domenica 29 settembre 2013

Il triste destino delle vedove tibetane: la storia di Zanta

Zanta, la vedova tibetana
C'è un detto tibetano che dice: "Le donne non valgono un centesimo" e in esso c'è tutta una tradizione e una società patriarcale in cui la donna non ha valore ed  è sottomessa all'uomo che può picchiarla e farle del male.
Nel documentario "Zanta" della regista americana Jocelyn Ford si narra la storia di una di queste donne.
Lei si chiama Zanta, è vedova ed ha un figlio di 7 anni, Yang Qing.
Vive in un piccolo villaggio di Barwo che sorge sull'altopiano tibetano al confine con la Cina e qui i contadini buddhisti coltivano la terra in cerca di un buon karma per reincarnarsi in una vita migliore.
Per un tempo immemorabile sono stati governati da un re tibetano, poi negli anni '50 è arrivato l'esercito cinese.
Oggi molti degli abitanti del villaggio sono emigrati a Pechino per fare i venditori ambulanti e Zanta è una di loro.
La donna è colpevole di aver infranto le regole che fino ad allora prevedevano che una donna dovesse nascere, sposarsi e morire sempre nello stesso villaggio. Infatti, Zanta fugge all'età di 18 anni con un ragazzo di 16 che viveva dall'altra parte della montagna.
Un giorno, però, senza volerlo, il ragazzo fa cadere per terra la madre e questa lo maledice: da quel giorno il giovane si è ammalato ed è morto, scrivendo un triste destino per Zanta.
Le donne vedove tibetane diventano di proprietà della famiglia del marito: è successo anche a Zanta che, però, un giorno decide di lasciare il suo villaggio per raggiungere Pechino.
Lì trova tutto un altro mondo, una città piena di grattacieli e treni velocissimi, e con i risparmi di tutta una vita (solo 125 dollari) cerca di creare un futuro per suo figlio.
E proprio in quella città conosce la regista, Jocelyn, che diventa protagonista nel documentario: Jocelyn vive da 25 anni in Asia e fa la giornalista, ma si appassiona alla storia di Zanta e cerca di aiutarla in qualche modo, pagando gli studi al bambino in un istituto cinese.
Dopo un po' di tempo, Zanta, il suo bambino e Jocelyn ritornano nel villaggio tibetano per il Capodanno cinese: ad aspettarli c'è il suocero di Zanta che vuole e chiede con le minacce la proprietà del bambino, unico discendente della famiglia.
Alla fine i due arrivano ad un patto: Yang Qing continuerà ad andare a scuola a Pechino e ritorneranno in Tiber solo per le feste.
Una storia che mostra ancora una volta la condizione delle donne, vittime di uomini feroci che le picchiano senza pietà e che con la loro prepotenza e le loro minacce pensano di avere il potere assoluto su di esse, tradizioni e credenze che continuano ad essere vive soprattutto nei villaggi più remoti del mondo dove non c'è istruzione ed emancipazione.

Consiglio: leggi anche il triste destino delle vedove ghanesi.


1 commento:

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