Per questo, Marilyn cade nell'alcol e nell'uso sfrenato di farmaci che la portano al crollo e a crisi isteriche sempre più frequenti finchè, nella notte fra il 4 e il 5 Agosto 1962, a soli 36 anni, viene trovata morta per overdose nella sua casa.
Una vita vissuta intensamente, ma piuttosto breve; una vita così tormentata e complicata che ha fatto di lei un'icona mondiale ed eterna; l'icona di una donna tanto desiderata, ma mai amata realmente da nessun uomo!

giovedì 23 giugno 2011

Le pagine della nostra vita

Da appassionata di film romantici, non posso non dedicare un post a uno dei film più belli e commoventi che abbia mai visto: Le pagine della nostra vita.
TRAMA
Il film inizia in una casa di riposo dove un anziano racconta ad una donna, anziana anche lei e affetta da demenza senile, la storia di due giovani innamorati, Allie e Noah.
Appartenenti a due classi sociali differenti, affrontano tanti ostacoli e problemi, sempre uniti dal loro amore, ma verrà il  giorno in cui i due dovranno separarsi e rinunciare così a tutto ciò che di bello l'amore può regalare.
Ma, si sa, si può star lontano dagli occhi, ma nel cuore il ricordo resta sempre.
Sempre se ci sono i ricordi.

CURIOSITA'
Sembrerebbe la solita storia d'amore, un po' come Romeo e Giulietta, quegli amori negati e impossibili, ma che, proprio grazie alla loro forza, vanno oltre tutto e tutti.
Resistono al tempo, senza perdere l'intensità.
La scena che mi porto nel cuore è quella in cui i due giovani innamorati, presi dalla follia, che altro non è che conseguenza dell'amore, si sdraiano sull'asfalto, mano nella mano, ad osservare il cielo e le stelle.
In quel momento, non importa dove siano o cosa stiano facendo: ci sono solo loro due con il loro amore!

I ponti vivi dell'India

Una serata tranquilla a casa a seguire Quark con Piero Angela offre sempre spunti di riflessione e ci arricchisce interiormente.
Stasera ho seguito un servizio dedicato al rapporto dell'uomo con la natura e si è parlato, tra le tante cose, dei ponti vivi in India.
Ponti vivi perchè creati dalla natura stessa: infatti, nello stato del Meghalaya, nel nord dell'India, la popolazione non costruisce i ponti per attraversare i numerosi fiumi presenti, ma li coltiva.
In realtà, in quest'area, c'è un albero, il Ficus elastica, dotato di radici secondarie che escono direttamente dai tronchi.
Queste radici vengono attorcigliate e curate nel corso degli anni affinchè crescano nella giusta direzione.
Ci vogliono dai 10 ai 15 anni perchè queste radici si consolidano, ma il risultato alla fine è unico: si ottengono ponti così resistenti e duraturi in grado di sopportare il peso di 50 persone contemporaneamente.
E tutto è assolutamente realizzato con il massimo rispetto per l'ambiente circostante.
Altro che ingegneri, costruttori e architetti: qui l'uomo entra in contatto diretto con la natura e trae vantaggio da essa.

mercoledì 22 giugno 2011

Mollo tutto e parto!

Mollo tutto e parto!
Quante volte avrete sentito dire o avrete pronunciato voi stessi questa frase.
In realtà, da una ricerca condotta su dei lavoratori, di entrambi i sessi e con un'età compresa tra i 25 e i 64 anni, risulta che il 50% degli Italiani vorrebbe mollare tutto.
Ma cosa intendono dire con "mollare tutto"?
Mollare tutto sta per lasciarsi alle spalle il traffico, i negozi sovraffollati, la fretta e le corse per non fare tardi in ufficio o ad un appuntamento.
Mollare tutto ciò per trasferirsi in un luogo più tranquillo, a contatto con la natura, dove non manchi il sole e il mare, lontano da ogni tecnologia.
Un posto, insomma, dove non ci siano Internet, cellulari e pc.
Solo noi e la natura.
E se c'è un 4% che fuggirebbe da solo, un 55% lo farebbe con la propria famiglia, mentre un 6% è disposto a partire col proprio animale domestico.
La famiglia resta comunque un'oasi di pace che non può essere stravolta, ma anzi preservata.
Tra le mete preferite ci sono moltissime isole come i Caraibi, le Hawaii, le Maldive, l'Australia...
Quei posti sperduti, ma così affascinanti.
E' un'esigenza che sentiamo in tanti (e che avverto anche io).
Una voglia di fuggire alla scoperta di tutto ciò che di meraviglioso c'è da vedere al mondo.
Un viaggio per arricchirsi, per curiosità, per spalancare gli occhi e restare ammutoliti dinanzi alle meraviglie della natura.
Anche semplicemente osservare il cielo stellato, immersi nel buio, è uno spettacolo a cui non si può rinunciare.

