martedì 10 aprile 2012

Il cile "Cemento armato": testo e video

In questo periodo in radio girano davvero tante belle canzoni.
Arrivano un po' dall'estero e un po' dagli Italiani.
Ultima new entry è Il cile: questo il nome del nuovo artista toscano, "raccomandato" dai Negrita.
Il nome d'arte deriva dal suo cognome, Lorenzo Cilembrini, e il suo primo brano porta il titolo "Cemento armato".
Una canzone davvero orecchiabile: sembra banale, ma è la potenza delle sue parole e della melodia a lasciarti qualcosa di molto forte dentro.
Un testo attuale che parla della quotidianità, dei problemi di disoccupazione che toccano tanti giovani, dei politici e anche di amore, ma di un amore triste, che lascia delusione e amaro in bocca.
A conferma di questo, la frase che dice "dove sei? mi hai lasciato in un oceano di filo spinato, io ti ho dato prati di viole e tu cemento armato".
Il mio pezzetto preferito?
Beh quello in cui mi ci riconosco maggiormente, soprattutto in questo momento della mia vita: "Anche questa è vita:un lavoro che non sopporti ma che devi fare, perché senza uno stipendio sei un difetto sociale".
Ecco, quindi, il testo e il video di Cemento armato.

CEMENTO ARMATO
Anche questa è vita:
respirare i silenzi spietati di una
donna che hai perso
Quando il freddo di tutto l’inverno
brucia più dell’inferno e ti guardi
dentro e capisci che qualcosa hai sbagliato

Anche questa è vita: vagabondi e innamorati
a una stazione, in un cestino o in
un abbraccio c’è uguale immersione
Così acido è il sapore di una delusione

Anche questa è vita:un lavoro che non
sopporti ma che devi fare, perché senza
uno stipendio sei un difetto sociale
perché crepi per consumare e consumi
crepando

Anche questa è vita: ritrovarsi in
una rissa di sabato sera, come sfondo
le luci blu di una sirena
Mentre scappi e tutto intorno è una
nuvola nera

Anche questa è vita:
ascoltare i politici
che fanno chiari discorsi, che il paese
ha bisogno soltanto di iene ghignanti
Di pagliacci da televisione e dettagli
eleganti

Anche questa è vita: 
ingoiare una polaroid di carta vetrata, 
regressione in chiave etilica di un’altra giornata
Non potresti mai capire quanto ti ho amata

Dove sei?
Mi hai lasciato in un oceano di filo spinato
Io ti ho dato prati di viole
e tu cemento armato
Dove sei?
Mi hai lasciato in un oceano di filo spinato
Io ti ho dato prati di viole
e tu cemento armato…
cemento armato


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