mercoledì 8 agosto 2012

I manicomi dell'Egitto

Ogni società è formata da persone, buone e cattive, e il più delle volte tiene per sè quelle buone per "escludere" quelle cattive.
E per farlo ci sono i manicomi: oggi, in Italia, li chiamiamo ospedali psichiatrici giudiziari e lì vivono tutti i considerati "pazzi" e chi ha commesso dei reati, più o meno gravi.
I primi ospedali psichiatrici del mondo furono costruiti in Oriente e in Egitto e i primi scritti a trattare la malattia mentale sono stati degli scritti arabi del IX e del X secolo.
In Egitto, i manicomi curano i "matti" con una cura che ha un solo nome, la prigionia.
Il potere non sa dove metterli, la religione li trova ingombranti e così per queste persone, molte delle quali non hanno nulla, non resta che vivere una vita di prigionia, pillole e violenza.
Nel documentario dell'altra sera di DOC3, protagonisti erano uomini e donne, giovani e anziani, rinchiusi anche da anni nel manicomio di Abbassya.
La maggior parte di essi si trova lì per colpa dell'ignoranza: purtroppo in Egitto, così come in tanti altri paesi, la gente si fa influenzare da credenze popolari e religiose e rinchiude in manicomi i propri figli per vari motivi.
C'è un ragazzo, considerato indemoniato, solo perchè si rifiuta di leggere il Corano; una donna rimasta vedova rinchiusa dal fratello solo perchè si è rifiutata di risposarsi; un'altra donna, maltrattata dal marito e considerata posseduta; un giovane, considerato da suo padre schizofrenico e rinchiuso perchè lo rendeva ridicolo agli occhi di tutto il quartiere.
Tutte storie diverse, ma che sono legate dal filo dell'ignoranza che decide della tua vita, spesso con scelte sbagliate e dettate dal timore del giudizio degli altri.
Anche chi non è matto, in quel posto finisce per diventarlo, sotto la pressione dei medici, il numero eccessivo di medicine e la violenza e gli abusi.
Una realtà difficile da credere, la realtà di chi viene emarginato dalla società per finire nei manicomi che non sono altro che la discarica dei diversi.


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