Il pianto di Serena Williams

Lo sport è sempre in grado di regalare emozioni forti, ma ieri è riuscito a regalare qualcosa di più.
Nel primo turno del torneo di Wimbledon, che si sta disputando in questi giorni a Londra, la pantera nera, Serena Williams, è riuscita a battere la francese Rezai.
Sembrerebbe tutto normale, ma  è importante ricordare che la trentenne tennista americana negli ultimi 12 mesi ha disputato solo due match.
Infatti, a causa dell'infortunio al piede e di un'embolia polmonare che l'ha tenuta in un letto di ospedale per alcuni mesi, Serena è stata vicina ad abbandonare il mondo del tennis.
Ma la sua grinta l'ha aiutata a superare anche quest'altro ostacolo che la vita le aveva posto di fronte e, contro tutto e tutti, è tornata in campo, sull'erba di Wimbledon amata tanto sia da lei che da sua sorella, Venus.
Un ritorno spettacolare, una vittoria in soli 96 minuti e, al termine della partita, un pianto liberatorio, con gli occhi rivolti al cielo.
Lacrime che valgono di più di ogni cosa e che, come spesso accade, mostrano il lato umano di queste stelle dello sport, viste sempre come delle macchine da guerra, prive di sensibilità ed emozioni.
Una lezione di vita per tutti!

martedì 21 giugno 2011

Una rapina in banca per un dollaro

Si può arrivare a farsi arrestare per ricevere le cure mediche?
La risposta è sì.
E' successo, come è normale che sia, a New York dove un uomo è entrato in una banca e, rivolgendosi al cassiere, ha detto: "Questa è una rapina!!! Mi dia un dollaro!".
E sì, una rapina in banca per rubare solo un dollaro.
Forse avrà sentito troppo il brano di Aloe Blacc, I need a dollar.
Scherzi a parte, l'uomo ha chiesto solo un dollaro perchè in realtà il motivo della rapina non era quello di rubare, ma di farsi arrestare.
Dietro questa storia così buffa c'è, in realtà, qualcosa di molto grave: l'uomo in questione si è fatto arrestare perchè, essendo malato e non avendo un'assicurazione sanitaria, non può permettersi le cure mediche che gli servono.
E così ha realizzato che solo in carcere può ricevere ciò che gli serve, gratuitamente.
Quella dell'assicurazione sanitaria è una piaga che affligge gli Stati Uniti e che cresce sempre più: infatti, è in aumento il numero di coloro che sono privi di tale assicurazione, a causa di licenziamenti, stipendi bassi e altri motivi.
Non potrò mai dimenticare un film unico e favoloso come John Q., interpretato da uno straordinario Denzel Washington.

lunedì 20 giugno 2011

Cars 2: trama e curiosità

Dopo il grande successo del primo film, nel lontano 2006, finalmente, a distanza di 5 anni, esce il sequel, Cars 2.
Il film, in uscita in tutte le sale il prossimo 22 Giugno, promette già grandi incassi.
Nel primo, il protagonista Saetta McQueen, un auto da corsa, si ritrova inaspettatamente in una cittadina sulla Route 66, mentre si recava in California per partecipare alla Piston Cup.
Ma questo fuori programma gli permetterà di conoscere nuovi amici, naturalmente sempre auto che gli insegneranno che nella vita ci sono cose più importanti dei trofei e della fama.
TRAMA
La trama del secondo capitolo è incentrata su Saetta McQueen e il suo amico Cricchetto, intenti ad affrontare una sfida mondiale: quella di vincere il titolo di auto più veloce del mondo nel primo gran premio mondiale.
Da Tokyo all'Europa, i due protagonisti dovranno vedersela con un po' di nemici.

CURIOSITA'
In questo secondo episodio di Cars, c'è tanta Italia: primo, una delle gare del gran premio si terrà proprio sul territorio italiano; secondo, ci sarà una Topolino, doppiata dalla grandissima Sofia Loren; terzo, tra le auto protagoniste ci sarà anche una bellissima 500 gialla dal nome Luigi.

