sabato 30 aprile 2011
Il nuovo prodotto DOMANDE su Facebook
L'avete vista la nuova funzione DOMANDE su Facebook?
Davvero carina.
Ti permette di creare rapidamente un sondaggio, metterci una tua domanda (o usare quelle impostate) e le varie opzioni e ottenere una risposta non solo dai tuoi amici, ma anche dagli amici dei tuoi amici.
Un modo unico per conoscere le opinioni degli amici, ottenere suggerimenti su locali, musica e quant'altro.
Non ci resta che usarlo.
BIUTIFUL
E ogni tanto capita di vedere un film che abbia un senso e un filo logico.
Parlo di "BIUTIFUL" di Alejandro Gonzalez Inarritu e con un protagonista come Javier Bardem, marito di Penelope Cruz e reso famoso dalla sconvolgente interpretazione in "Non è un paese per vecchi".
Il titolo Biutiful nasce da una battuta del film in cui la figlia del protagonista Uxbal chiede come si scrive Beautiful e il padre le risponde: "Come si pronuncia si scrive", a sottolineare la scarsa istruzione dei protagonisti.
Un film che ci porta in una Barcellona irriconoscibile, in una situazione familiare difficile, fatta di droga, alcool e povertà, in una casa buia, umida e con il minimo essenziale per vivere.
Un film che parte da questa situazione tragica per presentarci anche quelli che sono i problemi più diffusi oggi, ovvero quello degli immigrati e del lavoro nero, che siano cinesi o africani o arabi. Non c'è differenza.
Un film davvero tragico e triste, ma che è in grado (e dico finalmente) di portare sul grande schermo la realtà. Perlomeno io sono stanca di vedere tutte quelle situazioni assurde e finte delle famiglie dei film americani: genitori e figli sempre troppo perfetti nell'aspetto così come perfettamente arredata è la loro casa, alla maniera della soap opera Beautiful dove tutto è sempre perfetto.
Finalmente il regista messicano ci fa conoscere la realtà esattamente per quella che è, fatta di tanti problemi e difficoltà, ma piena di sentimenti ed emozioni intense.
Da vedere!
Parlo di "BIUTIFUL" di Alejandro Gonzalez Inarritu e con un protagonista come Javier Bardem, marito di Penelope Cruz e reso famoso dalla sconvolgente interpretazione in "Non è un paese per vecchi".
Il titolo Biutiful nasce da una battuta del film in cui la figlia del protagonista Uxbal chiede come si scrive Beautiful e il padre le risponde: "Come si pronuncia si scrive", a sottolineare la scarsa istruzione dei protagonisti.
Un film che ci porta in una Barcellona irriconoscibile, in una situazione familiare difficile, fatta di droga, alcool e povertà, in una casa buia, umida e con il minimo essenziale per vivere.
Un film che parte da questa situazione tragica per presentarci anche quelli che sono i problemi più diffusi oggi, ovvero quello degli immigrati e del lavoro nero, che siano cinesi o africani o arabi. Non c'è differenza.
Un film davvero tragico e triste, ma che è in grado (e dico finalmente) di portare sul grande schermo la realtà. Perlomeno io sono stanca di vedere tutte quelle situazioni assurde e finte delle famiglie dei film americani: genitori e figli sempre troppo perfetti nell'aspetto così come perfettamente arredata è la loro casa, alla maniera della soap opera Beautiful dove tutto è sempre perfetto.
Finalmente il regista messicano ci fa conoscere la realtà esattamente per quella che è, fatta di tanti problemi e difficoltà, ma piena di sentimenti ed emozioni intense.
Da vedere!
Groupon: vivere solo col baratto
Nel 2011 si può vivere senza denaro? Sembrerebbe di sì.
Un giovane americano, Josh Stevens, gira il mondo scambiando buoni sconto che una società specializzata in questo prodotto, la Groupon, gli ha messo a disposizione.
Ha visitato oltre 40 città degli USA e ora è approdato in Gran Bretagna. Naturalmente, il biglietto aereo l'ha acquistato con i buoni.
L'esperimento dimostra che si può vivere e anche viaggiare usando il baratto, senza contanti e con un forte spirito di adattamento: infatti Josh per dormire usa couch sourfing, il sito dove si scambia il divano letto di casa.
Alla fine, però, la Groupon gli regalerà 100mila dollari.
Ma vediamo nello specifico cos'è Groupon. Mi ci sono iscritta anch'io da poco, per curiosità e dopo aver inserito i miei dati, mi viene chiesto di fare il passaparola con gli amici: in questo modo otterrei 6€ al loro primo acquisto.
Se lo si vuole testare prima di diffondere la voce, questi sono i passi:
- ACQUISTA il Deal del giorno cliccando su "Compralo subito";
- PASSAPAROLA suggerendo agli amici;
- VIVI LA CITTA' ricevi il coupon via mail scoprendo così la tua città a prezzi convenienti.
Un modo non solo per risparmiare, ma anche per visitare posti della città in cui magari non si è mai messo piede; o anche un modo per trovare dei regali unici ed originali per i tuoi amici.
martedì 26 aprile 2011
La figura della Wedding Planner
In vista del royal wedding che si terrà tra pochi giorni tra William e Kate, ho deciso di dedicare un post al matrimonio; o meglio alla figura che sempre più si sta affermando: quella del/della wedding planner.
Ma procediamo per gradi.
Wedding planner: "wedding" sappiamo che significa matrimonio e "planner" sta per pianificatore, organizzatore.
Il wedding planner, insomma,è colui (anche se sarebbe meglio usare "colei" visto che sono più le donne a decidere di intraprendere questo lavoro) che assiste i futuri sposi nella pianificazione e organizzazione del giorno più bello della vita di ognuno: organizza, coordina, supervisiona e dirige le nozze.
Se in America questa figura è ormai affermata tanto che è quasi la normalità regalare come dono di nozze la wedding planner, da noi in Italia ci sono ancora molti problemi da superare: la scarsa informazione, la paura di non poter decidere liberamente, il pregiudizio che sia qualcosa di troppo costoso o comunque riservato alle classi più abbienti.
