Nel 2011, mentre in Occidente le donne hanno raggiunto la parità e, in alcuni casi, hanno superato gli uomini, ci sono ancora Paesi in cui alle donne non viene riconosciuta nemmeno la possibilità di guidare.
Sto parlando dell'Arabia Saudita, un paese musulmano che, come tanti altri Paesi musulmani, vede le donne in posizione di inferiorità.
Le donne saudite non hanno il diritto di viaggiare senza l'autorizzazione di un tutore, non possono votare e sono inferiori in caso di divorzio o eredità.
Inoltre, non possono guidare.
Perciò è partita una campagna conosciuta come Women2Drive, lanciata sui social network, per pubblicare un decreto reale che autorizzi tutte le donne saudite a guidare, senza servirsi più di un autista o dei maschi della famiglia.
La campagna invita le donne saudite a mettersi al volante di un auto, correndo il rischio di farsi arrestare.
Un grande passo da parte di queste donne che hanno avuto solo la sfortuna di essere nate in un Paese dove regnano queste leggi razziste.
Certo è che se in Oriente la donna è vista quasi come un animale, priva di ogni importanza e di un ruolo rilevante nella società, costretta a coprirsi e a sottomettersi alla volontà dell'uomo, in Occidente ci si trova all'estremo opposto: la nostra società è piena di donne che sono salite al potere, che hanno ottenuto un certo rispetto.
Ma purtroppo c'è anche da dire che questa troppa libertà ha portato a risultati estremi: troppa nudità in tv, donne che perdono la loro dignità per far successo, che si prostituiscono, nel senso vero e figurato.
Insomma, come sempre accade, quando non ci sono limiti, si arriva sempre all'estremo opposto.
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