L'altra sera ero intenta a vedere "Rabbit Hole", l'ultimo film della Kidman, completamente trasformata e irriconoscibile dopo gli ultimi interventi al viso. Un film deprimente.
Ma durante la visione, sono saltati fuori i nomi di Orfeo ed Euridice, un mito che da quando ne sono venuta a conoscenza, mi ha colpito ed è rimasto nella mia mente, o nel mio cuore, dato che è drammaticamente romantico.
Il mito parla di una storia d'amore tra due giovani: Orfeo, famoso poeta e musicista, che con la sua lira riusciva ad ammaliare persino le belve feroci, gli alberi e i sassi, tornato da un'avventura con gli Argonauti, sposò Euridice, una bellissima ninfa dei boschi.
Ma questa, un giorno, cercando di fuggire da Aristeo che voleva abusare di lei, calpestò un serpente che la morse provocandole la morte.
Così Orfeo, pur di riavere la sua amata, mosso dall'amore e dal suo coraggio, scese nell'Oltretomba e con la sua musica riuscì ad incantare anche Ade e a convincerlo a restituire la giovane al mondo dei vivi.
Ma Ade pose una condizione: che Orfeo non si sarebbe voltato e non avrebbe parlato con Euridice fino a che non fosse finito il viaggio.
Per tutto il viaggio Orfeo allietò Euridice con la sua musica e, non appena intravide una luce, mosso dal desiderio di poter guardare la sua donna e divorato dal dubbio di esser stato imbrogliato, si voltò per assicurarsi che lei fosse con lui e fu così che la perse per sempre.
Questo mito ha avuto, nel corso degli anni, tante interpretazioni: quella mia personale è che, comunque, per amore si è disposti a tutto, anche a scendere negli Inferi, ma che, nonostante ciò, è impossibile cambiare quello che è il destino, quello che è scritto per ognuno di noi da quando veniamo al mondo.
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