L'idea di scrivere questo post parte da una notizia che arriva da New York dove una donna ha preso a pugni un dipinto dell'artista francese Paul Gauguin, esposto alla National Gallery, considerandolo il male.
Ma è di questo pittore e della sua trasformazione che voglio parlare.
Nasce a Parigi nel 1848, ma vive per i primi 7 anni della sua vita a Lima, in Perù e forse già lì si sviluppa in lui l'amore per la natura e la semplicità.
Gauguin nasce come pittore impressionista, ma ben presto si accorge che non è adatto al proprio temperamento. Ecco uno dei suoi dipinti del periodo. Ci servirà a cogliere meglio la sua evoluzione.
Dopo varie vicende che caratterizzano la sua vita, nel 1891 Paul Gauguin decide di partire, partire per un luogo lontano, ovvero Tahiti, in Polinesia.
Dopo un viaggio durato 63 giorni, sbarca a Papeete, il capoluogo di Tahiti, ma ben presto si rende conto che quel posto è troppo simile all'Occidente, a causa della presenza di moltissimi funzionari francesi; e così, spostandosi da un villaggio all'altro, si ferma finalmente a Mataiea, in una capanna davanti all'oceano.
Questa sua scelta è riconducibile al suo desiderio di entrare in contatto con l'autenticità della civiltà maori e con la loro genuinità.
In un racconto biografico scrisse che la permanenza in quel luogo così lontano da tutto gli permise di iniziare a pensare con semplicità, ad amare il prossimo, a godere tutte le gioie della vita libera, senza preoccupazioni, in una pace interiore.
E questa serenità la si può trovare nella vivacità dei colori delle sue tele, nella luce che illumina ogni dipinto (in contrasto con i dipinti impressionisti), proprio per sottolineare l'amore verso questa civiltà.
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