Smartphone, connessioni Internet 24 ore su 24, social network, tweet, tag, commenti e tanto altro ancora.
Oggi siamo travolti da tutta questa tecnologia e dalla necessità di metterci in contatto col mondo per essere sempre aggiornati su ciò che succede non solo nel paesino più sperduto della Terra, ma anche per sapere cosa sta cucinando la nostra "finta amica" di Facebook o quale canzone sta ascoltando.
Siamo diventati degli impiccioni, dei chiacchieroni e degli esibizionisti, ma tutto questo ci ha anche resi distratti, assenti e poco comunicativi nella realtà.
Perciò, un ricercatore finlandese che si occupa di telefonia mobile ha realizzato un progetto dal titolo "We never look up" (Non guardiamo mai in alto).
Il ricercatore affronta questa abitudine, chiamandola "sindrome da smartphone", e pubblicando su un sito, creato per l'occasione, una serie di foto scattate in vari luoghi.
Tutte le foto hanno come protagonisti uomini e donne, giovani e meno giovani, ricchi e poveri, tutti con la testa bassa e con gli occhi incollati sui loro cellulari.
In metro, al supermercato, mentre camminano per strada, al ristorante, in sala d'attesa: dovunque uomini e donne che hanno smesso di guardare in alto perchè troppo presi da ciò che stanno cercando o leggendo sul loro cellulare.
Nel sito il ricercatore dice:
"Il mondo è diventato mobile. Viviamo in una società di informazione e siamo connessi all'informazione dovunque andiamo e qualunque cosa facciamo e ciò ha cambiato il modo in cui ci comportiamo. Non guardiamo più in alto."
Va bene che la società progredisce e che dobbiamo andare avanti, ma arrivare al punto in cui durante una cena non ci si guarda in faccia o i discorsi sono limitati al semplice "Cosa hai fatto oggi?" o "Come va?", mi sembra un pochino preoccupante.
Se questo ricercatore finlandese ci avesse pescato sul treno con lo sguardo chino sul lettore di ebook ci avrebbe infilato nella stessa categoria? e se ci avesse visto due anni fa, con lo sguardo chino su un libro? :)
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