In questi giorni di festa sono venuta a conoscenza di un breve documentario sulla città di Taranto.
Il titolo è "SettanTA" ed è stato realizzato dal regista pugliese Pippo Mezzapesa, nei giorni successivi all'uragano che si è abbattuto sulla città pugliese.
In molte scene il regista ha aggiunto i sottotitoli perchè alcuni passaggi ed espressioni risultano davvero difficili da comprendere per chi non è delle nostre parti.
Il documentario racconta la vita di un uomo tarantino che vive nel rione Tamburi, alle case-parcheggio: sono case di emergenza, costruite per ospitare coloro che vivevano nel Borgo antico di Taranto e che, dopo vari crolli, necessitavano di un'altra abitazione.
L'uomo non ha un lavoro e così "per fare la giornata" (cioè guadagnare qualche soldo, nel dialetto tarantino) invita tutti gli abitanti della zona ad acquistare dei numeri per una riffa tutta particolare: in palio ci sono due cestini di vari generi alimentari (provolone, salsiccia, dolci) e il numero (Settanta, per l'appunto) viene estratto sempre da un bambino, simbolo dell'innocenza e garanzia di trasparenza della riffa.
Tra un acquisto e l'altro, si sentono le voci dei cittadini che parlano dell'Ilva e la associano alla morte, alle malattie; c'è chi dice di preferire la salute al lavoro e chi chiede solo tre cose: salute, ambiente e lavoro, così difficili da far convivere.
Un occhio su una parte della città, molto spesso dimenticata, e nella quale sembra che il tempo si sia fermato.
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