La primavera araba è iniziata meno di due anni fa e in questo arco di tempo le numerose proteste e rivolte hanno portato a notevoli cambiamenti in molte nazioni appartenenti al mondo arabo.
In Libia, Tunisia, Egitto i dittatori come Mubarak, Gheddafi e Ben Ali sono stati mandati via dal popolo, stanco di subire ogni forma di ingiustizia, oltre a non tollerare più la corruzione, l'assenza di libertà individuali, la violazione dei diritti umani.
Sulla scia di queste proteste, anche la
Siria ha reagito per mandar via
Bashar al-Assad, ma la crudeltà e la brutalità di questa rivoluzione non ha eguali.
Pare che fino ad ora siano 14000 i morti, 1200 solo bambini: in effetti, la brutalità di questo scontro sta nella violenza contro i bambini che, spesso, vengono usati come scudi umani.
I tg e gli altri mezzi di informazione dovrebbero mostrarci la realtà, ma spesso questa viene celata e ciò che ci raccontano è semplicemente ciò che vogliono raccontarci.
E così l'altra sera grazie al programma Doc3 sono venuta a conoscenza di alcuni dettagli sulla vicenda: è stato un documentario crudo che ha mostrato immagini molto forti, ma d'altronde quella è la realtà, fatta di violenza, uccisioni, torture, morti e sangue.
Il documentario, intitolato "
Siria, ai confine del regime" ha mostrato come molti giovani siriani abbiano cercato di mostrare la verità al mondo intero, usando le
armi piccole e leggere, ovvero i telefonini, Internet e i social network, rischiando così la morte.
Molti di questi video sono stati pubblicati direttamente su
Youtube, in modo che tutto il mondo sappia cosa sta accadendo in quel Paese e che quelle immagini e quelle riprese siano dei documenti e delle prove per eliminare la dittatura.
Tutto è iniziato con un gruppo di giovani che ha scritto su un muro che il regime di Assad doveva cadere.
Dopo esser stati individuati, i ragazzi sono stati picchiati, torturati, addirittura hanno strappato loro le unghia.
Da questo tremendo episodio la rivolta si è estesa in tutta la Siria: tutti con un solo desiderio, quello di mettere fine a questo regime, un regime di oppressione che dura da 40 anni e che ha ucciso chi filmava le proteste, che ha avvelenato il latte e l'acqua, uccidendo migliaia di donne e bambini.
Come in ogni guerra, l'esercito e i suoi soldati vengono programmati per uccidere: molti soldati siriani, però, hanno disertato perchè non riuscivano ad accettare tanta violenza e loro stessi hanno affermato che ciò che raccontano ai soldatini di piombo sono tutte bugie.
Fanno credere loro che le donne e i bambini sono tutti imbottiti di esplosivo, pronti per farsi esplodere, e che per queste ragioni vanno uccisi.
Insomma, uccidono senza sapere e senza chiedersi se sia davvero quella la verità, si nutrono di menzogne e pensano di essere i giustizieri del mondo solo perchè posseggono un'arma, si prendono gioco degli ostaggi, li torturano, li schiacciano sotto i loro piedi, li prendono a calci, a pugni con un sorriso di stupidità.
Ma, per fortuna, c'è chi ha capito di non essere dal lato giusto e ha lasciato l'esercito per crearne un altro, l'esercito libero, al fianco del popolo e degli oltre 20mila rifugiati siriani in Turchia.
Come andrà a finire?
Si spera solo che la fine di tutto questo terrore sia vicina e che non produca ancora tante vittime innocenti.