venerdì 30 agosto 2013

Pure: l'app per chi cerca divertimento e non amore

Si chiama Pure ed è considerata l'app anti-Meetic.
Si tratta di una nuova applicazione, creata da due giovani di origine russa e destinata principalmente alle donne che vogliono divertirsi.
Sì perchè chi si iscrive su Pure è in cerca di divertimento e non di amore.
Ma come funziona?
Semplice come tutte le altre app in circolazione.
Basterà iscriversi sul sito di Pure e indicare il proprio sesso e quello al quale si è interessati, la propria città, la propria mail e attendere.
E' importante anche indicare se si vuole ospitare la persona o si preferisce muoversi per raggiungere l'altra destinazione.
Per quanto riguarda la privacy c'è molta tutela da parte del sito di incontri: le foto e le informazioni sono visualizzabili solo dagli iscritti che hanno delle corrispondenze in merito alle preferenze e alla posizione geografica. Inoltre, tutte le conversazioni vengono cancellate dopo un'ora e non resta traccia di nulla.
Un'altra possibilità per tutelare gli iscritti è che nel caso qualcuno non si presenti ad un appuntamento, chi ha ricevuto la buca può segnalarlo e l'utente sarà bannato, così come non sono ammesse foto false e altre violazioni.
L'attrazione reciproca è confermata in modo semplice e veloce: basterà un semplice clic su yes se si è interessati o su no way in caso contrario.
In molti stanno criticando questo nuovo modo di conoscersi, considerandolo pericoloso per le donne: per questo motivo Pure consiglia vivamente per i primi incontri luoghi pubblici, sicuri e neutrali e l'utilizzo del condom nei rapporti.
Nel manifesto presente sul sito è precisato l'intento e l'obiettivo di questi due giovani: si legge che nel corso degli anni e ancora oggi i governi, la società e la religione ci impongono delle regole sulla vita sessuale, ma ognuno di noi deve sentirsi libero di scegliere il proprio partner, di avere una vita sessuale diversa e con più partecipanti.
C'è gente che preferisce avere un solo partner, c'è chi ne vuole più di uno.
E' una nostra scelta e Pure aiuta a metterlo in pratica.

mercoledì 28 agosto 2013

Come, quando e perchè è nata la monogamia

La monogamia, ovvero l'avere un unico coniuge, è una tradizione tipica della nostra cultura e della nostra religione; basti pensare che per i musulmani non è così e che per l'uomo musulmano è possibile avere fino a 4 mogli.
Ma in tanti si sono chiesti il perchè siamo monogami.
A spiegarcelo sono stati degli scienziati britannici che hanno cercato soprattutto di scoprire come sia nata la monogamia.
Osservando l'evoluzione delle specie, si è notato che per esempio che gli uccelli che vivono in coppia sono il 90%, mentre i mammiferi solo il 3%.
Gli esseri umani e gli altri primati si collocano a metà strada.
Ma perchè siamo monogami?
Le spiegazioni sono 3:
  • quando i figli comportano un grosso impegno, due genitori sono sicuramente meglio di uno solo;
  • i maschi hanno bisogno di restare vicini alle loro compagne per tenere lontano gli altri maschi rivali;
  • i maschi restano con le femmine per difendere i figli dalla violenza degli altri maschi che vogliono ucciderli in modo che le femmine ritornino fertili e possano essere ingravidate nuovamente.
Naturalmente, queste spiegazioni valgono sia per noi umani che per gli animali.
Sempre da questo studio è emerso che l'evoluzione della monogamia nei primati è preceduta da un unico fattore, ovvero l'infanticidio da parte dei maschi.
Una volta che una specie è diventata monogama, l'evoluzione produce il ruolo attivo del padre e altri comportamenti finalizzati esclusivamente alla sopravvivenza della prole.

lunedì 26 agosto 2013

Mtv Video Music Awards 2013: le esibizioni di Lady Gaga e Katy Perry

Lady Gaga agli VMAs 2013
Ieri a Brooklyn si sono svolti gli Mtv Video Music Awards 2013, la manifestazione che ogni anno premia i video migliori dell'anno.
C'era tantissima gente presente allo spettacolo e in tanti l'hanno seguito da casa in diretta su Mtv.
Tra i più premiati della serata c'è stato Justin Timberlake che ha fatto fuori Robin Thicke e i Daft Punk, vincendo il premio di Best Video of the year, ma anche Macklemore & Ryan Adams si sono aggiudicati diversi premi, come il Best Hip-Hop Video e il Best Video with a social message.
Ma l'attesa maggiore è stata per l'apertura e la chiusura dello spettacolo che non è poi stato così entusiasmante.
L'apertura è stata affidata a Lady Gaga che si è esibita sul palco con il suo nuovo singolo, Applause.


La sua esibizione dal punto di vista vocale ha presentato molte lacune, ma a livello di coreografia sembrava quasi uno spettacolo teatrale.
Lady Gaga ha infatti effettuato 4 cambi d'abito e diversi cambi di parrucche: si è presentata in bianco per poi passare al nero, al blu e infine ricoperta solo di conchiglie nei punti cruciali come la Venere del Botticelli.


