Anche ieri nel corso di "Che tempo che fa", il programma condotto da Fabio Fazio, c'è stato l'intervento di Luciana Littizzetto.
La comica torinese ha potuto finalmente tornare a parlare di politica e lo ha fatto discretamente: in particolare, lei, come tanti, si è chiesta: come è possibile che siano state rielette persone che ne hanno fatte di cotte e di crude? E che m*****a deve fare un politico per disgustare l'elettorato? Come fa la gente ad avere ancora fiducia?
Ma oltre questo, il finale del suo intervento è stato dedicato al processo della Thyssen e alla sentenza degli ultimi giorni che ha ridotto la pena agli accusati, scatenando la rabbia dei parenti delle vittime:
"Si è concluso il processo alla Thyssen, per il rogo terribile che il 6 Dicembre 2007 si portò via 7 persone.
Io non so se la sentenza sia giusta o sbagliata, non è compito mio, per questo ci sono i giudici e gli avvocati; però quello che so è che non voglio mai più leggere sui giornali che quella dei parenti delle vittime è stata un'incredibile "gazzarra" (baccano, chiasso) e che ci voleva un limite.
Al dolore non c'è limite, purtroppo.
Il dolore deve essere rispettato e accolto, anche se si grida per dare un confine al male.
Se ti riportano a casa tuo figlio dentro un sacco nero a pezzi o se ti fanno riconoscere tuo marito da un mignolo perchè solo quello è rimasto, urli e urli qualsiasi cosa.
Si chiede solo giustizia e giustizia è anche dare alle parole il giusto valore: quella non era una gazzarra, era solo dolore.
Dicono che in quest'ultimo anno le morti sul lavoro siano diminuite del 3%.
Peccato che non sia un fatto positivo: è solo che c'è molta meno gente che lavora.
In Italia l'unico modo per morire meno sul lavoro è lavorare meno."
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