mercoledì 20 giugno 2012

Montale: la vita va pensata

Oggi si sta svolgendo la prima prova degli esami di Maturità 2012: si tratta della prova d'italiano che prevede ben 7 possibili tracce tra cui scegliere quella da svolgere.
Tra le 7, c'è la prima, l'analisi del testo, e quest'anno l'autore scelto è stato Eugenio Montale, figura di spicco della nostra cultura, vincitore del premio Nobel per la letteratura nel 1975.
Montale è famoso per le sue poesie in cui esprime il suo male di vivere e la crudeltà della memoria che ci  riporta in mente i ricordi, incapaci di ritornare in vita.
Ma nell'analisi del testo di questa maturità, Montale viene presentato come prosatore, come critico della società a lui contemporanea nel famoso saggio "Auto da fè" del 1966.
In realtà, viene presa solo una parte dell'intero testo, quella intitolata "Ammazzare il tempo".
"Ammazzare il tempo è il problema sempre più preoccupante che si presenta all'uomo di oggi di domani"
Ammazzare il tempo?
Ancora oggi utilizziamo l'espressione "almeno ammazziamo il tempo", inteso come modo di trascorrere il tempo libero con attività solitamente leggere e spesso futili.
Montale dice:
"Passare il tempo dinanzi al video o assistendo ad una partita di calcio non è un ozio, è uno svago, ossia un modo di divagare dal pericoloso mostro, di allontanarsene" 
e aggiunge:
"Guai se l'uomo si contentasse di una sola automobile, di una sola donna, di un solo colore di capelli, d'anima, di opinioni; guai se la gente lasciasse invenduti i dischi di canzonette, e vuoti gli stadi del foot-ball; guai se tutti decidessero di andar meno al cinema, di lasciar chiusa la TV e di non comperare "il libro di cui si parla"
Con queste parole vuol farci capire che la società del 1966 (così come quella di oggi, forse in misura maggiore) cerca di allontanarsi da quell'otium contemplativo, spesso confuso con la noia, considerato pericoloso, svolgendo attività inutili e rendendo meccanica la vita.
E così ci troviamo di fronte ad una società caratterizzata dalla fine degli antichi valori civili e umani, una società in cui la comunicazione non avviene tra uomini veri, ma tra i loro duplicati.
Basti pensare ai social network, a Facebook, a Twitter, ore e ore passate a chiacchierare di nulla, senza il contatto, il confronto personale.
Il malessere dell'uomo contemporaneo deriva dalla mancanza di punti di riferimento stabili, di certezze e dall'incapacità di credere in valori non materiali e non mercificabili.
Montale, in questo testo, afferma che, secondo la società di oggi:
"La vita deve essere vissuta, non pensata, perchè la vita pensata nega se stessa e si mostra come un guscio vuoto. Bisogna mettere qualcosa dentro questo guscio, non importa che cosa"
Ma la visione di Montale non è del tutto pessimistica: non accetta nè rifiuta il presente, ma spera e invita tutti a recuperare l'homo sapiens, capace di esprimere valori.
Un testo di quasi 40 anni fa che ancora oggi resta attualissimo. 


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