Come in Thailandia ci sono le donne giraffa o in Africa le donne subiscono la terribile crudeltà dell'infibulazione, in Cina tantissime donne in passato hanno dovuto sopportare una dolorosa tecnica che mirava a renderle più belle (o almeno si credeva).
Li chiamano "Loto d'oro": sono i piedi delle donne cinesi sottoposte ad una cruda tradizione orientale che li ha deformati per sempre.
Si tratta di una pratica crudele applicata sin dal 900 d.C. e abolita soltanto nei primi anni del 1900 che prevedeva la deformazione dei piedi delle bambine delle classi più agiate, di età compresa tra i 4 e i 9 anni, con lo scopo di renderli i più piccoli possibile.
Avere i piedi piccoli, sin da allora, era considerato simbolo di bellezza e di obbedienza al futuro marito, oltre che di coraggio e di docilità, ma la tecnica era piuttosto dolorosa.
La tecnica dei piedi Loto d'oro
Piedi di loto delle donne cinesi |
Erano le mamme delle bambine a decidere per loro e a mettere in pratica questa tecnica. Il primo passaggio prevedeva il lavaggio dei piedi e la rimozione di pelli morte e ulcere. Poi venivano ricoperti di allume, con funzionalità di anti-emorragico e coagulante, e poi si procedeva con il piegare le 4 dita finali sotto la pianta del piede e ad unire l'alluce con il tallone, inarcando il collo del piede.
Era importante tagliare spesso le unghie per evitare infezioni, ma in molti casi le bambine vedevano amputati i loro piedi a causa di gangrena e setticemia.
Le bambine erano costrette ad indossare delle scarpette minuscole, ogni anno sempre più piccole, che consentivano di mantenere la forma inarcata del piede e che le facevano camminare con un'andatura fluttuante, proprio come il fiore di loto mosso dal vento.
Scarpe per piedi di loto |
Il reportage di Jo Farrel si intitola Living History: bound feet woman in China e sta raccogliendo fondi su Kickstarter affinchè la memoria delle ultime donne cinesi con i piedi Loto d'oro non vada perduta, ma si conservi nelle generazioni future attraverso le sue foto che presto saranno mostrate in numerosi musei del mondo.
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