lunedì 9 luglio 2012

La primavera araba dell' Iran

In questi ultimi anni in molti Paesi arabi si parla di Primavera araba: in un altro post ho parlato della Siria e della strage di bambini che sta caratterizzando questa rivolta, finalizzata a spodestare Assad, il dittatore che governa questo Paese.
Tanti sono i punti in comune con quello che sta accadendo in Iran: uno fra tutti è sicuramente l'utilizzo delle armi leggere, cioè telefonini, blog, Internet e Youtube, per documentare la situazione e farla conoscere al mondo intero, visto che l'Iran ha mandato via tutti i media occidentali.
Tutto ha inizio nel 2009 quando Ahmadinejad è stato rieletto presidente: si è trattato, però, di una farsa in quanto pare che ci siano stati dei brogli elettorali.
Questa è stata la scintilla che ha dato il via a tutte le proteste da parte di molti giovani iraniani, baluardo delle opposizioni, e a cui il regime vieta il diritto di laurearsi e di concludere i propri studi universitari: sognavano la democrazia e la libertà e si sono visti costretti a lottare contro i guardiani e l'esercito che controlla la società iraniana, dalle università alle donne che passeggiano per strada.
Un Paese che vive nella paura, che parla due lingue: una libera, parlata tra tutti i manifestanti, e una finta, parlata in pubblico.
Le donne sono relegate nel fondo della società, considerate dai loro stessi uomini come uno strumento, un oggetto, senza anima e senza pensiero.
Ma in realtà non è così: tante sono le donne che combattono in silenzio, tante sono le madri costrette a piangere i loro figli in cimiteri lontani dalla capitale perchè non li è permesso parlare del loro dolore.
E simbolo di questa lotta della popolazione e della violenza di questo regime dittatoriale sono i tanti martiri, caduti durante le manifestazioni: tra tutti, il volto della violenza di questa primavera iraniana è, senza dubbio, Neda, una giovane studentessa, uccisa per strada e la cui morte è stata ripresa da uno dei tanti manifestanti (il video è su Youtube ed è stato trasmesso dalle più importanti reti mondiali, come la Cnn).
Un altro aspetto terrificante di questa lotta contro il regime è un carcere segreto, quello di Kahrizak, a sud di Teheran, diventato il simbolo delle torture e della violenza estrema.
Una zona senza legge della quale si sa tanto grazie ad un giovane sopravvissuto a quel massacro: si tratta di un blogger e un attivista che fu arrestato e rinchiuso in quella prigione.
Lì gli è stato negato ogni diritto umano: è stato torturato, vittima di shock elettrici, ha subito il dolore delle sigarette spente sul corpo ed è stato stuprato con un manganello da una delle guardie.
L'uomo, che ha chiesto asilo politico alla Francia, descrive quel posto non come una prigione, ma come una macelleria in merito all'eccessiva quantità di sangue presente su quei pavimenti e alla brutalità degli episodi vissuti in quel posto.
Purtroppo ancora oggi la lotta continua e si spera che, un giorno, l'immenso numero di martiri sia servito a riportare la libertà e la democrazia in Iran.


9 commenti:

  1. Purtroppo quei popoli non avranno mai la libertà fino a quando non si affrancheranno da quella religione oppressiva che non insegna l'uguaglianza e la tolleranza.

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    1. Te la prendi contro l'Islam, e forse hai pure ragione a farlo, ma ho l'impressione che tu lo faccia dal versante "cristiano" ebbene, tu credi che la libertà di cui godiamo in Occidente sia un dono del Cristianesimo? Beh, allora vuol dire che conosci davvero poco della nostra storia! Le nostre libertà sono frutto ESCLUSIVAMENTE delle lotte portate avanti dal pensiero laico illuminista che hanno dato luogo alla Rivoluzione Francese ed a quella Americana del XVIII Secolo; e questi sommovimenti sono nati anche contro lo strapotere religioso sul quale, a loro volta, si poggiava il potere assolutista delle monarchie europee! ancora oggi il Vaticano si rifiuta di sottoscrivere la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani...ci sarà un perché...
      Saverio da CZ

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    2. Condivido a pieno il pensiero di Saverio.
      Io sono atea e non credo a nessun Dio e a nessuna religione.
      Per questo ho detto che non è un problema della religione: forse è stata proprio la Chiesa ad inculcarci idee sbagliate, a farci credere che certi atteggiamenti siano peccati quando in verità non c'è nulla di male.
      Qui c'è solo il desiderio di libertà di un popolo, stanco di subire ingiustizie e violenze.

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  2. Non credo che il problema sia tutto e solo nella religione.
    Purtroppo, in quei posti il concetto di democrazia è ancora qualcosa di misterioso, ma non è detto che sia inapplicabile.
    E' bello sapere che molti giovani si stiano impegnando per salvare il loro Paese dalla dittatura e da tutta quella violenza.

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  3. Cosa ti pagano per fare questa squallida propaganda? Chi ti ha detto che le elezioni in Iran sono state una farsa, quando anche autorevoli fonti americane dicono il contrario? Cosa vorresti, un bell'attacco all'Iran per riportare all'ovile (vassallo di US-raele) il suo popolo? Vergognati, sobillatrice da quattro soldi!

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  4. Sono sempre io, l'anonimo. Dato che ci siamo, quando ci parlerai anche della meravigliosa situazione della palestina,la terra oppressa dai tuoi amici e mentori? Non sei molto informata in materia? Fatti un giretto su interneti che qualcosa trovi! (Ps. ovviamente non sui siti gestiti dai tuoi amici!)

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  5. Nel documentario che ho visto, gli stessi iraniani affermano che le elezioni siano state una farsa.
    Non faccio propaganda, nè vengo pagata per ciò che dico e scrivo.
    Non voglio che un paese sia "vassallo" di un altro, ma tutti alla pari.
    Nessuno è superiore all'altro.
    Ti consiglio di vedere questo filmato
    http://www.doc3.rai.it/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-bbb350d2-d1a9-48a0-875b-521e935537e9.html#p=0

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    1. Informati allora, sul ruolo del finanziere ebreo americano Soros e delle cosiddette Ong pagate dalla Cia. L'Iran non sarà un modello di democrazia (mai vivrei in un paese come quello!) ma al mondo c'è molto di peggio a cominciare dalle petromonarchie del Golfo, alleate degli Usa e, sottobanco, di Israele. Non è il caso, a mio avviso, di fomentare ulteriore odio in un'area ad alto rischio (per tutti!) com'è quella mediorientael. Aspetto sempre, comunque, tue comunicazioni su Gaza e dintorni. Grazie.

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    2. Il mio post non era finalizzato a fomentare ulteriore odio, non servirebbe.
      Volevo solo far sapere a chi legge ciò che ho visto l'altra sera su DOC3(che poi, essendo ripreso dagli stessi iraniani, è assolutamente la realtà e quindi non ci sono filtri).
      Sono d'accordo con te sul fatto che ci siano paesi in cui si sta peggio, ma purtroppo finchè tutto sarà basato sul denaro e sul potere sarà difficile trovare una soluzione.
      Su Gaza mi informerò volentieri (ascolto sempre i suggerimenti dei lettori), ma l'altra sera è andato in onda un docufilm su Chavez e il Venezuela.
      Il prima possibile descriverò le mie impressioni su quella realtà.
      Grazie a te
      Elisa

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