L'altra sera ho avuto conferma che i migliori programmi televisivi siano quelli della seconda serata.
Su Raitre ho seguito la prima puntata di DOC3, un programma breve ma intenso che attraverso degli splendidi documentari affronta problemi seri in posti lontani dalla nostra realtà.
Nella prima puntata il protagonista era Morad, un ragazzo 17enne arabo, vittima della violenza stupida dei bulli.
Come un qualsiasi ragazzo diciassettenne, invia un sms ad una ragazza della scuola: niente di scandaloso, niente di particolare, ma per un tragico errore l'sms arriva al telefono del fratello della ragazza.
Si scatena l'impossibile: il fratello insieme ad altri suoi amici prende Morad e in un posto abbandonato lo picchiano, torturano, gli fanno del male.
Così tanto male che da quel giorno Morad non si è più ripreso: quella violenza gli ha tolto la parola, gli ha cancellato la memoria per far posto all'ansia, alla paura, al terrore, alla rabbia.
Gli hanno tolto l'anima: queste sono le parole del padre.
I medici non riescono a trovare una cura, i farmaci non danno risultati, pensano che la cosa più giusta da fare sia chiudere il ragazzo in un reparto psichiatrico.
Ma il padre di Morad si oppone: suo figlio non è nato malato, deve esserci un'altra soluzione.
Per raggiungere il centro dove viene applicata questa terapia, Morad e suo padre lasciano la casa, la famiglia e anche il lavoro e si trasferiscono nel nord d'Israele, a 500 km da casa, per un tempo indefinito.
Un sacrificio enorme che però a distanza di 4 anni premierà l'amore di quel padre: Morad, grazie al contatto con i delfini, recupererà la parola, la fiducia nelle persone, la voglia di vivere e lottare.
Ma quel trauma resterà sempre dentro di sè, niente e nessuno potrà rimuoverlo dall'anima.
Una storia commuovente, un viaggio nel mare, un contatto prezioso tra uomo e delfino che ci dimostra essere una creatura sensibile.
La delfinoterapia nasce negli anni 70 e fa parte della più generica e famosa pet therapy, ovvero la terapia con gli animali.
Il contatto con i delfini viene adottato soprattutto per guarire ed aiutare i bambini autistici: pare che il verso del delfini e la conformazione della loro bocca che sembra sempre sorridere siano utili a dare serenità e voglia di comunicare ai soggetti malati.
La terapia consiste nel semplice contatto con i delfini, nuotando, giocando o semplicemente accarezzandoli.
Molti, però, sostengono che sia giusto prendere le dovute precauzioni, soprattutto a livello di igiene, in modo da evitare che l'uomo trasmetta malattie ai delfini e viceversa; così come importante è rispettare il delfino e il suo ambiente.
Un documentario davvero interessante e che nella prossima puntata di mercoledì 13 Giugno ci racconterà un'altra storia terribile, quella di una bambina di Addis Abeba, orfana di entrambi i genitori morti di Aids e lei stessa malata di Aids, che, però, lotterà con tutta se stessa per andare avanti e realizzare il suo sogno di diventare un'insegnante.
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