Un film per i bambini (e perchè no? anche per grandi) che riesce a dare un messaggio importante a tutti, appassionati o no di motori.
Come spesso accade negli ultimi tempi, i film d'animazione risultano essere più educativi dei film con attori in carne e ossa.

venerdì 17 giugno 2011

Ju Duoqi: l'arte di verdura

Quando si dice che tutto è arte.
Un'artista cinese, Ju Duoqi, questo è il suo nome, è riuscita a creare dei capolavori artistici con le verdure.
Cavoli, piselli, funghi, patate e carote: questi sono i suoi colori e la cucina è il suo studio.
Ju ha iniziato per caso nel 2006 quando ha realizzato con dei piselli verdi la Pea Beauty Pageant, composta da una gonna, top, un'acconciatura e una bacchetta magica.
Nel 2008 arriva la sua mostra The Vegetable Museum a Pechino che la fa conoscere a tutto il mondo: l'artista cinese ha riprodotto i più grandi capolavori dell'arte europea, usando sempre e solo le verdure.
Esempi sono: la Gioconda di Leonardo, la Venere del Botticelli, L'urlo di Munch, Il bacio di Klimt, La libertà che guida il popolo di Delacroix e tanti altri.

Insomma, una vera e propria artista con un'infinita fantasia e pazienza, soprattutto.
Ju pulisce i vegetali, li taglia, li cuoce, li bolle o li frigge e infine li mette insieme con stuzzicadenti, tutto curato nel minimo dettaglio.
Una volta terminata l'opera, la fotografa ed espone proprio le foto dei suoi capolavori nei musei di tutto il mondo.
Ultimamente, ha scelto come soggetti dei suoi lavori le figure femminili, dando vita a soggetti molto seducenti e che riescono a trasmettere la loro femminilità, anche se fatti di semplice verdura.
Non c'è che da inchinarsi di fronte a tanta originalità e talento.

Undie party: vestiti gratis se ti presenti in mutande

In tempi di crisi è proprio vero che nascono le migliori idee. O forse le più pazze.
La gente si inventa di tutto pur di fare soldi.
E di tutto e di più si è inventata una nuova catena di abbigliamento, la Desigual.
E' partito tutto da un evento lanciato e finito sulle pagine del tabloid New York Post: "Venite nudi in negozio, vi vestiremo noi gratis".
Un appello a cui hanno aderito in tantissimi.
Infatti, davanti ai negozi del marchio spagnolo situati a Soho e Midtown, a New York, si sono presentati centinaia di giovanissimi in mutande e reggiseni.
Peccato che solo per i primi 100 i vestiti fossero totalmente gratis.
Per tutti gli altri era assicurato uno sconto del 50% su ogni capo d'abbigliamento.
Un'iniziativa, conosciuta con il nome di Undie party, ovvero festa in mutande, che ha preso piede anche a Parigi e a Madrid, ottenendo dovunque un grande successo.
D'altronde, il marchio catalano non è nuovo a queste campagne di marketing particolari: l'anno scorso, infatti, fu organizzato il kiss tour, una festa in cui l'idea di base era quella di baciarsi, sia con l'uomo o la donna della propria vita, sia con un perfetto sconosciuto.
E in Italia?
Quando arriverà tutto questo?
E se non è ancora arrivato, forse è perchè gli Italiani non sono ancora pronti a presentarsi in mutande di fronte ad un negozio.
O forse perchè non ci sono rimaste nemmeno più le mutande!