La chiusura dello spettacolo, invece, è stato affidato alla sua attuale concorrente,ovvero Katy Perry, che si è esibita col nuovo brano Roar sotto il ponte di Brooklyn, inscenando un incontro di boxe.
Naturalmente, c'era tantissima gente anche sotto il palco della Perry che così ha mostrato di essere agguerrita nella lotta contro Lady Gaga.

domenica 25 agosto 2013

I forgot my phone: senza smartphone siamo soli

C'è chi la chiama sindrome da smartphone, ma siamo tutti d'accordo che con il passare del tempo e con la tecnologia che si fa sempre più spazio nelle nostre vite abbiamo smesso di guardarci negli occhi o semplicemente di guardare in alto.
Ma le conseguenze di questa società ipertecnologica non sono solo queste: non si comunica più direttamente con le persone, non si condividono emozioni e momenti, ma solo foto, commenti, video.
E così una giovane di Los Angeles, Charlene de Guzman, ha realizzato un video che rappresenta la dura realtà e che ha ottenuto più di 4 milioni di visualizzazioni su Youtube: giovani in compagnia di altri amici, ma tutti troppo presi dal loro smartphone, dall'ultimo aggiornamento sul profilo Facebook, dall'ultimo tweet o dal giochino del momento.
E chi dimentica il proprio smartphone o decide volontariamente di lasciarlo a casa è destinato a rimanere solo.


Ed è quello che succede alla giovane mentre ammira un panorama mozzafiato mentre il suo ragazzo è preso da una conversazione accesa al telefono oppure mentre gioca a bowling o semplicemente quando è a letto col suo ragazzo.
Un video che fa riflettere e che deve farci aprire gli occhi: la tecnologia è un bene, migliora la nostra vita, facilitando per esempio le comunicazioni, ma non deve sostituire la nostra vita.

venerdì 23 agosto 2013

White black boy: la storia di un albino africano

Shida
L'albinismo colpisce nel mondo tantissime persone e consiste nella mancanza di melanina in alcune porzioni della pelle.
Ma essere un albino in Africa è ancora più difficile.
Il documentario intitolato "White black boy" di Camilla Magid è un piccolo capolavoro sull'educazione sentimentale di un bambino albino in Tanzania, paese in cui 3 su 1000 sono albini.
White black boy racconta la storia di Shida, un bimbo di 11 anni, sottratto alla famiglia e portato in un collegio dove imparerà l'inglese e verrà istruito per bene.
La storia di Shida inizia un giorno in cui, mentre pascolava le pecore, è stato aggredito da dei banditi che volevano ucciderlo.
I bambini albini della Tanzania hanno, infatti, due tipi di nemici: il Sole perchè la loro pelle non lo sopporta e i banditi che rapiscono e uccidono i bambini perchè secondo antiche credenze radicate nel territorio le parti del corpo degli albini sono magiche.
Secondo alcune testimonianze, pare che il corpo di un bimbo albino valga 25 mila dollari e ogni sua parte viene utilizzata per pozioni, stregonerie e magia nera.
C'è chi addirittura vende pozioni magiche per farti diventare ricco.


Una storia che ha dell'incredibile e che ha come protagonista un bambino, lasciato dai genitori e per fortuna protetto e istruito da una struttura e da degli insegnanti che lo preparano ad affrontare la malvagità del mondo esterno.
In questo collegio Shida inizialmente ha delle difficoltà: pochi amici e poco impegno nello studio tant'è che in terza classe è bocciato.
Riesce pian piano a stringere una forte amicizia con un coetaneo nero e soffre quando quest'ultimo parte per le vacanze estive con la sua famiglia, mentre lui resta insieme agli altri albini in collegio.
Shida e il suo amico
Al ritorno delle vacanze il suo amico però è in grado di restituirgli il sorriso perso, portandogli in regalo una barretta di cioccolata.
E pian piano anche Shida riuscirà a migliorare i propri voti a scuola, grazie allo studio, all'amicizia che colma la mancanza di una famiglia, alla severità dei professori e alla voglia di sopravvivere.
Una storia commovente che ci porta in Africa dove già la vita è difficile e diventa ancora più complessa e pericolosa se nasci albino.
E' commovente vedere dei bambini che si divertono semplicemente giocando con una pallina o rincorrendosi o sognano in una vecchia auto arrugginita di partire per raggiungere chissà quale posto lontano.

giovedì 22 agosto 2013

Un doodle al chiaro di Luna per Debussy

Oggi Google diventa romantico e musicale e lo fa per rendere omaggio ad un nome eccellente della musica: Claude Debussy.
Compositore e pianista francese, Debussy ha tra le sue creazioni più famose Clair de Lune: il brano è stato spesso utilizzato in pellicole cinematografiche come Sette anni in Tibet, Twilight, Ocean's eleven e Paura d'amare.


E in effetti il doodle di oggi è animato: lungo un fiume passano barche, navi, auto e le finestre e i lampioni lungo la strada si spengono e si accendono.
Il tutto accade sotto la luce della luna piena, o al chiaro di Luna, sarebbe il caso di dire e si conclude con due barchette su cui ci sono un uomo e una donna che si uniscono sotto una pioggia sottile che bagna la notte.


