sabato 29 settembre 2012

I bambini scomparsi: dove sono?

In questi ultimi giorni si è tornati a parlare della triste scomparsa di Angela Celentano, avvenuta il 10 Agosto del 1996, sul Monte Faito, e della possibilità che quella bambina ora viva in Messico.
Questa clamorosa scoperta è dovuta principalmente ad una ragazza messicana, Celeste, che giura di essere lei quella bambina, di ricordare alcuni di quei luoghi mostrati dai genitori della piccola Angela, ma preferisce continuare quella che ora è la sua nuova vita.
Il mistero si infittisce in quanto, grazie a delle ricerche, si è riusciti a scoprire l'indirizzo di provenienza di quelle e-mail, ma la polizia, al suo arrivo, ha trovato l'abitazione di una coppia di persone di spicco di Acapulco, genitori di due bambini.
Della ragazza nessuna traccia.
E allora dove sarà finita?
E com'è possibile che una bambina di soli 3 anni si trovi in Messico?
Domande che ancora non trovano una risposta, ma un film, nelle sale cinematografiche in questi giorni, ha fornito delle probabili risposte, molto difficili da accettare.


I bambini di Cold Rock si presenta come un thriller e forse sembra uno di quei tanti horror/thriller che provocano ansia e terrore.
Questo film è qualcosa di più, che va oltre la semplice e banale paura del buio e del bosco: è una paura che che ci fa pensare: e se fosse davvero così? e se fosse così anche per Angela Celentano e per tanti altri bambini scomparsi?
La realtà che ci presenta questo film è eticamente terrificante: uomini e donne che, per avere una società migliore e più attiva, sottraggono i figli a famiglie disastrate, povere, incapaci di regalare un futuro ai loro figli.
Questi uomini e donne lo fanno solo per dare a questi bambini un'altra possibilità, la possibilità di una vita migliore nella quale sfruttare al massimo le proprie capacità, in una nuova famiglia, in una nuova città.
E scelgono proprio i bambini al di sotto dei 3/4 anni perchè in loro la memoria non è ancora così potente: sono capaci di dimenticare e rimuovere ogni ricordo.
Ma davvero può essere così?
E, se ciò fosse vero, sapere che il proprio figlio sia vivo in un'altra città, con un'altra famiglia, con un'altra identità è più confortante di crederlo ormai morto?

venerdì 28 settembre 2012

Grace Kelly: la regina di ghiaccio

Lo scorso 14 Settembre c'è stato il 30esimo anniversario della morte di una delle donne più belle di Hollywood: Grace Kelly, un'icona di stile per le donne dei giorni nostri.
Quella di Grace Kelly viene spesso presentata come una favola, una moderna Cenerentola che dal set cinematografico diventa principessa.
Nata nel 1929, a Filadelfia, Grace rispettò l'educazione cattolica impartitale dal padre, un irlandese che in America aveva fatto fortuna, diventando un uomo ricco e rispettabile.
Ma il suo desiderio di entrare nel mondo del cinema era più forte di qualunque altra cosa: e così a 22 anni recitò nel suo primo film per diventare, solo 5 anni più tardi, una vera star di Hollywood, vincendo anche l'Oscar.
Tutta questa fama la portò a conoscere Hitchcock che da allora la considerò la sua musa ispiratrice.
La regina di ghiaccio o ghiaccio bollente: così era soprannominata Grace Kelly dal regista britannico a causa della sua fredda bellezza che nascondeva, però, una forte carica sensuale.
E di quella bellezza si innamorò anche il principe Ranieri di Monaco che la sposò nel 1956, con un matrimonio mediatico e che registrò 30 milioni di spettatori.
Da questo amore nacquero 3 figli: Alberto, Stephanie e Carolina.
La favola della principessa Grace, però, non ha avuto lo stesso finale delle classiche favole: il 14 Settembre 1982 Grace Kelly perse la vita a soli 52 anni in un incidente stradale, a bordo della sua Rover SD1, sulla quale viaggiava anche la figlia Stephanie, rimasta illesa.
Le ragioni di quell'incidente mortale sono state ricondotte ad un ictus che colpì la principessa, ma alcuni parlano anche della possibilità che fosse ubriaca o che stesse litigando con la figlia.
Sta di fatto che, nonostante la sua prematura scomparsa, la sua figura di femminilità, eleganza, di madre e moglie esemplare sopravviva ancora oggi, a distanza di 30 anni.
E nel 2014 uscirà nelle sale cinematografiche un film dedicato a lei, dal titolo "Grace of Monaco" interpretato da Nicole Kidman
Un vero mito!

giovedì 27 settembre 2012

Google compie 14 anni: AUGURI!!!