Ma, in realtà, fare affidamento su un/una wedding planner significa risparmiare tempo, stress e soprattutto denaro.
Infatti si risparmia tempo prezioso perchè la wedding planner riesce a organizzare gli incontri con i vari fornitori, in tutta tranquillità; si risparmiano stress e ansie inutili perchè ci si affida ad una terza persona che è coinvolta diversamente e che quindi riesce ad essere più riflessiva; e soprattutto si risparmia denaro perchè grazie a questo intermediario si riesce ad ottenere ciò che si vuole ad un prezzo accessibile, rientrando tranquillamente nel proprio budget.
I vantaggi ulteriori sono riscontrabili anche in una buona e perfetta riuscita della cerimonia e, soprattutto, l'avere un matrimonio unico ed originale, come nessun altro.
La strada che i migliori wedding planner seguono è quella di creare un filo conduttore o un tema per il matrimonio in modo da orientare al tema centrale ogni aspetto( il bouquet, il tableau de mariage, l'abito, gli addobbi floreali, gli allestimenti al ricevimento, le bomboniere, le partecipazioni e gli inviti, ecc...).
Il matrimonio diventa un evento vero e proprio, curato nei minimi dettagli.
Pensateci su prima di sposarvi!
Cernobyl: 25 anni dopo
26 Aprile 1986 - 26 Aprile 2011: 25 anni dal disastro nucleare di Cernobyl.
E pensare che in quel giorno ero ancora nel pancione di mamma e che dopo 3 mesi precisi sarei venuta al mondo.
Il disastro nucleare avvenne a causa dell'esplosione di un reattore della centrale nucleare della città ucraina e che provocò la liberazione di una quantità di radioattività 100 volte superiore a quella liberata dalle bombe atomiche di Hiroshima e Nagasaki nel 1945.
Un disastro che, ancora oggi, resta il più grave, anche più dell'ultimo dramma nucleare che ha colpito la città di Fukushima.
Un dramma che ha colpito pesantemente l'intero territorio nel raggio di 100 km dalla centrale; e che ha fatto vittime 25 anni fa e che ancora oggi ne fa tante altre.
Basti pensare a tutte le forme di cancro, leucemia, anche disturbi psicologici che si registrano ancora oggi nelle vicinanze.
Anche "Le Iene" hanno dedicato un servizio a Cernobyl per mostrare come si vive oggi nei dintorni della città fantasma.
sabato 23 aprile 2011
Come è nato il marchio IKEA
Ingvar Kamprad Elmtaryd Agunnaryd.
No, non sono impazzita. Queste parole spiegano come è nato il marchio Ikea.
IK: Ingvar Kamprad è il fondatore di questa grande impresa di successo svedese, nata nel 1943 con lo scopo di vendere prodotti per corrispondenza.
E: Elmtaryd è la fattoria dove Ingvar crebbe e dove apprese l'importanza del risparmio.
A: Agunnaryd è il villaggio in cui nacque nel 1926 , nella Svezia meridionale.
Insomma, un marchio che raggruppa in sè l'identità del suo fondatore.
Un'impresa che ha introdotto nel commercio tantissime novità, tutte estremamente positive per se stessa e per la sua crescita mondiale. Vediamone alcune:
Ingvar Kamprad era dislessico e perciò aveva difficoltà a ricordare il numero d'ordine di tutti i prodotti, così attribuì loro un nome proprio: i nomi dei letti, del guardaroba e dei mobili per l'ingresso sono toponimi norvegesi; le stoffe e le tende hanno nomi femminili; le sedie e le scrivanie nomi maschili; i mobili da giardino ricordano le isole della Svezia.
Per concludere, vi regalo uno dei tanti pensieri di Kamprad, racchiusi nel libro The testament of a Furniture Dealer: "Puoi fare così tanto in 10 minuti. Dividi la tua vita in intervalli di 10 minuti e cerca di sacrificarne il meno possibile in attività futili".
Oggi, quest'uomo, è il settimo uomo più ricco del mondo.
No, non sono impazzita. Queste parole spiegano come è nato il marchio Ikea.
IK: Ingvar Kamprad è il fondatore di questa grande impresa di successo svedese, nata nel 1943 con lo scopo di vendere prodotti per corrispondenza.
E: Elmtaryd è la fattoria dove Ingvar crebbe e dove apprese l'importanza del risparmio.
A: Agunnaryd è il villaggio in cui nacque nel 1926 , nella Svezia meridionale.
Insomma, un marchio che raggruppa in sè l'identità del suo fondatore.
Un'impresa che ha introdotto nel commercio tantissime novità, tutte estremamente positive per se stessa e per la sua crescita mondiale. Vediamone alcune:
- nel 1951 nasce il primo catalogo IKEA per sponsorizzare tutti i prodotti che oggi arriva direttamente nelle case di tutti i clienti e non;
- IKEA fu la prima a mettere a disposizione uno spazio per permettere ai suoi clienti di toccare con mano gli articoli prima dell'acquisto. Già nel 1953 Kamprad riprodusse stanze immobiliate e arredate, proprio per rassicurare i clienti sulla qualità dei suoi prodotti venduti a prezzi abbordabili;
- il pacco piatto:oggi è il punto di forza di Ikea. Infatti i mobili sono pensati per essere smontati e imballati: meno costi di lavoro, di trasporto, di stoccaggio. In questo modo il cliente, oltre a servirsi da solo nel magazzino self-service, carica e monta da solo il prodotto acquistato. Inoltre, grazie alle matitine e ai moduli per le ordinazioni disponibili all'ingresso, il cliente annota tutte le estremità del suo prodotto in modo da trovarlo facilmente in magazzino. Un cliente fai-da-te insomma.
CURIOSITA'
Ingvar Kamprad era dislessico e perciò aveva difficoltà a ricordare il numero d'ordine di tutti i prodotti, così attribuì loro un nome proprio: i nomi dei letti, del guardaroba e dei mobili per l'ingresso sono toponimi norvegesi; le stoffe e le tende hanno nomi femminili; le sedie e le scrivanie nomi maschili; i mobili da giardino ricordano le isole della Svezia.
