Ho sentito la notizia ieri sera, mentre ero a letto e pensavo che fosse solo un incubo.
Invece no e stamattina ne ho avuto la conferma.
Un sergente americano, in Afghanistan, di 35 anni, sposato e padre di due figli, ha ucciso 16 afgani innocenti: si trattava di donne, bambini e anziani.
L'uomo ha nel suo curriculum 3 missioni in Iraq e da Dicembre era in Afghanistan.
Non si sa cosa l'abbia spinto a commettere quest'azione, ma c'è chi giura di averlo visto ridere mentre sparava a raffica su poveri innocenti, bambini che avevano solo "la colpa" di essere afgani.
Oggi si parla di "crollo nervoso", ma, a mio parere, non c'è e non si deve assolutamente trovare una giustificazione a questo gesto imperdonabile.
Un massacro di innocenti.
Le testimonianze degli abitanti di quei villaggi dicono che, in realtà, non si è trattato di un singolo, ma di un gruppetto di soldati ubriachi che, prima sono piombati nelle case dei civili e li hanno sparati, e poi, forse non ancora soddisfatti, li hanno bruciati.
Come è possibile tutto ciò?
Non voglio trovare nè un colpevole nè una vittima: voglio solo ribadire quanto sia brutale la guerra.
La stessa parola, GUERRA, fa paura: l'allitterazione della R mi fa pensare alla Rabbia, al Terrore, alla Distruzione non solo di villaggi, paesi, case, ma soprattutto della persona.
Si dice che chi sia stato in guerra, al suo ritorno (sempre se ha avuto la fortuna di tornare) non è più lo stesso: la guerra ti distrugge, ti fa vedere tanta sofferenza, morte, sangue, tutti momenti che ti porterai dietro per tutta la vita e che niente e nessuno potrà cancellare.
E si sa che spesso in guerra si ricorre all'uso di sostanze stupefacenti per cercare di vedere del bello e del positivo anche dove non c'è.
La guerra non porta a niente di buono: solo massacri, morte, dolore.
Se davvero vogliamo raggiungere la pace o almeno vogliamo cercare di vivere sereni, la strada della guerra, delle armi, delle invasioni è sicuramente la strada più sbagliata.
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