lunedì 15 ottobre 2012

Blocco 11: il Blocco della Morte

La parte finale di ogni visita ad Auschwitz prevede la visita del blocco 11, soprannominato il Blocco della Morte.
Ma procediamo per gradi.
Prima di entrare nel blocco 11, bisogna necessariamente dare un'occhiata al cortile tra il blocco 10 e il blocco 11: in quel cortile oggi è stato ricostruito un muro, detto il Muro della Morte, per ricordare tutti coloro che proprio lì sono stati fucilati.
I motivi potevano essere diversi: per essere in possesso di una radio, per aver raccolto una mela, per aver fatto i propri bisogni durante il lavoro, per essere lenti nel lavoro.
Le persiane di entrambi i blocchi sono in legno e sono state messe per evitare che qualcuno potesse assistere a quelle esecuzioni.
In questo modo, i prigionieri sentivano solo le urla di chi stava per essere giustiziato e capiva dai rumori, dagli spari cosa stava accadendo lì fuori.
Mentre nel blocco 10 venivano effettuati dal medico Clauberg esperimenti di sterilizzazione sulle donne per realizzare così uno sterminio biologico di massa, nel blocco 11 c'era l'inferno.
E' nei sotterranei del blocco 11 che c'erano le prigioni, diverse celle buie e soffocanti in cui la morte era quasi certa.
Tra le tante celle, ve ne sono 3 più tragiche:
  • la cella n° 18: si moriva di fame. E' qui che fu rinchiuso il sacerdote polacco Maksymilian Kolbe che sacrificò la sua vita per salvare quella di un prigioniero;
  • la cella n° 20: si moriva per soffocamento. La cella presenta un piccolo foro in alto, non sufficiente a dare ossigeno al numero elevato di prigionieri che venivano lì rinchiusi;
  • la cella n° 22: si moriva anche qui per soffocamento, ma era una cella speciale. Essa era stata divisa in 4 piccoli bunker di 1 mq alla quale si accedeva dal basso e nella quale veniva spesso messi 4-5 persone. Morivano murati vivi.
In tutto questo terrore, c'era anche il medico Mengele che faceva numerosi esperimenti sui gemelli e sui menomati fisici.
Iniettava loro il tifo e altre sostanze nocive per cambiare il colore dei loro occhi: il suo scopo era quello di capire come far nascere gemelli in modo da far crescere di numero la razza ariana.
Pura follia!


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