Per concludere, vi regalo uno dei tanti pensieri di Kamprad, racchiusi nel libro The testament of a Furniture Dealer: "Puoi fare così tanto in 10 minuti. Dividi la tua vita in intervalli di 10 minuti e cerca di sacrificarne il meno possibile in attività futili".
Oggi, quest'uomo, è il settimo uomo più ricco del mondo.
venerdì 22 aprile 2011
Il nuovo singolo di Beyoncè: Run the world (Girls)
Da fan impazzita di Beyoncè, non posso non dedicare un post a questa artista americana unica.
Già fantastica nel trio delle Destiny's Child dove la sua voce sovrastava quella delle altre, è poi esplosa da solista. Chi non ricorda il suo primo singolo, Crazy in Love del 2003? E poi Baby Boy con Sean Paul, Naughty Girl, If I were a boy, Halo, Deja Vu, Listen, Single ladies e tante altre ancora.
Non solo brani fantastici, ma anche video spettacolari.
E tante sono state le sue partecipazioni anche a film; quello principale in cui è protagonista è Dreamgirls, un musical del 2006 che ha preso ispirazione dalle Supremes, gruppo nel quale cantava Diana Ross.
Oggi è finalmente disponibile su iTunes il primo singolo del suo quarto album. Il titolo è Run the world (Girls), ancora una volta un titolo dedicato al mondo femminile, con i suoi pregi e difetti.
Già fantastica nel trio delle Destiny's Child dove la sua voce sovrastava quella delle altre, è poi esplosa da solista. Chi non ricorda il suo primo singolo, Crazy in Love del 2003? E poi Baby Boy con Sean Paul, Naughty Girl, If I were a boy, Halo, Deja Vu, Listen, Single ladies e tante altre ancora.
Non solo brani fantastici, ma anche video spettacolari.
E tante sono state le sue partecipazioni anche a film; quello principale in cui è protagonista è Dreamgirls, un musical del 2006 che ha preso ispirazione dalle Supremes, gruppo nel quale cantava Diana Ross.
Oggi è finalmente disponibile su iTunes il primo singolo del suo quarto album. Il titolo è Run the world (Girls), ancora una volta un titolo dedicato al mondo femminile, con i suoi pregi e difetti.
mercoledì 20 aprile 2011
Andare a vivere da soli: missione impossibile? o forse no!
Quanti giovani di oggi sognano (come me) di lasciare il nido familiare e andare a vivere da soli, in una casa tutta loro, anche in affitto?
Credo siano tanti: per un desiderio di indipendenza o per la necessità di privacy o semplicemente per crescere e assumersi delle responsabilità.
Purtroppo, però, ci troviamo in un periodo critico. Sì perchè è tutto un circolo: senza lavoro, quindi senza casa.
Da un'indagine si legge che 2/3 dei ragazzi tra i 20 e i 34 anni vivono ancora in famiglia. Ma è anche vero che per andarsene avrebbero bisogno di qualcosa di certo, non basta un lavoro precario, quando c'è. Inoltre, tanti non sono nemmeno in grado di pagare l'affitto.
Così, l'Associazione nazionale dei comuni italiani ha varato un fondo di 4,5 milioni di euro per sostenere 15 progetti per aiutare i giovani ad avere una casa in affitto; progetti che vanno dal social housing ad aiuti sotto forma di voucher. Inoltre, è stata creata, da parte di Affitto assicurato, la possibilità di un'assicurazione che protegga il contratto di locazione e le parti. I vantaggi che ne derivano sono: per il proprietario si certifica l'affidabilità dell'inquilino e si elimina così il rischio di morosità; per l'inquilino non vi è alcuna immobilizzazione di denaro e inoltre viene superata la diffidenza del proprietario attraverso una certificazione di affidabilità.
Forse qualche speranza c'è!!!
Credo siano tanti: per un desiderio di indipendenza o per la necessità di privacy o semplicemente per crescere e assumersi delle responsabilità.
Purtroppo, però, ci troviamo in un periodo critico. Sì perchè è tutto un circolo: senza lavoro, quindi senza casa.
Da un'indagine si legge che 2/3 dei ragazzi tra i 20 e i 34 anni vivono ancora in famiglia. Ma è anche vero che per andarsene avrebbero bisogno di qualcosa di certo, non basta un lavoro precario, quando c'è. Inoltre, tanti non sono nemmeno in grado di pagare l'affitto.
Così, l'Associazione nazionale dei comuni italiani ha varato un fondo di 4,5 milioni di euro per sostenere 15 progetti per aiutare i giovani ad avere una casa in affitto; progetti che vanno dal social housing ad aiuti sotto forma di voucher. Inoltre, è stata creata, da parte di Affitto assicurato, la possibilità di un'assicurazione che protegga il contratto di locazione e le parti. I vantaggi che ne derivano sono: per il proprietario si certifica l'affidabilità dell'inquilino e si elimina così il rischio di morosità; per l'inquilino non vi è alcuna immobilizzazione di denaro e inoltre viene superata la diffidenza del proprietario attraverso una certificazione di affidabilità.
Forse qualche speranza c'è!!!
martedì 19 aprile 2011
Il Golden Gate Bridge: il ponte dei suicidi
Il Golden Gate Bridge. Il ponte che sovrasta lo stretto che collega l'Oceano Pacifico alla baia di San Francisco. Lungo 2,71 Km, è costato la vita a moltissimi uomini durante la sua costruzione e oggi è conosciuto anche come il ponte dei suicidi.
Ebbene sì, tantissimi sono stati i suicidi: il conto ufficiale terminò nel 1995 quando il numero arrivò a 1000, ma fino al 2003 si calcolò una media di un suicidio ogni 2 settimane.
Solo 67 m separano il ponte dal mare e fino al 2003 solo 26 persone sono sopravvissute al salto con il quale si raggiunge una velocità di 120 km/h.
Domenica a lanciarsi è stata una 16enne che, per fortuna, è sopravvissuta, nuotando per 20 minuti nel Pacifico fino ad essere salvata da una barca.