Google ricorda i 151 anni della sua nascita: Debussy morì di cancro nel 1918, senza nessuna eredità visto che l'unica figlia che ebbe dalla moglie Emma morì a un anno dalla nascita.

mercoledì 21 agosto 2013

Applause di Lady Gaga: testo e video

Lady Gaga è ormai diventata una macchina da guerra.
Sì perchè ogni sua canzone, appena pubblicata, diventa un hit di successo.
Non ha deluso l'ultima arrivata: il titolo è "Applause" ed è tratta dal quarto album della cantante, Art Pop.
Il video disponibile su Youtube ha registrato in soli 2 giorni più di 12 milioni di visualizzazioni, superando anche nei download la "rivale" Katy Perry che da qualche giorno è uscita con il suo nuovo singolo, Roar.
Nel video Lady Gaga appare sempre molto trasgressiva e camaleontica: sono facilmente individuabili omaggi alla Marilyn Monroe di Andy Warhol, alla Venere del Botticelli e a Janet Jackson nella celebre foto in cui la cantante si fa coprire i seni dalle mani del compagno.
Ormai Lady Gaga ci ha abituati a queste apparizioni sconvolgenti e sicuramente non deluderà le aspettative anche durante gli VMAs 2013 che si terranno domenica 25 agosto a Brooklyn.
Ecco il testo e il video del brano "Applause":


APPLAUSE
I stand here waiting for you to bang the gong to crash the critic saying
Is it right or is it wrong?
If only Fame had an IV
Baby could I bare being away from you
I found the vein, put it in here

I live for the Applause, Applause, Applause
I live for the Applause-plause
Live for the Applause-plause
Live for the way that you cheer and scream for me
The applause, applause, applause

Give me the thing that I love
(turn the lights on)
Put your hands up, make em touch
(make it real loud)
Give me the thing that I love
(turn the lights on)
Put your hands up, make em touch
(make it real loud)

A-P-P-L-A-U-S-E
Make it real loud
Put your hands up, make em touch, touch
A-P-P-L-A-U-S-E
Make it real loud
Put your hands up, make em touch, touch

I’ve overheard your theory
Nostalgia’s for geeks
I guess sir, if you say so
Some of us just like to read

One second i’m a kunst
Then suddenly the kunst is me
Pop culture was in Art now ART’s in POP culture, in me!

I live for the Applause, Applause, Applause
I live for the Applause-plause
Live for the Applause-plause
Live for the way that you cheer and scream for me
The applause, applause, applause

Give me the thing that I love
(turn the lights on)
Put your hands up, make em touch
(make it real loud)
Give me the thing that I love
(turn the lights on)
Put your hands up, make em touch
(make it real loud)

A-P-P-L-A-U-S-E
Make it real loud
Put your hands up, make em touch, touch
A-P-P-L-A-U-S-E
Make it real loud
Put your hands up, make em touch, touch

Touch touch
Touch touch now

I live for the Applause, Applause, Applause
I live for the Applause-plause
Live for the Applause-plause
Live for the way that you cheer and scream for me
The applause, applause, applause

Give me the thing that I love
(turn the lights on)
Put your hands up, make em touch
(make it real loud)
Give me the thing that I love
(turn the lights on)
Put your hands up, make em touch
(make it real loud)

A-P-P-L-A-U-S-E
Make it real loud
Put your hands up, make em touch, touch
A-P-P-L-A-U-S-E
Make it real loud
Put your hands up, make em touch, touch

martedì 20 agosto 2013

Amina lascia le Femen: sono islamofobe

Solo il 15 Agosto Amina, la giovane tunisina che si era mostrata a seno nudo, scatenando l'ira del mondo musulmano, era stata scarcerata dopo 2 mesi passati dietro le sbarre per le sue foto scandalose e i suoi tentativi da attivista delle Femen di dare dignità alle donne.
Appena uscita dal carcere si era mostrata nuovamente con il seno scoperto e con una frase "We don't need your democracy" (non abbiamo bisogno della vostra democrazia).
Una foto costruita ad arte in cui Amina accende una sigaretta dalla pezzuola imbevuta di benzina di una bottiglia Molotov.
Ma l'eroina tunisina che è diventato un simbolo della lotta per la libertà delle donne musulmane (e non solo) oggi ha comunicato in un'intervista del sito Huffington Post Maghreb di aver lasciato il movimento delle Femen.
Amina l'ha considerato islamofobo e inoltre ha espresso molti dubbi su chi lo finanzi, probabilmente gli Israeliani.
La ragazza ha inoltre aggiunto il suo disprezzo per l'azione delle Femen che davanti alla Moschea di Parigi hanno dato fuoco alla bandiera tunisina:
"Questo tocca molto i musulmani e molto i miei parenti. Bisogna rispettare la religione di tutti."

Abiti da favola ispirati alle principesse Disney

Chi non ha mai sognato di indossare i meravigliosi abiti delle principesse Disney?
I grandi nomi della moda hanno reso ciò possibile, realizzando dei modelli ispirati proprio a quegli abiti.
Versace, Cavalli, Valentino, Missoni hanno creato degli abiti favolosi e molto vicini a quelli dei cartoni Disney: c'è l'abito di Biancaneve realizzato da Oscar de la Renta o quello di Mulan realizzato da Missoni o quello di Jasmine realizzato da Escada o ancora quello di Rapunzel, Pocahontas, Belle.

