lunedì 21 ottobre 2013

Il colore della pelle varia a seconda delle latitudini

Una delle negatività della società odierna è la presenza, ancora massiccia, del razzismo.
A cercare di cancellare ogni dubbio e ogni pregiudizio su chi ha un colore di pelle diverso dal nostro è Nina Jablonski, antropologa e paleobiologa, docente della Pennsylvania State University.
E' una delle tante ospiti al Festival della Scienza che si terrà nei prossimi giorni a Genova.
Mappa del colore della pelle
Come ha spiegato l'antropologa nell'ultimo suo libro, le razze umane non esistono e il colore della pelle è solo un dettaglio utile per capire come il genere umano si è evoluto e si è adattato nel corso dei millenni.
In effetti, se esistono tanti colori diversi della pelle è perchè ognuno di essi produce una quantità di eumelanina differente. 
L'eumelanina ci protegge dai raggi ultravioletti che possono danneggiare e spezzare i legami chimici delle molecole, incluse anche l'acido folico e il Dna.
Un essere umano che produce più eumelanina avrà un colore della pelle più scuro: ecco perchè in Africa la maggior parte della popolazione presenta un colore molto scuro della pelle, semplicemente per difendersi dai raggi ultravioletti.
E questa capacità di produrre più eumelanina ha fatto sì che sempre in Africa gli uomini più scuri sarebbero vissuti meglio e più a lungo di quelli più chiari che, inevitabilmente, sono stati soggetti a cancro alla pelle.
D'altronde, se torniamo indietro nella storia dell'evoluzione dell'uomo, l'Homo Sapiens era africano e aveva la pelle scura.
Solo successivamente, spostandosi nelle altre zone del mondo, si è "scolorito", a seconda dell'incidenza dei raggi solari e dell'intensità dei raggi ultravioletti.
L'antropologa ha messo a confronto la mappa dell'incidenza dei raggi ultravioletti con la mappa dei colori della pelle di 50 popolazioni umane: il risultato parla chiaro e dice che più sono gli ultravioletti, più la pelle è scura.
Naturalmente, non è solo la pelle ad aver contribuito all'evoluzione dell'uomo: altri fattori, come la cultura materiale, la capacità di produrre utensili utili alla pesca o alla difesa personale, hanno permesso a quell'uomo primitivo di evolversi ed arrivare fino a noi.
Questa lezione ci fa capire che il colore della pelle è una variabile indipendente dalle altre caratteristiche umane e che il razzismo non è qualcosa di istintivo, ma si poggia su credenze e culture che associano il colore della pelle ad un livello di civiltà diverso.
Lo stesso Origene, teologo cristiano, associò per primo il colore scuro della pelle al concetto del peccato, soprattutto allo scopo di giustificare il colonialismo, la schiavitù e la tratta degli schiavi.


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