In questi anni si sta parlando sempre più degli ulivi del Salento e del batterio killer xylella che ha colpito parte di essi, trasformandoli in veri e propri scheletri.
Salviamo gli ulivi del Salento |
Così ieri a Le Iene Nadia Toffa è andata sul posto per cercare di capirne di più su questa situazione: si è trovata di fronte ad agricoltori disperati. Alcuni hanno davvero perso tutto, soprattutto coloro che si ritrovano nella zona indicata come focolaio e che è quella in cui si registra un più alto numero di ulivi ammalati. Ma i più disperati sono quelli che si trovano nella zona di eradicazione, ovvero quella in cui nei prossimi giorni e mesi si procederà allo sradicamento degli ulivi, anche di quelli che non presentano la malattia.
Sì perchè su 13250 ulivi analizzati solo 234 presentano la malattia.
Ma un altro dubbio è che non è detto che sia il batterio xylella, colpevole di aver già distrutto gli agrumeti del Brasile e i vigneti della California, a causare la morte degli ulivi salentini: gli agricoltori parlano della presenza di funghi che potrebbero benissimo attaccare anche altre tipologie di colture.
Dato che per la cura di questi ulivi l'Europa non ha stanziato nemmeno un euro (per l'abbattimento sono stati stanziati 13 miliardi di euro), gli agricoltori hanno cercato e trovato soluzioni da soli, ricorrendo a vecchie tradizioni e abitudini degli avi: hanno spruzzato una miscela di calce e solfato di rame sugli ulivi malati. Il risultato è stato chiaro: nel giro di 3-4 mesi gli ulivi si sono ripresi.
Ma naturalmente per andare avanti nella ricerca servono investimenti e analisi: lo scopo del servizio è quello di diffondere quanto più il video per trovare qualcuno che sappia come curarli.
Se interessati potete contattare lecce@copagri.it.
Una precisazione da fare è che la qualità delle olive non viene intaccata e l'olio prodotto in Salento resta uno dei più buoni in circolazione.
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