Il numero così alto di suicidi è ricollegabile anche al fatto che il ponte è privo di barriere le quali invece sono presenti sia sull'Empire State Building sia sulla Torre Eiffel, azzerando completamente il numero dei suicidi.
CURIOSITA'
Questo record tragico detenuto dal Golden Gate Bridge ha ispirato, nel 2006, anche un film-documentario, The Bridge - il ponte dei suicidi che vi consiglio di vedere perchè ha tanto da insegnare.
Ebbene sì, tantissimi sono stati i suicidi: il conto ufficiale terminò nel 1995 quando il numero arrivò a 1000, ma fino al 2003 si calcolò una media di un suicidio ogni 2 settimane.
Solo 67 m separano il ponte dal mare e fino al 2003 solo 26 persone sono sopravvissute al salto con il quale si raggiunge una velocità di 120 km/h.
Domenica a lanciarsi è stata una 16enne che, per fortuna, è sopravvissuta, nuotando per 20 minuti nel Pacifico fino ad essere salvata da una barca.
Il numero così alto di suicidi è ricollegabile anche al fatto che il ponte è privo di barriere le quali invece sono presenti sia sull'Empire State Building sia sulla Torre Eiffel, azzerando completamente il numero dei suicidi.
Questo record tragico detenuto dal Golden Gate Bridge ha ispirato, nel 2006, anche un film-documentario, The Bridge - il ponte dei suicidi che vi consiglio di vedere perchè ha tanto da insegnare.
sabato 16 aprile 2011
Com'è nato il marchio Adidas
Come nasce un marchio?
Chiunque, almeno una volta, se lo sarà chiesto.
Beh, non c'è un'unica risposta perchè ogni marchio nasce in un modo diverso, ma l'elemento comune è che i creatori non sono stati spinti solo dal fare soldi, ma principalmente dalla passione per i propri prodotti.
Oggi ho deciso di raccontare come è nato il marchio Adidas.
Il fondatore, Adolf "Adi" Dassler, aveva solo 20 anni quando, ispirato dalla sua passione per la corsa, notò un vuoto nel mercato: c'era bisogno di scarpe migliori, non solo funzionali, ma che migliorassero le prestazioni degli atleti.
Praticante fornaio, aveva però una certa familiarità con le scarpe visto che suo padre era calzolaio.
La sua idea si basava su 3 principi:
- inventare la scarpa migliore per ogni sport;
- proteggere l'atleta dagli infortuni;
- offrire un prodotto di lunga durata.
Nel 1924 si unì al fratello Rudolf e insieme registrarono nello stesso anno il nome Dassler Brothers Shoe Factory.
Grazie alle Olimpiadi e alla loro idea geniale di usare gli stessi atleti come veicoli commerciali per i loro prodotti, la loro fama crebbe. Ma, nel 1948, la collaborazione dei fratelli arrivò alla fine quando, dopo l'ennesima discussione, si separarono: Rudolf avviò un'analoga attività che sarebbe diventata la Puma, mentre Adi creò il marchio Adidas per la sua azienda (prese il suo soprannome e le prime 3 lettere del cognome) e il logo con le 3 strisce.
Dopo la morte di Adi, nel 1978, l'azienda passò prima nelle mani del figlio Horst e, dopo la sua morte avvenuta 3 anni dopo, nelle mani delle 4 figlie di Adi che la vendettero.
L'azienda, dopo un lungo periodo di crisi e difficoltà e dopo aver iniziato a produrre anche abbigliamento e scarpe per ogni sport, riuscì a risollevarsi e nel 2000 divenne fornitrice ufficiale e licenziataria del Campionato Europeo di calcio.
Oggi, Adidas è la seconda più grande compagnia del mondo nella vendita di articoli sportivi dopo la Nike, ma resta comunque il marchio dominante in Europa.
In fondo, il suo slogan "Impossible is Nothing" è un ottimo motto per il futuro.
venerdì 15 aprile 2011
La Tour Eiffel: storia e info utili alla visita
Il mio 100° post lo dedico a uno dei luoghi che ho visitato (nel lontano 2006) e più romantici della Terra: la Tour Eiffel.
Simbolo di Parigi e della Francia, la Torre fu costruita in soli due anni e servì come entrata dell'Esposizione universale del 1889.
Prende il nome dal suo progettista, Gustave Eiffel che costruì anche la struttura interna della Statua della Libertà (infatti su Liberty Island, l'isolotto dove si trova oggi la statua, c'è una scultura dedicata proprio a lui).
La Torre Eiffel è alta ben 320 m (compresa l'antenna), ha ben 1652 gradini fino al terzo livello e pesa 10100 tonnellate.
Fatta tutta di ferro, oggi è l'attrattiva principale della città di Parigi, un monumento che si vede da qualsiasi punto della città.
E' diviso in 3 livelli: un primo livello, a 57 m che ospita anche un ufficio postale; un secondo che ospita uno dei ristoranti migliori di Parigi; il terzo livello, a 274 m che offre una delle viste panoramiche più belle del mondo.
E' visitabile:
- dal 17 Giugno al 28 Agosto dalle 9:00 a mezzanotte
- nel resto dell'anno dalle 9:30 alle 23:00
I prezzi sono accessibili a tutti: fino al 2° piano il prezzo a piedi è di 4,70€, in ascensore 8,20€; mentre chi volesse raggiungere il top della torre il prezzo è di 13,40€ (completamente in ascensore).
Per i giovani fino a 24 anni i prezzi sono inferiori (qui trovate la tabella dei prezzi completa).
Sono quelle sensazioni che difficilmente si possono descrivere con le parole; solo chi ci è stato può capire cosa ci si prova lassù.
E la magia della Torre raggiunge il culmine al calare del Sole quando l'intero monumento si illumina di scintillii di luce, creando un'atmosfera unica.
Credo sia impossibile rifiutare una proposta d'amore sotto o in cima alla Tour Eiffel.