I 10 abiti della collezione
L'abito di Mulan
L'abito di Biancaneve
Il progetto nasce dalla collaborazione tra la Disney e i famosi grandi magazzini Harrods di Londra: questi ultimi hanno chiesto alle grandi firme 10 abiti delle principesse Disney che saranno battuti all'asta per raccogliere fondi per il Great Ormond Street Hospital di Londra, un ospedale pediatrico che cura le patologie più gravi.

lunedì 19 agosto 2013

Il vestito cede e Toni Braxton mostra il lato migliore

Toni Braxton sul palco in New Jersey
L'ultima volta era toccato a Laura Miller mostrarsi mezza nuda in tv durante un'esibizione canora.
Nelle ultime ore, invece, è stato il turno di Toni Braxton, famosa soprattutto per il brano romantico Unbreak my heart.
La cantante statunitense alla veneranda età di 45 anni ha avuto un problema con l'abito che indossava: infatti, mentre la Braxton ballava e cantava sul palco del concerto a New Brunswick, nel New Jersey, l'abito ha ceduto, mostrando all'intero pubblico il lato b della cantante.
Un vero e proprio piacere per i presenti che sono rimasti alquanto contenti dello spettacolo "fisico".


Per fortuna è intervenuto un corista che le ha offerto una giacca abbastanza lunga da coprire il tutto e l'inconveniente si è risolto con una risata e un caloroso applauso da parte del pubblico presente.

domenica 18 agosto 2013

Roar di Katy Perry: testo e video

Pochi giorni fa Katy Perry ha presentato il suo quarto album, Prism.
La cantante californiana ha subito sfidato Lady Gaga con il suo nuovo singolo, intitolato Roar.
Roar (ovvero ruggire, ruggito) è un  brano che parla di una donna "sopraffatta" dal suo uomo, incapace di prendere decisioni e far sentire la sua voce, ma subisce un cambiamento, prende in mano la situazione e fa sentire la sua voce, il suo ruggito, più forte di un leone.
Anche il video che accompagna il brano è piuttosto carino: si vedono le mani di una ragazza alle prese con Whatsapp durante l'arco della giornata.
Appena sveglia a letto, in bagno, in palestra, in auto e anche nella vasca da bagno, sempre con il cellulare a mandare messaggini che non sono semplici messaggi, ma il testo della canzone fatto usando le emoticon dell'app più usata e amata dai giovani.
Ecco il video e il testo di Roar:


ROAR
I used to bite my tongue and hold my breath
Scared to rock the boat and make a mess
So I sat quietly, agreed politely
I guess that I forgot I had a choice
I let you push me past the breaking point
I stood for nothing, so I fell for everything
You held me down, but I got up
Already brushing off the dust
You hear my voice, your hear that sound
Like thunder, gonna shake your ground
You held me down, but I got up
Get ready cause I’ve had enough
I see it all, I see it now

[Chorus]
I got the eye of the tiger, the fire, dancing through the fire
Cause I am a champion and you’re gonna hear me ROAR
Louder, louder than a lion
Cause I am a champion and you’re gonna hear me ROAR
Oh oh oh oh oh oh
You’re gonna hear me roar

Now I’m floating like a butterfly
Stinging like a bee I earned my stripes
I went from zero, to my own hero
You held me down, but I got up
Already brushing off the dust
You hear my voice, your hear that sound
Like thunder, gonna shake your ground
You held me down, but I got up
Get ready ’cause I’ve had enough
I see it all, I see it now

[Chorus]
I got the eye of the tiger, the fire, dancing through the fire
‘Cause I am a champion and you’re gonna hear me ROAR
Louder, louder than a lion
‘Cause I am a champion and you’re gonna hear me ROAR
Oh oh oh oh oh oh
You’re gonna hear me roar
Roar-or, roar-or, roar-or

I got the eye of the tiger, the fire, dancing through the fire
‘Cause I am a champion and you’re gonna hear me ROAR
Louder, louder than a lion
‘Cause I am a champion and you’re gonna hear me ROAR
Oh oh oh oh oh oh
You’re gonna hear me roar

venerdì 16 agosto 2013

Mondiali di atletica: unghia arcobaleno contro le leggi omofobe

Unghia arcobaleno di Emma Green
In questi giorni a Mosca si stanno disputando i mondiali di atletica.
Tantissime sono le nazioni in gara e in merito alla legge approvata a Giugno che vieta la diffusione, la promozione e la pubblicità dell'omosessualità molti atleti si sono schierati contro.
Proprio ieri, durante le qualificazioni del salto in alto femminile, l'atleta svedese Emma Green si è mostrata con le unghia color arcobaleno.
Il fine di queste unghie multicolor è proprio la protesta antiomofobia, mostrate anche dalla sua connazionale Moa Hjelmer.
In risposta a questa protesta, c'è però la reazione di una delle icone russe dell'atletica: la campionessa russa dell'asta, vincitrice dell'oro a questi mondiali, Yelena Isinbayeva, ha difeso la Russia e le sue leggi con queste parole: 
"Noi russi siamo normali, i ragazzi con le donne e le ragazze con gli uomini. Rispettate le nostre leggi. Forse siamo un popolo diverso da quello di altri paesi, ma abbiamo le nostre leggi e vogliamo che gli altri le rispettino, perchè noi all'estero lo facciamo. Ci consideriamo gente normale, viviamo ragazzi con le donne, e le ragazze con gli uomini. Questo deriva dalla storia. La protesta della Green e' una mancanza di rispetto a noi russi e spero che queste discussioni non incidano sui prossimi Giochi invernali di Sochi".
Parole sconvolgenti e difficili da accettare: in molti credono che gli atleti russi siano stati costretti a fare certe affermazioni, proprio per tutelare la loro nazione.

