L'India è uno dei paesi che più mi attrae per la sua cultura, i suoi colori e il suo mondo pieno di tradizioni.
Ma nel paese in cui le vacche sono sacre e vi sono ponti vivi, creati proprio dalla natura, ci sono anche tanti aspetti oscuri e difficili da accettare.
Un documentario dell'altra sera raccontava la storia di 4 giovani trans nell'India contemporanea, in continua lotta con una società moderna dal punto di vista economico, ma ancora antica dal punto di vista sociale e culturale.
Una società che ti guarda con occhi sospettosi e di condanna, famiglie che si vergognano dei figli trans a tal punto da allontanarli totalmente da casa e costringerli così a prostituirsi per sopravvivere.
Una situazione che fa nascere in questi quattro giovani la paura e l'incubo dell'Aids, facilmente trasmissibile a causa dell'ignoranza diffusa tra la popolazione.
Uno di loro, ormai senza speranze e senza sogni, si trasferisce a Bihar, una città dell'India nord-orientale.
Ed è proprio in questa città che il giovane inizia un'avventura pericolosa di cui ne sono venuta a conoscenza grazie a questo docu-film.
A Bihar i trans sono costretti a ballare vestite da donna per il piacere degli uomini che le circondano per strada, in preda all'eccitazione.
I ragazzi devono ballare per tutta la notte, senza lamentele e senza far caso alla stanchezza e allo sfinimento perchè "se non balli ti sparano".
Molti dei giovani che sono lì da tanto affermano che tanti ragazzi sono stati sparati davanti agli occhi di tutti gli altri solo perchè a causa della stanchezza non erano più in grado di ballare.
C'è chi racconta anche di esser stato portato via ed essere stato stuprato da gruppi di 10/15 uomini.
Una storia incredibile che viene da un Paese come l'India, un Paese così tollerante nel passato dal punto di vista sessuale (basti pensare al Kamasutra) e che oggi, invece, sfrutta i trans per dare sfogo alle fantasie più nascoste e deplorevoli dei suoi uomini.
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