domenica 18 marzo 2012

Zeppole e falò per San Giuseppe

Domani, 19 Marzo, per la festa del papà, la tradizione vuole che si mangino le zeppole: al forno o fritte, con crema passticcera, al caco o alla gianduia, con amarene o senza. (qui la ricetta).
Ma accanto a questa tradizione legata alla cucina, ve n'è un'altra: quella del falò di San Giuseppe.
Questa festa coincide anche con la fine dell'inverno e i falò che si allestiscono in molti quartieri della città riprendono un po' i riti pagani di purificazione agraria, dove ciò che resta del raccolto sui campi viene accatastato e bruciato.
Un modo per salutare l'inverno con il suo gelo e e i suoi tempi grigi e dare il benvenuto alla primavera che porta la rinascita della natura e migliora anche i raccolti.
Anche a Taranto, la mia città, si è soliti allestire questi falò in vari angoli della città: a bruciare, però, non saranno i residui del raccolto, ma ben altro. 
Diciamo legno già lavorato!
Vi assicuro che la magia c'è sempre: dall'attesa dell'accensione del falò al divampare delle fiamme che illuminano e riscaldano tutto ciò che c'è intorno.
In quest'occasione, infatti, il fuoco non fa paura nè tantomeno viene visto come qualcosa di negativo: quel legno che arde ci dà l'idea che abbiamo messo da parte il passato per vivere a pieno il presente.


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