mercoledì 14 agosto 2013

Autocultural: l'autobus col giardino sul tetto

Autocultural: questo è il nome dell'autobus che sta facendo parlare di sè.
Per le strade di Girona, una cittadina spagnola vicino Barcellona che ha un piccolo aeroporto servito soprattutto da Ryanair, si sta aggirando in questi giorni questo autobus speciale con un verde giardino sul tetto.
L'autocultural di Girona
Non si tratta di un'attrazione turistica (non è nata per questo fine, anche se lo sta diventando), bensì di un esperimento messo in atto da Marc Granen, arredatore d'esterni e paesaggista.
L'uomo ha spiegato che l'obiettivo di questo autobus green è quello di ridurre la CO2 ed espandere l'area verde urbana.
Il giardino è costituito da un sottile strato di componenti idroponici sul tetto che consentono di far crescere le piantine basse in modo da non far diventare troppo pesante il terriccio.
Il giardino viene innaffiato manualmente dagli stessi autisti che devono avere necessariamente il pollice verde oppure tramite l'acqua emessa dal sistema di condizionamento presente a bordo del mezzo.
Una bella idea che va a migliorare la situazione delle grandi città trafficate, dove  i livelli di inquinamento sono altissimi.
Bus Roots a New York
L'esperimento, però, non è il primo della serie: già nel 2010 uno studente aveva fatto lo stesso realizzando il Bus Roots che però non ha avuto successo.
Lo studente aveva detto che se avessero installato un giardino su ognuno dei 4500 bus della MTA la città di New York avrebbe avuto 35 acri di spazio verde in più.
Mica male, no?

martedì 13 agosto 2013

I volti spenti dalla guerra

Che la guerra sia portatrice di morte e devastazione è risaputo, ma ci sono dei segni e dei ricordi indelebili che cambiano i soldati, li cambiano dentro e fuori, spesso rendendoli più poveri di emozioni.
Ed è stato proprio questo l'obiettivo del progetto fotografico "We are the not dead", ovvero "noi siamo i non morti".
L'artista Lalage Snow ha fotografato nel giro di un anno i soldati britannici che hanno combattuto in Afghanistan: il risultato che ha ottenuto non ha bisogno di altre parole.




I volti dei giovani soldati sono passati, spesso nel giro di soli 3 mesi, da innocenti e contenti a infelici, tetri, scavati, mostrando spesso un'assenza totale di emozioni.
E lo si legge dai loro occhi, senza espressione, dalla fronte corrugata, da un sorriso che non c'è più.
La stessa realizzatrice di questo progetto ha voluto, tramite questi 3 scatti di ogni soldato, onorare sì il coraggio di questi ragazzi che sono partiti per la guerra, lasciando la sicurezza e la pace della loro casa, ma dall'altra parte ha voluto attirare l'attenzione sulle devastazioni psicologiche che solo la guerra sa causare in ogni persona.
In quanti film è stato mostrato quest'aspetto della guerra che tutto porta via con sè e che non fa bene proprio a nessuno?
La Snow ha risposto alle domande della stampa dicendo: "Ho voluto rendere testimonianza di quanti giovani ritornino a casa come ombre di se stessi, segnati da profonde cicatrici psicologiche".
Ed è proprio così che ci appaiono questi giovani soldati.

domenica 11 agosto 2013

Matrimoni on the beach in Puglia

C'è una tendenza che sta prendendo sempre più piede in Puglia: quella dei matrimoni on the beach, in spiaggia per dirla all'italiana.
Un po' come succede a Miami o a Las Vegas, anche in Puglia sempre più sposi decidono come location per il loro matrimonio la spiaggia e si sa che la regione meridionale che sta registrando un boom di turisti negli ultimi tempi è piena di spiagge e ricca di un mare cristallino.
Secondo alcune statistiche, negli ultimi 3 anni i matrimoni in spiaggia sono aumentati di almeno il 50%.
Basti pensare che nel 2012 Justin Timberlake sposò Jessica Biel a Savelletri o quest'anno il calciatore juventino Vucinic ha celebrato le sue nozze in una sala ricevimenti ad Ostuni.
La tendenza è quella di un matrimonio - vacanza: insieme agli sposi, arrivano anche tutti i parenti e gli amici (solitamente intorno ai 100 invitati) che restano in Puglia per il giorno del matrimonio e anche per almeno un weekend all'insegna del mare, della terra, dell'enogastronomia e della cultura.
Si parla spesso di matrimoni a Km 0: infatti nei pressi della spiaggia c'è la chiesetta, il pesce arriva direttamente dai porticcioli vicini così come tutti gli altri cibi direttamente dal produttore al consumatore.
Il prezzo va da un minimo di 90€ a un massimo di 160€ a persona.
Ma, come è normale che sia vista la straordinarietà dell'evento, ci sono dei punti base da rispettare:
  • innanzitutto, ci si sposa di sera proprio per evitare insolazioni e troppo caldo che possa rovinare la festa;
  • scarpe comode (e spesso anche l'abbigliamento);
  • simboli marini come segnaposti e bomboniere;
  • un occhio al meteo prima di scegliere la data per evitare che salti tutto.
Un matrimonio fuori dal normale che oggi viene celebrato soprattutto da coppie più  facoltose, una giornata di festa dove si beve, si balla, ci si scambiano regali e alla fine via gli abiti da sposi per far posto a un costume da bagno, pronti per il bagno di mezzanotte insieme a tutti gli altri invitati.
Mica male, no?