D'altronde, se è stata candidata per divenire una delle 7 meraviglie del mondo (anche se poi non è stata riconosciuta tale) un motivo ci sarà.
giovedì 14 aprile 2011
Non lasciarmi
L'altra sera mi sono imbattuta in un film troppo drammatico e di cui non si è parlato tanto.
Il titolo è Non lasciarmi (Never let me go), tratto dal romanzo di Kazuo Ishiguro.
LA TRAMA
Il film inizia con una voce fuori campo e con questa scena.
La voce fuori campo è quella della protagonista, Kathy, che guarda il suo amico Tommy, di cui è stata sempre innamorata, in una sala operatoria. E subito inizia il flashback che riporta Kathy, Tommy e Ruth alla loro infanzia, nel collegio inglese di Hailsham. Un luogo apparentemente da sogno, ma nel quale scopriranno una dura verità che si ripercuoterà su tutta la loro breve vita.
Preferisco non aggiungere altro per lasciarvi il piacere di assaporare questo film, che contiene sicuramente un messaggio importante che vi farà riflettere.
Se vi è piaciuto o vi piacerà, vi consiglio anche The Island e Io Robot.
Il titolo è Non lasciarmi (Never let me go), tratto dal romanzo di Kazuo Ishiguro.
LA TRAMA
Il film inizia con una voce fuori campo e con questa scena.
La voce fuori campo è quella della protagonista, Kathy, che guarda il suo amico Tommy, di cui è stata sempre innamorata, in una sala operatoria. E subito inizia il flashback che riporta Kathy, Tommy e Ruth alla loro infanzia, nel collegio inglese di Hailsham. Un luogo apparentemente da sogno, ma nel quale scopriranno una dura verità che si ripercuoterà su tutta la loro breve vita.
Preferisco non aggiungere altro per lasciarvi il piacere di assaporare questo film, che contiene sicuramente un messaggio importante che vi farà riflettere.
Se vi è piaciuto o vi piacerà, vi consiglio anche The Island e Io Robot.
Carne clonata sulle nostre tavole
Prendo spunto da un articolo pubblicato ultimamente su La stampa per parlare di un argomento delicato: quello della messa in commercio di carne di animali clonati.
Mentre negli Usa, in Argentina e in Brasile, la vendita di carne dei discendenti dei cloni è ammessa tranquillamente, in Europa c'era stano un No netto verso la clonazione per scopo alimentare. Era, tuttavia, concessa la clonazione per la ricerca, per la ricerca farmaceutica o per preservare le specie in via di estinzione.
Purtroppo oggi la Gran Bretagna come altri paesi dell'Europa del Nord aprono le porte a questi "prodotti".
Il problema è uno solo: già la pecora Dolly di Ian Wilmut si suppone sia morta prematuramente per problemi polmonari. Ancora oggi, però, è diffusa l'idea che i cloni, che altro non sono che delle fotocopie, sin dalla nascita, presentino uno stato di salute precario e perciò abbiano bisogno di antibiotici, antinfiammatori, antivirali e altri farmaci ancora.
Adesso io mi chiedo: perchè dovremmo mangiare questa roba, col rischio di rendere più deboli noi stessi?
Se proprio si vuole guadagnare con questo commercio, allora quello che a gran voce chiedono in tanti è di utilizzare un'etichettatura che permetta a noi consumatori di distinguere la carne clonata da quella "normale", per lasciarci liberi di scegliere consapevolmente.
Altrimenti, non ci resta che il protezionismo, cioè la chiusura dello Stato alle importazioni, evitando così che merce clonata giunga sulle nostre tavole.
Mentre negli Usa, in Argentina e in Brasile, la vendita di carne dei discendenti dei cloni è ammessa tranquillamente, in Europa c'era stano un No netto verso la clonazione per scopo alimentare. Era, tuttavia, concessa la clonazione per la ricerca, per la ricerca farmaceutica o per preservare le specie in via di estinzione.
Purtroppo oggi la Gran Bretagna come altri paesi dell'Europa del Nord aprono le porte a questi "prodotti".
Il problema è uno solo: già la pecora Dolly di Ian Wilmut si suppone sia morta prematuramente per problemi polmonari. Ancora oggi, però, è diffusa l'idea che i cloni, che altro non sono che delle fotocopie, sin dalla nascita, presentino uno stato di salute precario e perciò abbiano bisogno di antibiotici, antinfiammatori, antivirali e altri farmaci ancora.
Adesso io mi chiedo: perchè dovremmo mangiare questa roba, col rischio di rendere più deboli noi stessi?
Se proprio si vuole guadagnare con questo commercio, allora quello che a gran voce chiedono in tanti è di utilizzare un'etichettatura che permetta a noi consumatori di distinguere la carne clonata da quella "normale", per lasciarci liberi di scegliere consapevolmente.
Altrimenti, non ci resta che il protezionismo, cioè la chiusura dello Stato alle importazioni, evitando così che merce clonata giunga sulle nostre tavole.
martedì 12 aprile 2011
I tipi di velo della cultura islamica
Dopo l'entrata in vigore di ieri della legge che vieta il burqa in Francia, ho deciso di parlare delle varie tipologie di velo esistenti nella cultura musulmana. Infatti, ne esistono di diversi, a seconda dell'appartenenza geografica della donna: il burqa, il chador , il niqab, l'hijab.
IL BURQA
Si indica un capo d'abbigliamento, tipico dell' Afghanistan, che può essere di due tipi: uno che lascia scoperti gli occhi; l'altro, conosciuto come burqa completo, è un abito blu che copre sia la testa che il corpo e che prevede una sorta di finestrella all'altezza degli occhi per permettere alla donna di vedere, impedendole però di scoprire gli occhi.
IL CHADOR
Il termine chador in persiano vuol dire proprio "velo, mantello" ed è un indumento tradizionale iraniano che ricopre il capo e le spalle, lasciando totalmente scoperto il viso. L'origine, secondo la scrittrice Fadwa El Guindi, risale alla Mesopotamia, dove le donne rispettate indossavano il velo per distinguersi dalle prostitute che invece erano scoperte.
