lunedì 4 marzo 2013

La Littizzetto sulla sentenza Thyssen

Anche ieri nel corso di "Che tempo che fa", il programma condotto da Fabio Fazio, c'è stato l'intervento di Luciana Littizzetto.
La comica torinese ha potuto finalmente tornare a parlare di politica e lo ha fatto discretamente: in particolare, lei, come tanti, si è chiesta: come è possibile che siano state rielette persone che ne hanno fatte di cotte e di crude? E che m*****a deve fare un politico per disgustare l'elettorato? Come fa la gente ad avere ancora fiducia?
Ma oltre questo, il finale del suo intervento è stato dedicato al processo della Thyssen e alla sentenza degli ultimi giorni che ha ridotto la pena agli accusati, scatenando la rabbia dei parenti delle vittime:


"Si è concluso il processo alla Thyssen, per il rogo terribile che il 6 Dicembre 2007 si portò via 7 persone.
Io non so se la sentenza sia giusta o sbagliata, non è compito mio, per questo ci sono i giudici e gli avvocati; però quello che so è che non voglio mai più leggere sui giornali che quella dei parenti delle vittime è stata un'incredibile "gazzarra" (baccano, chiasso) e che ci voleva un limite.
Al dolore non c'è limite, purtroppo.
Il dolore deve essere rispettato e accolto, anche se si grida per dare un confine al male.
Se ti riportano a casa tuo figlio dentro un sacco nero a pezzi o se ti fanno riconoscere tuo marito da un mignolo perchè solo quello è rimasto, urli e urli qualsiasi cosa.
Si chiede solo giustizia e giustizia è anche dare alle parole il giusto valore: quella non era una gazzarra, era solo dolore.
Dicono che in quest'ultimo anno le morti sul lavoro siano diminuite del 3%.
Peccato che non sia un fatto positivo: è solo che c'è molta meno gente che lavora.
In Italia l'unico modo per morire meno sul lavoro è lavorare meno."


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