Nella società di oggi, così evoluta e tecnologica, spesso finiamo col pensare che non esista più la schiavitù.
In realtà, non è proprio così.
Oggi, nel mondo, ci sono ben 27 milioni: non sono più in catene nè vengono venduti sulle pubbliche piazze, ma sono pur sempre schiavi.
Nel 1807 il Parlamento di Westminster votò la legge che aboliva la tratta degli schiavi e l'art. 4 della Dichiarazione universale dei diritti umani proclama: "Nessun individuo potrà essere tenuto in stato di schiavitù e la tratta degli schiavi saranno proibite sotto qualsiasi forma".
Peccato che non sia così.
Gli schiavi di oggi sono ragazzi, donne e bambini di tutto il mondo: dagli scavi di granito nel Burkina Faso alle cave di tanzanite in Tanzania fino ai marciapiedi delle nostre città.
Siamo abituati ad associare la schiavitù alle navi dei negrieri, agli uomini e alle donne dell'Africa incatenati, ammassati nelle stive e trasportati nelle colonie americane per lavorare nelle piantagioni.
Oggi la schiavitù c'è, ma non si vede perchè è nascosta, illegale, vergognosa e fa più schiavi che in passato, anche se rapportata al totale della popolazione mondiale offre più o meno la stessa percentuale.
Ma chi sono questi schiavi?
Gli schiavi di oggi sono individui deboli, impauriti e poveri che non si ribellano per non perder la vita loro e dei loro familiari; sono individui spesso poco istruiti che vivono in contesti isolati e arretrati e che spesso non conoscono i loro diritti e non sanno nemmeno a chi rivolgersi.
Molte associazioni sono impegnate a scrivere la parola fine a questa piaga e pare che per abolire totalmente la schiavitù servano 30 anni e 11 miliardi di dollari.
E aggiungerei anche un cambiamento nel modo di operare e pensare della gente.
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