IL NIQAB
E' un velo, usato in Arabia Saudita, che copre il volto, lasciando scoperti gli occhi. Composto da due parti: una che, collocata al di sotto degli occhi, va a coprire naso e bocca e viene legata dietro le orecchie; l'altra va a ricoprire i capelli e parte del busto.
L'HIJAB
Il significato di questo termine è proprio "nascondere allo sguardo, celare" e indica un fazzoletto largo, che può avere colori diversi e che mira a coprire nuca, capelli ed orecchie.
IL BURQA
Si indica un capo d'abbigliamento, tipico dell' Afghanistan, che può essere di due tipi: uno che lascia scoperti gli occhi; l'altro, conosciuto come burqa completo, è un abito blu che copre sia la testa che il corpo e che prevede una sorta di finestrella all'altezza degli occhi per permettere alla donna di vedere, impedendole però di scoprire gli occhi.
IL CHADOR
Il termine chador in persiano vuol dire proprio "velo, mantello" ed è un indumento tradizionale iraniano che ricopre il capo e le spalle, lasciando totalmente scoperto il viso. L'origine, secondo la scrittrice Fadwa El Guindi, risale alla Mesopotamia, dove le donne rispettate indossavano il velo per distinguersi dalle prostitute che invece erano scoperte.
IL NIQAB
E' un velo, usato in Arabia Saudita, che copre il volto, lasciando scoperti gli occhi. Composto da due parti: una che, collocata al di sotto degli occhi, va a coprire naso e bocca e viene legata dietro le orecchie; l'altra va a ricoprire i capelli e parte del busto.
L'HIJAB
Il significato di questo termine è proprio "nascondere allo sguardo, celare" e indica un fazzoletto largo, che può avere colori diversi e che mira a coprire nuca, capelli ed orecchie.
Yuri Gagarin nel doodle di Google
Stamattina mi sono svegliata e, ancor prima di fare colazione, ho acceso il mio piccolo pc. E ho trovato, appena connessa alla rete, il nuovo doodle di Google: questa volta dedicato al 50° anniversario del primo viaggio nello spazio, avvenuto per l'appunto il 12 Aprile 1961.
Un doodle che riporta la scritta Google, ma che al posto delle due O vede da un lato il casco dell'uomo protagonista di questo primo viaggio, il russo Yuri Gagarin, e dall'altro il mondo.
Ci sono comunque due versioni di questo doodle, a seconda del browser che si usa: una statica e un'altra in cui si vede il razzo partire verso lo spazio.
Come molti hanno notato, non ci sono bandiere o simboli che sottolineano la nazione che per prima ha visitato lo spazio. Forse semplicemente per dire che è stata una conquista per tutti e che tutti, al di là del colore, della nazione, della razza, della religione, dobbiamo andarne fieri.
Un doodle che riporta la scritta Google, ma che al posto delle due O vede da un lato il casco dell'uomo protagonista di questo primo viaggio, il russo Yuri Gagarin, e dall'altro il mondo.
Ci sono comunque due versioni di questo doodle, a seconda del browser che si usa: una statica e un'altra in cui si vede il razzo partire verso lo spazio.
Come molti hanno notato, non ci sono bandiere o simboli che sottolineano la nazione che per prima ha visitato lo spazio. Forse semplicemente per dire che è stata una conquista per tutti e che tutti, al di là del colore, della nazione, della razza, della religione, dobbiamo andarne fieri.
lunedì 11 aprile 2011
Limitless: quando una pillola può far miracoli ( e non parlo del Viagra!!!)
Anche questa settimana il cinema ci riserva uscite che hanno creato negli spettatori tanta attesa e curiosità. Questa volta si tratta del film "Limitless" (in italiano significa "senza limite"), tratto dal romanzo di Alan Glynn .The Dark Side (2006), in uscita nelle sale italiane il 15 Aprile 2011.
LA TRAMA
Il film racconta la storia di uno scrittore, Eddie Morra, in un periodo critico della sua vita, bloccato nello scrivere il suo romanzo e lasciato dalla sua fidanzata. Ma sulla via del ritorno incontra un suo vecchio amico che gli propone una pillola, la NZT, in grado di ampliare le potenzialità della mente. Grazie all'ausilio della NZT, Eddie concluderà il suo romanzo, riconquisterà la sua ragazza e farà anche tanti soldi. Ma, come è normale che sia, la pillola porterà anche effetti collaterali: non solo a livello fisico, ma anche a livello di nemici.
CURIOSITA'
Il protagonista avrebbe dovuto essere Shia LaBoeuf, ma a causa di un incidente d'auto è stato rimpiazzato da Bradley Cooper, in continua ascesa dopo Una notte da leoni.
LA TRAMA
Il film racconta la storia di uno scrittore, Eddie Morra, in un periodo critico della sua vita, bloccato nello scrivere il suo romanzo e lasciato dalla sua fidanzata. Ma sulla via del ritorno incontra un suo vecchio amico che gli propone una pillola, la NZT, in grado di ampliare le potenzialità della mente. Grazie all'ausilio della NZT, Eddie concluderà il suo romanzo, riconquisterà la sua ragazza e farà anche tanti soldi. Ma, come è normale che sia, la pillola porterà anche effetti collaterali: non solo a livello fisico, ma anche a livello di nemici.
CURIOSITA'
Il protagonista avrebbe dovuto essere Shia LaBoeuf, ma a causa di un incidente d'auto è stato rimpiazzato da Bradley Cooper, in continua ascesa dopo Una notte da leoni.
sabato 9 aprile 2011
I misteri delle carceri: un altro "apparente suicidio"
E ancora una volta si torna a parlare delle carceri italiane. Sì, perchè questa notizia non è stata affatto comunicata dalle nostre televisioni nazionali, ma lo si è appreso solo sul web.
Un altro ragazzo di 22 anni di Manduria morto in carcere. Questa volta nel carcere di Bari.
Si suppone possa trattarsi di suicidio visto che è stato trovato il 30 Marzo scorso appeso ad un lenzuolo nella sua cella. Ma la verità potrebbe essere un'altra.