venerdì 9 agosto 2013

Le spose infelici del Bangladesh

Ci sono culture e religioni in cui l'uomo è la figura più importante all'interno di una coppia, mentre la donna occupa un posto marginale nella famiglia come nella società.
Tra i tanti Paesi in cui questo si verifica c'è il Bangladesh.
Fancy, la sposa promessa
Nel documentario "Le ferie di Licu" si racconta la storia del giovane Licu, 27 anni, da 7 anni a Roma dove lavora in una fabbrica di vestiti con un contratto a tempo indeterminato.
Tutto normale finchè un giorno gli arriva una busta da parte dei suoi genitori dal Bangladesh: al suo interno una lettera e delle foto, le foto della sua promessa sposa.
Lui non l'ha mai vista prima di allora, ma sin da subito è incantato dalla bellezza della giovane donna, Fancy, 18 anni.
Uno dei tanti matrimoni combinati in cui i due sposi non si sono mai visti prima d'ora e d'improvviso si ritrovano ad essere legati da un legame così forte e importante.
Licu parte così per il Bangladesh, dopo aver chiesto un mese di ferie e aver raccolto quasi 5000 € per il matrimonio.
Arrivato lì la realtà è ben diversa da quella italiana: strade di fango, case di paglia, natura incontaminata.
Ma Licu è pronto a dare ogni tipo di rassicurazione ai parenti della giovane sposa, parlando di sè, del suo lavoro, del contratto e del fatto di possedere la cittadinanza italiana.
Tutto perfetto e anche i 4 bagagli pieni di doni per Fancy sono ben graditi.
Nel giro di pochi giorni i due si conoscono: lei molto timida e triste, lui così occidentale e sicuro di sè.
Il giorno del matrimonio tra colori, suoni e canti i due si uniranno per la vita, ma le lacrime della piccola Fancy e di sua madre sono inevitabili e sono il segno che qualcosa di sbagliato c'è in tutto questo, anche se proprio la madre della ragazza aveva detto a Licu "Noi ti cediamo tutti i diritti su Fancy" come se la figlia non fosse una persona, ma un oggetto.
Licu
Naturalmente, arrivati in Italia, la vita per Fancy non sarà bella: forse la sua giovane età o un mondo occidentale in cui le donne sono indipendenti e determinate la spingono a voler uscire dalle mura domestiche in cui suo marito l'ha rinchiusa, seguendo le tradizioni del paese natale.
Fancy vuole evadere, vuole smettere di restare spettatrice dalla finestra della sua abitazione da cui osserva il mondo così veloce e vitale, ma Licu è severo.
Le compra degli stivali per farla felice e per cancellarle tutti i desideri di evasione: a Fancy piacciono tantissimo quelle scarpe, ma le userà per camminare in casa, sognando un giorno di poterle consumare sull'asfalto.
Un documentario che fa riflettere e che ancora una volta ci apre una finestra su tradizioni e culture che tengono le donne segregate in casa, sopraffatte da uomini deboli, ma resi forti dalle regole imposte dalla loro religione.
E allora vien da chiedersi: ma si può mai parlare di amore vero in questi casi?

giovedì 8 agosto 2013

40 anni da uomini primitivi nella giungla del Vietnam

Ho Van Lang, il figlio
Nel 2013 è davvero difficile pensare che in alcune zone sperdute del pianeta ci siano ancora degli uomini e delle popolazioni che vivono in condizioni pessime, quasi come se provenissero dall'età primitiva.
Succede in alcune zone della Papua Nuova Guinea o in Perù, ma la notizia stavolta viene dal Vietnam.
Due persone erano alla ricerca di legna da ardere e così si sono immersi nella foresta di Quang Ngai; qui hanno trovato una casa su un albero e al suo interno due uomini.
La scoperta è a dir poco eccezionale: si tratta di padre e figlio, Ho Van Thanh e Ho Van Lang, sfuggiti 40 anni fa dalle bombe della guerra del Vietnam.
Nel lontano 1973 il padre aveva visto la sua casa distrutta da una bomba e aveva assistito alla morte di sua moglie e degli altri suoi due figli.
Ho Van Lang aveva solo un anno quando il padre lo ha preso con sè e lo ha portato nella foresta, al riparo dalle bombe e dalla morte.
Casa sull'albero
Da quel giorno nessuno li ha più rivisti tant'è che erano nella lista dei dispersi della guerra del Vietnam.
In quella giungla vietnamita i due non si sono persi d'animo e come degli uomini primitivi hanno costruito una casa di legno e bambù sull'albero, lontana dai pericoli, hanno costruito armi e strumenti per la caccia e per la sopravvivenza, si sono cibati di riso, sesamo e caccia e hanno coltivato vegetali e addirittura si sono fatti degli abiti col bambù e la corteccia.
Un vero e proprio istinto di sopravvivenza che li ha portati a sopravvivere fino ad oggi.
Ora quel piccolo bimbo vietnamita ha 41 anni e deve la vita a suo padre, un eroe, che oggi ha la veneranda età di 82 anni.