mercoledì 15 giugno 2011

Women2Drive: le donne saudite al volante

Nel 2011, mentre in Occidente le donne hanno raggiunto la parità e, in alcuni casi, hanno superato gli uomini, ci sono ancora Paesi in cui alle donne non viene riconosciuta nemmeno la possibilità di guidare.
Sto parlando dell'Arabia Saudita, un paese musulmano che, come tanti altri Paesi musulmani, vede le donne in posizione di inferiorità.
Le donne saudite non hanno il diritto di viaggiare senza l'autorizzazione di un tutore, non possono votare e sono inferiori in caso di divorzio o eredità.
Inoltre, non possono guidare.
Perciò è partita una campagna conosciuta come Women2Drive, lanciata sui social network, per pubblicare un decreto reale che autorizzi tutte le donne saudite a guidare, senza servirsi più di un autista o dei maschi della famiglia.
La campagna invita le donne saudite a mettersi al volante di un auto, correndo il rischio di farsi arrestare.
Un grande passo da parte di queste donne che hanno avuto solo la sfortuna di essere nate in un Paese dove regnano queste leggi razziste.
Certo è che se in Oriente la donna è vista quasi come un animale, priva di ogni importanza e di un ruolo rilevante nella società, costretta a coprirsi e a sottomettersi alla volontà dell'uomo, in Occidente ci si trova all'estremo opposto: la nostra società è piena di donne che sono salite al potere, che hanno ottenuto un certo rispetto.
Ma purtroppo c'è anche da dire che questa troppa libertà ha portato a risultati estremi: troppa nudità in tv, donne che perdono la loro dignità per far successo, che si prostituiscono, nel senso vero e figurato.
Insomma, come sempre accade, quando non ci sono limiti, si arriva sempre all'estremo opposto.

martedì 14 giugno 2011

Ipazia, una grande astronoma del passato

Ipazia, nata nel 370 ad Alessandria d'Egitto, è stata una filosofa, matematica e astronoma greca.
Una delle figure femminili più illustri di tutta la storia antica, ma poco conosciuta dai più.
Solo grazie al cinema e al film Agorà, uscito nelle sale nel 2009, con una bravissima Rachel Weisz, questa personalità così ribelle è stata portata alla luce.
Il film racconta la sua vita, fatta di passione per la cultura e per l'astronomia.
Una vita priva di amore verso l'altro sesso, dedita allo studio delle stelle e del cielo.
Nel film, infatti, Ipazia mette in dubbio il sistema tolemaico, che stava affermandosi a quel tempo, dubitando che le orbite fossero circolari.
Ipazia sostenne che era il Sole, e non la Terra, ad essere al centro del sistema solare e che il nostro pianeta disegnasse un'orbita ellittica intorno al Sole.
Purtroppo questa sua conoscenza la portò alla morte per mano di cristiani: nel film, la morte avviene per strangolamento, ma in realtà la giovane filosofa morì in altro modo: un gruppo di cristiani la sorpresero sulla strada verso casa e la trascinarono verso una chiesa; lì le strapparono i vestiti e la lapidarono per non macchiarsi del suo sangue impuro. 
Dopodichè la fecero a pezzi e bruciarono i brandelli del suo corpo.
Nonostante questa brutalità, l'eccezionalità di questa donna si è conservata nel tempo, tanto che, a distanza di 1600 anni di distanza si parla ancora di lei.

venerdì 10 giugno 2011

Come è nato Google

Ogni giorno tutti noi lo usiamo almeno una volta.
Google è il più famoso motore di ricerca, oltre ad essere il più completo ed accessibile.
Il nome era un gioco di parole nato dal termine "googol" che nel linguaggio matematico indica un'unità seguita da cento zero e che rappresenta l'enorme quantità di dati disponibili in rete.
A crearlo sono stati due giovani studenti dell'Università di Stanford, Larry Page e Sergey Brin, iscritti a un dottorato di ricerca in scienze informatiche.
Entrambi provenivano da famiglie sempre vicine alla scienza e alla tecnologia: il padre di Larry aveva una laurea in scienze informatiche e la madre era specializzata in scienze informatiche; la madre di Sergey era una scienziata della Nasa, mentre il padre un professore di matematica e scienze informatiche.
Prima della nascita di Google, esistevano già motori di ricerca che fornivano, però, migliaia di risultati disordinati.
I due studenti riuscirono, invece, a creare, nel 1998, un motore di ricerca che è in grado di produrre risultati accurati e rispondenti alle richieste degli utenti.
Inizialmente, fecero testare il motore di ricerca agli studenti del campus che, apprezzando la velocità e l'accuratezza del sistema, portarono al successo Google, grazie al passaparola.
Ma i due amici non volevano certo sperperare grosse somme in pubblicità.
Così, riuscirono ad ottenere dei guadagni grazie alla concessione di licenze di utilizzo ad altre imprese e grazie alla geniale idea di inserire annunci pubblicitari nel sito.
L'idea era che ogni volta qualcuno cercava una parla chiave, a sinistra della schermata, sarebbero apparsi, insieme ai risultati della ricerca, degli annunci pubblicitari attinenti con l'oggetto della ricerca.
Presto, questo sistema si trasformò in pay per click in base al quale il motore di ricerca guadagnava una certa somma di denaro ogni volta che un utente cliccava sull'annuncio pubblicitario.
Ed è quello che ha determinato negli ultimi anni il successo di Google Adsense, uno schema che permette a chiunque abbia un sito o un blog di guadagnare attraverso i clic che i lettori fanno sugli annunci pubblicitari inseriti nel sito.
Oltre ad Adsense, Google ha lanciato Google Immagini, Google News, Gmail, Google Maps e Google Earth.
Oggi la sua pagina iniziale è di un'estrema semplicità, priva di qualsiasi pubblicità e, ogni tanto, il suo logo si trasforma in un disegno, in una coreografia o in una chitarra per ricordare qualche anniversario importante.