Infatti, il giovane in passato aveva testimoniato contro 9 agenti penitenziari, accusati di aver compiuto violenze all'interno del carcere minorile di Lecce.
Questa è la società in cui viviamo? Dovrebbero far luce sull'ambiente carcerario, un ambiente così nascosto, segreto, dove ognuno può fare esattamente ciò che gli passa per la testa (e parlo di chi ha il potere lì dentro, non dei detenuti). Ci vorrebbero delle "guardie" degli agenti penitenziari stessi. Senza un controllo,purtroppo, le regole non vengono rispettate!
Un altro ragazzo di 22 anni di Manduria morto in carcere. Questa volta nel carcere di Bari.
Si suppone possa trattarsi di suicidio visto che è stato trovato il 30 Marzo scorso appeso ad un lenzuolo nella sua cella. Ma la verità potrebbe essere un'altra.
Infatti, il giovane in passato aveva testimoniato contro 9 agenti penitenziari, accusati di aver compiuto violenze all'interno del carcere minorile di Lecce.
Questa è la società in cui viviamo? Dovrebbero far luce sull'ambiente carcerario, un ambiente così nascosto, segreto, dove ognuno può fare esattamente ciò che gli passa per la testa (e parlo di chi ha il potere lì dentro, non dei detenuti). Ci vorrebbero delle "guardie" degli agenti penitenziari stessi. Senza un controllo,purtroppo, le regole non vengono rispettate!
giovedì 7 aprile 2011
Campagna anti-fumo con foto choc
Contro un male che affligge tantissime persone nel mondo, senza distinzione di razza, sesso, religione, finalmente qualcuno ricorre ad una campagna choc per combatterlo.
Stiamo parlando del fumo da sigaretta e di una campagna antifumo messa in atto in Australia, una campagna che ricorre ad immagini davvero impressionanti, ma completamente reali, immagini che mostrano ai fumatori stessi quelle che sono le conseguenze del fumare.
In questa si dice "Fumare causa il cancro alla bocca e alla gola" e viene mostrata un'immagine di cancro alla bocca ( impressionante!). Io, se fumassi, smetterei all'istante.
In quest'altra, vengono messi a confronto i polmoni di un NON FUMATORE con quelli di un FUMATORE. Le immagini parlano chiaro e il messaggio dice "Fumare causa il cancro fatale ai polmoni".
Adesso mi chiedo: perchè anche l'Italia non adotta questa campagna? Sono sicura della sua efficacia xkè già a me queste immagini impressionano.
C'è una bella differenza tra lo scrivere semplicemente "Il fumo uccide" e inserire queste immagini.
Voi che ne pensate?
mercoledì 6 aprile 2011
Referendum del 12 e 13 Giugno 2011: conoscere per decidere
Purtroppo ne stiamo sentendo poco parlare (chissà perchè) ma il 12 e il 13 Giugno tutti i cittadini Italiani sono chiamati ad esprimere il proprio parere su 4 quesiti.
Ma partiamo dal principio.
Il referendum è uno strumento di democrazia diretta con il quale il corpo elettorale esprime direttamente il proprio parere su un tema oggetto di discussione.
Esistono varie tipologie di referendum; quelli del prossimo Giugno sono referendum abrogativi che hanno come obiettivo quello di abrogare una legge esistente, eliminandola dall'ordinamento.
Per indire un referendum abrogativo è necessario raccogliere 500.000 firme: e questo è stato fatto.
Affinchè il referendum sia valido è necessario che vada a votare il 50% + 1 degli aventi diritto: e qui ci sta il problema perchè naturalmente coloro che non sono interessati o che comunque voteranno NO ai quattro quesiti preferiranno non presentarsi alle urne, rendendo così difficile il raggiungimento del quorum.
Ma soffermiamoci adesso sul contenuto dei quesiti:
1. Il primo chiede di abrogare il legittimo impedimento, ovvero l'istituto che permette a un imputato, in alcuni casi, di giustificare la propria assenza in aula;
2. Il secondo chiede di abrogare la norma per la realizzazione in Italia di impianti di produzione di energia nucleare;
3. e 4. chiedono di abrogare le norme relative alla privatizzazione dell'acqua.
I quesiti per intero sono visionabili qui.
Qualsiasi sia la vostra scelta, l'importante è che siate informati su quello che accade intorno a tutti noi.
In fondo, senza informazione e senza la conoscenza non si possono prendere delle decisioni.
Ma partiamo dal principio.
Il referendum è uno strumento di democrazia diretta con il quale il corpo elettorale esprime direttamente il proprio parere su un tema oggetto di discussione.
Esistono varie tipologie di referendum; quelli del prossimo Giugno sono referendum abrogativi che hanno come obiettivo quello di abrogare una legge esistente, eliminandola dall'ordinamento.
Per indire un referendum abrogativo è necessario raccogliere 500.000 firme: e questo è stato fatto.
Affinchè il referendum sia valido è necessario che vada a votare il 50% + 1 degli aventi diritto: e qui ci sta il problema perchè naturalmente coloro che non sono interessati o che comunque voteranno NO ai quattro quesiti preferiranno non presentarsi alle urne, rendendo così difficile il raggiungimento del quorum.
Ma soffermiamoci adesso sul contenuto dei quesiti:
1. Il primo chiede di abrogare il legittimo impedimento, ovvero l'istituto che permette a un imputato, in alcuni casi, di giustificare la propria assenza in aula;
2. Il secondo chiede di abrogare la norma per la realizzazione in Italia di impianti di produzione di energia nucleare;
3. e 4. chiedono di abrogare le norme relative alla privatizzazione dell'acqua.
I quesiti per intero sono visionabili qui.
Qualsiasi sia la vostra scelta, l'importante è che siate informati su quello che accade intorno a tutti noi.
In fondo, senza informazione e senza la conoscenza non si possono prendere delle decisioni.
martedì 5 aprile 2011
Paul Gauguin: l'artista affascinato dalla Polinesia
L'idea di scrivere questo post parte da una notizia che arriva da New York dove una donna ha preso a pugni un dipinto dell'artista francese Paul Gauguin, esposto alla National Gallery, considerandolo il male.