Tanti auguri a Google!
Ve ne sarete sicuramente accorti: la homepage di oggi, infatti, presenta un doodle speciale.
Una bella torta al cioccolato con 14 candeline, dello stesso colore del marchio di Mr G.
Ebbene sì: 14 anni fa, il 4 Settembre 1998, due studenti dell'Università di Stanford diedero vita a questo motore di ricerca che è diventato il più famoso del pianeta, fornendo risultati accurati e rispondenti alle nostre richieste.
Ma la storia di Google non finisce mai: oltre al motore di ricerca, ci sono altri servizi che l'azienda mette a disposizione degli utenti di tutto il mondo.
Basti pensare a Google Maps, Google Earth, Google Adsense, Google Immagini e, addirittura, ieri è stato possibile osservare alcuni fondali marini, tra coralli e tartarughe marine.
Auguri di vero cuore, Mr G!!!

mercoledì 26 settembre 2012

Il diavolo e la morte nell'arte

L'Italia è ricchissima di storia e di arte, di dipinti e sculture che sono invidiate e apprezzate da tutto il mondo.
L'arte è in grado di penetrare nella realtà, rappresentandola in modo impeccabile e trasferendoci così anche forti emozioni.
Ma, mettiamo da parte l'arte come i dipinti naturalistici, romantici, cubisti, e andiamo a considerare soprattutto i dipinti religiosi, posti in molte delle chiese site nel nostro Paese.
Per la religione cristiana il diavolo è il male, colui che ci tenta e vuol farci cadere nel peccato; eppure ci sono dei dipinti, anche molto grandi, che lo raffigurano e della cui presenza ci si è accorti solo in tempi recenti.
A Perugia, nella Chiesa di San Pietro, c'è la tela più grande del mondo che rappresenta il trionfo dell'Ordine dei Benedettini.
Al centro c'è proprio San Benedetto da Norcia, circondato da santi, papi, cardinali, vescovi, ecc...
Ma in realtà, guardando bene questo dipinto, salta fuori un'immagine inquietante.
Molti hanno riconosciuto in questa rappresentazione il volto del diavolo: San Benedetto è la fossa nasale, i due squarci di cielo in cui si intravedono il Sole e la Luna rappresenterebbero proprio gli occhi e San Pietro e San Paolo, posti negli angoli alti, le corna.
Un quadro inquietante, posto proprio di fronte ai credenti che ogni giorno giungono in quella Chiesa per pregare.
Un altro esempio è un dipinto di Giotto ad Assisi: si tratta di un particolare della vita di San Francesco.
Tra le nuvole, è stato individuato il volto del demonio, forse a rappresentare le tentazioni che Francesco d'Assisi dovette affrontare nel corso della sua vita.
E a Milano, nella chiesa di Sant' Eustorgio, un altro dipinto ha lasciato un po' di perplessità nei critici: si tratta di una rappresentazione inedita della Madonna con il Bambino che vengono rappresentati con le corna, come se fossero delle creature demoniache.
Oltre alla rappresentazione del diavolo, ci sono anche molti dipinti che, invece, rappresentano la morte, altro elemento negativo e triste.
A Clusone, in provincia di Bergamo, c'è una rappresentazione sulla facciata di una chiesa che lascia senza parole: sono raffigurati vivi e morti, occupati in una danza, nella quale la morte ricorda ai vivi che nessuno può sfuggirle.
Molti ricchi rappresentati con sguardi impauriti offrono doni alla morte, ma questa ride di loro per sottolineare il concetto che ciò che hai in vita non ha alcun valore di fronte alla morte.
Infine, c'è un dipinto a Cremona, nella chiesa di San Sigismondo, che raffigura l'adultera davanti a Cristo: tutti i personaggi sono senza le pupille, con occhi completamente bianchi, come se fossero ciechi o zombie.
Quale sarà il messaggio che questi pittori volevano lasciarci?