Spot Fiat 500 L: la famiglia è un optional

Da quando la Fiat è sbarcata in America, molta attenzione è stata rivolta al marketing e agli spot pubblicitari messi in onda.
L'ultimo arrivato è lo spot della Fiat 500 L in cui ai clienti americani che stanno per acquistare la nuova auto viene spiegato che ogni Fiat  ha un optional unico: una famiglia italiana che vive sul sedile posteriore e che accompagna i clienti durante tutto il viaggio.
L'effetto di questo incontro tra Usa e Italia è esilarante: a renderlo davvero unico sono i nostri modi di dire e di fare, la nostra gestualità, le nostre passioni come il calcio e il caffè espresso.
Ma ai clienti americani, apparentemente noiosi, basta una settimana per cambiare atteggiamento e per assorbire un po' di quella vivacità, allegria e gioia di vivere tipica di noi Italiani.


E  naturalmente alla fine sentiranno la mancanza dei tre Italiani seduti sul sedile posteriore.
Lo spot si segue facilmente e ci risulta abbastanza chiaro visto che gran parte dei dialoghi sono in Italiano.
Che dire?
Gran bella trovata pubblicitaria e soprattutto è bello sapere che l'azienda torinese continua a mantenere il suo legame con l'Italia, nonostante ora si trovi dall'altra parte dell'Oceano Atlantico.

martedì 6 agosto 2013

Il primo amore non si sposa mai

In passato spesso si diceva che il primo amore non si scorda mai.
Oggi è il caso di dire che il primo amore non si sposa mai.
Ad affermarlo è uno studio pubblicato dal Times da cui emerge che oggi solo 1 coppia su 7 sposata e di mezza età si è formata durante l'adolescenza.
Basta guardarci intorno per capire che trovare una coppia che sta insieme da tanto tempo è davvero difficile.
La maggior parte delle coppie vengono distrutte e divise da separazioni e divorzi, spesso legati ad una minore pazienza a superare le difficoltà che la vita di coppia ci pone davanti.
La società, nel corso degli anni, è notevolmente cambiata: oggi è molto più facile conoscere nuove persone, avere una certa libertà sessuale e anche le donne hanno finalmente raggiunto quell'autonomia e indipendenza che le rende più libere.
E  così se il 75% degli odierni 60enni si sono sposati quando avevano 25 anni, oggi solo il 14% dei giovani tra i 25 e i 30 anni è sposato; inoltre, se metà dei 60enni di oggi a 25 anni aveva un figlio, oggi solo l'11% dei 25enni può dire lo stesso.
Dallo studio emerge che oggi si aspetta l'età tra i 30 e i 35 anni per sposarsi e il ritardo che troviamo nel matrimonio è riscontrabile anche nel trovare un lavoro fisso, avere dei figli e comprare una casa.
Ma dietro a tutto questo ritardo una nota positiva c'è: secondo questo studio pare che se non sposi il primo amore, il matrimonio è destinato a durare di più.
Forse perchè dopo diversi tentativi trovi la persona giusta.
E voi avete sposato il vostro primo amore o no?

lunedì 5 agosto 2013

La storia di Mikimoto, il re delle perle

"Vorrei ornare il decolletè di tutte le donne del mondo con un filo di perle".
A dirlo fu Kokichi Mikimoto, il re delle perle, scomparso nel 1954.
La sua è una storia fatta di passione, saggezza, pazienza e cura che viene direttamente dal Giappone.
Mikimoto era figlio di un titolare di una piccola trattoria che gli era stata trasmessa di generazione in generazione.
Quando a 11 anni divenne l'uomo di famiglia, dopo la morte del padre, Mikimoto ebbe il coraggio di andare oltre la tradizione familiare e affacciarsi a culture diverse e alle nuove opportunità che il mondo offriva.
Fu così che si dedicò totalmente alla produzione di perle, coltivando le ostriche perlifere.
Il suo obiettivo era quello di ottenere le perle migliori: fino ad allora le poche perle naturali venivano raccolte dalle leggendarie Ama, le pescatrici vestite di bianco che si tuffavano in profondità per cercarle, tornando a galla spesso con bottini miseri.
Mikimoto capì che poteva coltivarle nel mare dell'isola di Ojima, poi ribattezzato Mikimoto Pearl Island: dopo vari tentativi, capì che bisognava inserire un frammento di materia inorganica in un'ostrica con lo scopo di stimolare la secrezione della madreperla.
Quest'ultima, accumulandosi in centinaia di migliaia di strati, dà vita ad una perla scintillante.
Naturalmente, l'idea trovò molti ostacoli, come il fallimento dei vari esperimenti, i polpi che mangiavano le ostriche e la marea rossa di batteri che minacciava gli allevamenti.
Ma Mikimoto non si perse d'animo e la sua perseveranza lo ha portato ad essere famoso in tutto il mondo, con una produzione di perle di ogni tipo, colore, grandezza e valore.
Il primo negozio fu aperto a Tokyo, nel quartiere di Ginza, nel 1899 e di lì si diffuse rapidamente in tutto il mondo con aperture di store a Londra, Parigi,New York.
Persino Marilyn Monroe tornò dal suo viaggio di nozze in Giappone con Joe di Maggio con una collana di 44 perle Akoya.
Quest'anno il marchio Mikimoto festeggia i 120 anni e può dirsi soddisfatto per aver conquistato tutti con la sua eleganza, dalla famiglia imperiale giapponese ai reali di Spagna fino alla regina Elisabetta II d'Inghilterra.