Ma è di questo pittore e della sua trasformazione che voglio parlare.
Nasce a Parigi nel 1848, ma vive per i primi 7 anni della sua vita a Lima, in Perù e forse già lì si sviluppa in lui l'amore per la natura e la semplicità.
Gauguin nasce come pittore impressionista, ma ben presto si accorge che non è adatto al proprio temperamento. Ecco uno dei suoi dipinti del periodo. Ci servirà a cogliere meglio la sua evoluzione.
Dopo varie vicende che caratterizzano la sua vita, nel 1891 Paul Gauguin decide di partire, partire per un luogo lontano, ovvero Tahiti, in Polinesia.
Dopo un viaggio durato 63 giorni, sbarca a Papeete, il capoluogo di Tahiti, ma ben presto si rende conto che quel posto è troppo simile all'Occidente, a causa della presenza di moltissimi funzionari francesi; e così, spostandosi da un villaggio all'altro, si ferma finalmente a Mataiea, in una capanna davanti all'oceano.
Questa sua scelta è riconducibile al suo desiderio di entrare in contatto con l'autenticità della civiltà maori e con la loro genuinità.
In un racconto biografico scrisse che la permanenza in quel luogo così lontano da tutto gli permise di iniziare a pensare con semplicità, ad amare il prossimo, a godere tutte le gioie della vita libera, senza preoccupazioni, in una pace interiore.
E questa serenità la si può trovare nella vivacità dei colori delle sue tele, nella luce che illumina ogni dipinto (in contrasto con i dipinti impressionisti), proprio per sottolineare l'amore verso questa civiltà.
Ma è di questo pittore e della sua trasformazione che voglio parlare.
Nasce a Parigi nel 1848, ma vive per i primi 7 anni della sua vita a Lima, in Perù e forse già lì si sviluppa in lui l'amore per la natura e la semplicità.
Gauguin nasce come pittore impressionista, ma ben presto si accorge che non è adatto al proprio temperamento. Ecco uno dei suoi dipinti del periodo. Ci servirà a cogliere meglio la sua evoluzione.
Dopo varie vicende che caratterizzano la sua vita, nel 1891 Paul Gauguin decide di partire, partire per un luogo lontano, ovvero Tahiti, in Polinesia.
Dopo un viaggio durato 63 giorni, sbarca a Papeete, il capoluogo di Tahiti, ma ben presto si rende conto che quel posto è troppo simile all'Occidente, a causa della presenza di moltissimi funzionari francesi; e così, spostandosi da un villaggio all'altro, si ferma finalmente a Mataiea, in una capanna davanti all'oceano.
Questa sua scelta è riconducibile al suo desiderio di entrare in contatto con l'autenticità della civiltà maori e con la loro genuinità.
In un racconto biografico scrisse che la permanenza in quel luogo così lontano da tutto gli permise di iniziare a pensare con semplicità, ad amare il prossimo, a godere tutte le gioie della vita libera, senza preoccupazioni, in una pace interiore.
E questa serenità la si può trovare nella vivacità dei colori delle sue tele, nella luce che illumina ogni dipinto (in contrasto con i dipinti impressionisti), proprio per sottolineare l'amore verso questa civiltà.
lunedì 4 aprile 2011
C'è chi dice no
Come ogni settimana, dedico un post al cinema, a quel film che più mi incuriosisce e che uscirà nelle sale questo venerdì.
Questa volta ho soffermato la mia attenzione su una pellicola italiana: "C'è chi dice no" con Luca Argentero, Paolo Ruffini e Paola Cortellesi.
La trama promette bene: infatti, il film presenta le storie di 3 ex compagni di scuola che si ritrovano dopo 20 anni e si rendono conto che combattono tutti e tre contro un nemico comune: i raccomandati.
Quanti di noi non si sono trovati almeno una volta nella stessa situazione? Chi nella scuola, chi nel lavoro, chi nella vita di tutti i giorni, anche semplicemente in fila alla posta o in banca. Insomma, è un male che perseguita un po' tutti.
D'altronde da una società, come quella in cui viviamo, dove non viene premiato il merito, ma altri canoni come la bellezza, la disponibilità a "dare o fare altro", cosa ci si aspetta?
La raccomandazione è una scorciatoia, un modo per passare avanti nella fila, un modo per essere visto con occhi differenti, un modo molto più facile per arrivare all'obiettivo.
Il titolo di questo film lancia un messaggio chiaro: che in questa società, per fortuna, c'è chi dice no alle raccomandazioni e non si abbassa a questa agevolazioni.
Pur di restare in una situazione critica e difficile, va avanti a testa alta, sapendo che quello che ha è esattamente quello che si è meritato e che ha ottenuto solo con le sue capacità.
Questa volta ho soffermato la mia attenzione su una pellicola italiana: "C'è chi dice no" con Luca Argentero, Paolo Ruffini e Paola Cortellesi.
La trama promette bene: infatti, il film presenta le storie di 3 ex compagni di scuola che si ritrovano dopo 20 anni e si rendono conto che combattono tutti e tre contro un nemico comune: i raccomandati.
Quanti di noi non si sono trovati almeno una volta nella stessa situazione? Chi nella scuola, chi nel lavoro, chi nella vita di tutti i giorni, anche semplicemente in fila alla posta o in banca. Insomma, è un male che perseguita un po' tutti.
D'altronde da una società, come quella in cui viviamo, dove non viene premiato il merito, ma altri canoni come la bellezza, la disponibilità a "dare o fare altro", cosa ci si aspetta?
La raccomandazione è una scorciatoia, un modo per passare avanti nella fila, un modo per essere visto con occhi differenti, un modo molto più facile per arrivare all'obiettivo.
Il titolo di questo film lancia un messaggio chiaro: che in questa società, per fortuna, c'è chi dice no alle raccomandazioni e non si abbassa a questa agevolazioni.
Pur di restare in una situazione critica e difficile, va avanti a testa alta, sapendo che quello che ha è esattamente quello che si è meritato e che ha ottenuto solo con le sue capacità.
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