I venditori di angurie

L'estate porta sempre grandi novità.
Cambiano gli scenari, le città diventano deserte, la gente si spoglia e iniziano a spuntare negli angoli più strategici della città tante bancarelle, piene di frutta di ogni tipo, ciliegie, pesche, fragole, albicocche.
Ma c'è un frutto che regna sovrano in estate: l'anguria o melone rosso, come lo chiamano dalle mie parti.
Un frutto così dolce, dissetante, fresco e che stimola la diuresi.
Ma la cosa più curiosa che mi ha spinto a scrivere questo post è: come si fa a dormire così tante notti per strada per fare da guardia alla bancarella dei meloni?
Chi te la fa fare?
Perchè, vi spiego, non conviene smontare e rimontare una bancarella carica di angurie, visto che sono così pesanti... e così si decide di restare aperti 24h.
Voglio sapere, proprio da chi magari sa rispondermi o ha avuto un'esperienza del genere, cosa spinge una persona a trascorrere le sere d'estate così.
Senza nulla togliere a chi fa questo lavoro, assolutamente.

giovedì 9 giugno 2011

Lo spot con i Bronzi di Riace scatena polemiche

La pubblicità, si sa, serve ad informare prima di tutto, ma anche a persuadere e ad attirare l'attenzione del pubblico.
E quando ci riesce, vuol dire che ha raggiunto l'obiettivo ed è stata fatta bene.
Protagonista di questo post è lo spot sulla Calabria con i Bronzi di Riace, spot che ha scatenato tante polemiche, ma che è stato anche apprezzato da molti (il sito del Corriere della Sera è stato preso d'assalto ieri da tanti giovani del web) .
In questo spot, troviamo i due Bronzi di Riace che "sfogliano" su uno schermo le immagini dei posti più belli della Calabria.
Uno è propenso per la montagna, l'altro per il mare e, visto che non riescono a scegliere, optano per il "tocco": pari montagna, dispari mare.
Esce fuori un 5: dispari destinazione mare.
Come ho già detto, lo spot ha scatenato polemiche: c'è chi non ha apprezzato il vedere queste opere d'arte trasformate in due giovani abbronzati e un po' volgari; ma il presidente della regione Calabria, Giuseppe Scopelliti, si è difeso dicendo che tante volte abbiamo visto opere d'arte usate per degli spot pubblicitari da parte di grandi aziende mondiali e mai nessuno si è scandalizzato.
Alla fine, c'è da apprezzare il fatto che questo spot è stato realizzato da alcuni giovani calabresi con un budget di soli 50000 euro e che è riuscito comunque a portare alla ribalta delle opere d'arte, dimenticate dai più.

domenica 5 giugno 2011

Il predicatore di Camilla Lackberg

E dopo diversi mesi, ho portato a termine anche questo libro.
Ci ho messo un bel po', ma alla fine ce l'ho fatta come sempre.
Il libro in questione è "Il predicatore" di Camilla Lackberg, giovane scrittrice svedese, il cui primo libro, La principessa di ghiaccio, ha venduto ben 230mila copie solo in Italia.
Questo secondo libro prosegue la storia del primo, o meglio ritroviamo la protagonista del primo libro, Erica Falck, che ora aspetta un bimbo dal suo compagno Patrik Hedstrom, il poliziotto che segue le indagini.
Tutto parte da un bambino che, in una calda giornata d'estate, nel piccolo paesino di Fjallbacka, ritrova il corpo, privo di vita, di una giovane donna nuda.
Ma la vicenda si riempie di mistero quando, sotto questo corpo, vengono ritrovati altri due scheletri: si tratta di due donne scomparse anni prima.
Quando, pochi giorni dopo, verrà denunciata la scomparsa di un'altra ragazzina nei dintorni del paese svedese, allora la trama diventerà sempre più fitta e ogni indizio porterà alla famiglia Hult, il cui capostipite, Ephraim, era soprannominato il predicatore, per via della sua dote e dei suoi figli di curare e salvare tutti.
Un giallo pieno di intrighi, sorprese e misteri che ti portano a sfogliare le pagine del libro una dietro l'altra.
E che conferma che ciò che vedi non è esattamente come è.
Ci sono sempre cose che restano sotterrate.
I miei complimenti per tutti questi autori svedesi che ci stanno regalando thriller meravigliosi e senza precedenti.