domenica 4 agosto 2013

Cosa vedere a Otranto

Otranto è una delle città salentine più amate e visitate dai turisti italiani e stranieri.
Posta sul Mare Adriatico, la città ha una costa rocciosa con tratti in cui il mare è meraviglioso e cristallino.
Oltre alla bellezza del mare, Otranto vanta anche delle delizie in cucina e nel territorio circostante.
Se anche voi siete in partenza per la città leccese, ecco quali sono le cose che non potete perdervi:
  • la Baia dei Turchi: è da molti considerato il tratto di costa più bello in cui vi sembrerà di essere in qualche isola caraibica per la limpidezza del mare. Potete scegliere tra spiagge attrezzate e libere;
  • la Cattedrale di Otranto: una bellissima cattedrale che fonde tre stili differenti: quello paleocristiano, bizantino e romanico. Al suo interno, non perdete il meraviglioso mosaico che raffigura l'albero della vita e le ossa e i teschi degli 800 martiri, conservate all'interno di teche;
  • il Borgo antico: superata la porta d'ingresso,vi sembrerà di essere in un altro posto e in un'altra epoca.Tra le vecchie mura della città troverete tantissime botteghe artigianali e negozi di souvenir. Sarà bello perdersi tra le viuzze della vecchia città;
  • la Cava di Bauxite: un po' fuori la città, seguendo le indicazioni per il porto, troverete questa cava di bauxite ormai fuori uso. Sarete colpiti dal silenzio e dall'incanto del posto: un'oasi nel deserto, fatta del rosso della terra e del blu cobalto del fondo d'acqua;
  • le Grotte di Zinzulusa: una tappa sicuramente da non perdere. Potete scegliere tra un'escursione in barca o (meglio) a piedi. Se scegliete la seconda opzione, scenderete verso la grotta e sarete subito colpiti dalla limpidezza dell'acqua, un blu profondo. Una volta entrati, sarete avvolti da stalattiti e stalagmiti che spesso assumono forme che ricordano qualcosa (come la cascata o il presepe) fino a scendere a 70 m di profondità dove il buio fa da padrone. Dopo la visita alla grotta, potrete immergervi tranquillamente nelle acque circostanti per un bagno indimenticabile.

sabato 3 agosto 2013

#weareinpuglia: Puglia da record nel turismo

Questa estate 2013 può dirsi l'estate della Puglia.
La regione meridionale è infatti l'unica del Sud ad aver registrato un aumento del turismo: da alcuni dati risulta che la Puglia ospiti più di 15 milioni di presenze turistiche in un anno ed è la prima regione del Sud a registrare un aumento del 5% per le strutture non-alberghiere, come B&B, masserie, trulli e case vacanza.
In netto aumento sono gli stranieri e gran parte di questo successo è dovuto alla campagna di marketing messa in atto dalla regione stessa.
Infatti, basterà passeggiare per le principali capitali europee per notare su bus londinesi o nella metro parigina lo slogan #weareinpuglia.
Si tratta di una campagna pubblicitaria presente soprattutto in città come Londra, Parigi, Berlino, Bruxelles, Monaco, tutte con collegamenti diretti con i due aeroporti pugliesi di Bari e Brindisi.
La Puglia è molto amata dagli stranieri perchè offre un mix di possibilità: non solo cucina e percorsi gastronomici, ma anche mare, folklore, sagre, feste, natura e arte.
Ed è proprio su questi elementi che si sofferma il programma Open days che prevede il giovedì all'insegna del gusto con itinerari gratuiti alla scoperta di cantine, masserie e frantoi, il venerdì dedicato alla natura e il sabato all'arte con visite guidate di beni culturali e artistici.
Inoltre, grazie a dei soldi stanziati dalla Apulia Film Commission, si cerca di attirare i registi e i produttori a girare film in Puglia (basti pensare che l'ultimo film di Paul Haggis, The Third Person, è stato girato proprio a Taranto).
Un vero e proprio successo per la regione pugliese che deve cercare di rendere sostenibile quest'afflusso di turisti in modo da farlo durare quanto più a lungo possibile.
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