Lo scorso 11 Ottobre è stata indetta, per la prima volta, la Giornata delle bambine, dedicata a tutte coloro che sono vittime innocenti di forme di ferocia di ogni tipo: infanticidi, mutilazioni genitali, matrimoni precoci, sfruttamento sessuale e tanto ancora.
Come in ogni Paese povero e arretrato del mondo, anche in Perù ci sono moltissime bambine che non vivono la loro infanzia per colpa di adulti malati, egoisti e sfruttatori.
Si conta che in tutto il Perù siano 150 mila le bambine strappate ai loro villaggi e mandate in città per lavorare come domestiche per 16 ore al giorno, senza l'ombra di uno stipendio.
Anzi, quando arrivano in città, i loro stessi "padroni" le violentano, le tengono prigioniere e le picchiano, come se fossero delle schiave o degli animali.
Si tratta di bambine anche molto piccole, di 8 anni che sognano una vita diversa e migliore in città, ma, in realtà, trovano un mondo ancora più triste: tutto il giorno a cucinare, a fare le pulizie, il bucato e a lavorare ad un fruttivendolo o a qualcos'altro.
E la causa di tutto questo male è da ricercare sempre nella povertà, nell'ignoranza, nelle famiglie numerose, incapaci di crescere e badare ai loro figli.
Il lavoro domestico è quello più svolto dai bambini del Perù, una forma di sfruttamento ancora più atroce perchè nascosta e incontrollabile.
E l'aspetto più incredibile sta nel fatto che queste bambine sono sfruttate da famiglie di poliziotti, di infermieri, di insegnanti che dovrebbero essere i primi a dare l'esempio, svolgendo un lavoro che aiuta gli altri.
Questa migliaia di bambine hanno il volto scuro, simile a quello degli indios delle Ande, un volto nel quale si legge la ferocia e la crudeltà di una società maschilista e razzista, in cui essere donna e domestica equivale a essere dei rifiuti della società, di cui tutti possono prendersi gioco.
Bambine a cui è stata tolta la loro infanzia, che provano rabbia verso i loro genitori e odio verso i loro aguzzini, che non riescono ad amare e a fidarsi degli altri perchè non sono state a loro volta amate.
Bambine che, però, grazie a molte organizzazioni umanitarie, hanno ancora una speranza di avere un futuro di felicità e serenità.
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