giovedì 2 giugno 2011

Sposarsi con lo sponsor

Il matrimonio, il giorno più speciale di una vita, o perlomeno il più bello fino a quel momento perchè poi la vita, se vorrà, ti regalerà altre emozioni, come quella dei figli.
Quanto stress e ansia produce un matrimonio? E quanti preparativi, degustazioni, decisioni?
Anche se negli ultimi anni si registra un calo di matrimoni, esso continua a restare un evento per tutti.
Calo che si registra perchè la società cambia: i giovani si sposano sempre più tardi o comunque preferiscono convivere, e poi pochi sono quelli che sopravvivono al matrimonio.
Ma nonostante ciò, negli ultimi anni è nato un vero e proprio business intorno a questo momento della vita: basti pensare alla professione del wedding planner, cioè di colui o colei che si occupa di organizzarti il matrimonio, in ogni aspetto, sottraendoti così allo stress dei preparativi.
Un'altra moda, però, degli ultimi tempi è quella dei matrimoni con sponsor.
Ma di che si tratta?
Partiamo col dire che tutto nasce perchè è la società che sta cambiando: infatti, i giovani d'oggi che desiderano sposarsi sono privi del denaro sufficiente per organizzare un matrimonio (considerando anche ciò che costa oggi un matrimonio).
E così ricorrono agli sponsor che in cambio richiedono pubblicità.
I primi sono stati due giovani americani che, prima del grande evento, hanno creato un blog e, grazie all'aiuto di una rete televisiva, sono riusciti a risparmiare 5000€ sui 12000€ previsti.
Naturalmente, tutto ciò pretende tempo e determinazione.
E per chi ha speso tutto per il matrimonio e desidera arredarsi la casa, beh dall'Inghilterra arriva una notizia unica: due giovani hanno arredato casa grazie a un annuncio posto al comune della loro città e tantissima gente ha donato a questa coppia di giovanissimi un armadio, un tavolo con sedie, un letto e tanto altro...
Insomma, una società dove la condivisione (o la sharing come vogliamo chiamarlo) è protagonista.
Basti pensare con quale facilità oggi su Facebook condividiamo ogni minima cosa, anche la più stupida.

mercoledì 1 giugno 2011

Un'altra vittima del successo: Amy Winehouse

Un'altra vittima del successo: Amy Winehouse.
Inglese di nascita, la cantante ha, sin dalla sua prima apparizione, fatto parlare di sè.
Già il suo cognome lancia segnali: Winehouse = casa vinicola.
Ma non è solo colpa dell'alcool se adesso ha ancora dei problemi; anche della droga.
Più volte si è esibita in condizioni disastrose, a volte totalmente assente, ha vomitato e bevuto sul palco, è svenuta o ha detto qualche parola di troppo durante esibizioni in spettacoli internazionali.
Vittima dell'anoressia e anche della bulimia, Amy rinuncia apertamente a farsi curare dall'alcool e dalla droga, due mali dai quali è davvero difficile allontanarsi.
Negli ultimi giorni i suoi medici le hanno lanciato un ultimatum: "O smetti o muori".
Le condizioni dell'artista inglese sono davvero critiche e se vorrà iniziare il suo tour in Europa, dovrà assolutamente cercare di smettere di ubriacarsi.
Nonostante questa vita travagliata, ha saputo comunque attirare l'attenzione su di sè, soprattutto per le sue canzoni: Rehab, You know I'm no good, Back to black, Love is a losing game.
La sua voce è particolare.
Speriamo solo di non vederla fare la stessa fine di Whitney Houston, altra grande voce della musica internazionale, rovinata dall'uomo che amava.
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