martedì 25 settembre 2012

Food craving: la fame compulsiva

Quante volte vi è capitato di essere sopraffatti da un'indescrivibile voglia di mangiare qualcosa?
Quasi sempre i cibi più desiderati sono quelli che fanno più male al nostro organismo.
Perchè?
La scienza si è messa a studiare questi comportamenti ed ha ottenuto dei risultati davvero interessanti.
Partiamo col dire che le donne sono più fragili degli uomini: in effetti, il 100% delle donne contro il 75% degli uomini ha confessato di aver avuto il desiderio incontrollabile di un alimento almeno una volta in un anno.
Ciò che cambia tra uomini e donne è sostanzialmente la scelta di cosa mangiare in quei momenti: mentre le donne preferiscono maggiormente cibi come la cioccolata e la pizza, gli uomini scelgono, oltre a questi, anche molta carne e pollo.
La tendenza a divorare alcuni cibi per placare il desiderio incontrollabile di mangiare è conosciuta come food craving ed è la prima tra le cause di fallimento di moltissime diete, oltre che causa di obesità e bulimia.
E così ci si chiede: ma perchè nasce questo desiderio di mangiare questi cibi?
I capisaldi di questa ricerca sono 4:
  • alcuni alimenti attivano le stesse reazioni provocate dall'alcool e dalla droga;
  • nessuno è immune a queste tentazioni;
  • mentre un uomo, dopo aver mangiato, si sente soddisfatto nell'85% dei casi, la donna solo nel 57% e ciò è da ricollegare nei sensi di colpa che proviamo subito dopo;
  • nella maggior parte dei casi mangiamo perchè suggestionati.
E allora come si può evitare del tutto o in parte di avere questi attacchi di fame compulsiva?

Ecco 4 consigli:
  1. mangiate una quantità piccola del cibo che desiderate fortemente;
  2. annusate della menta per ingannare l'olfatto;
  3. fate attività fisica così il vostro desiderio di fronte ai cibi diminuirà;
  4. chiudete gli occhi e visualizzate l'oggetto del desiderio: ciò vi soddisferà.
Ma sarà davvero così?
Io ricordo una famosa frase di Oscar Wilde che affermava: "Il miglior modo per resistere alle tentazioni è cedervi".
Mah!

lunedì 24 settembre 2012

I figli delle coppie omosessuali

Che cosa intendete con il termine famiglia?
Solo quella formata da madre e padre o anche padre e padre o madre e madre?
Nella società di oggi stanno nascendo sempre più famiglie che escono fuori dalla concezione tradizionale e cristiana di "famiglia"e che, spesso, sono viste in modo negativo dagli altri.
Oggi, però, piano piano gli omosessuali stanno ottenendo sempre più diritti, ma c'è una cosa che ancora è molto lontana e difficile da accettare: coppie omosessuali che hanno dei figli.
Il documentario di DOC3 dell'altra sera ha affrontato l'argomento, presentandoci la storia di due uomini, Marco e Gianpiero, con una gran voglia di avere dei figli e che, per questo motivo, si sono dovuti affidare a due donne americane.
La prima, Amanda, è stata soprannominata "la mamma uovo": lei ha donato i suoi ovuli che, successivamente, sono stati impiantati in un'altra donna, Cinzia, "la mamma pancia", che li ha cresciuti dentro di sè per 9 mesi, dando loro il giusto nutrimento.
Questo amore profondo tra Marco e Gianpiero ha dato la vita a due bellissimi bimbi che si sono trovati ad avere due padri, due madri e una marea di zii e amici, di ogni età e nazionalità.
Una famiglia allargata, internazionale, arcobaleno, nella quale non manca la componente femminile (basti pensare alle due mamme) e soprattutto non manca l'amore, pilastro fondamentale per la crescita di due bambini.
In Italia, oggi, ci sono circa 100 mila bambini di coppie omosessuali, anche se il riconoscimento dei loro diritti è ancora lontano e questo, credo, sia un po' per colpa della forte presenza della Chiesa nel nostro Paese.
Immagino che sia difficile accettare una famiglia di questo tipo perchè siamo stati abituati a vedere famiglie formate da una donna e un uomo; ma, quante volte abbiamo assistito a padri e madri che, da perfetti egoisti, hanno abbandonato i loro figli, venendo meno alle loro responsabilità?
L'essere una famiglia eterosessuale o omosessuale non ci assicura che i figli siano cresciuti in modo più o meno adeguato, con la giusta attenzione ed educazione.
Ciò che importa, sopra ogni cosa, in una qualsiasi famiglia è che ci sia l'amore: tutto il resto non conta.

sabato 22 settembre 2012

Girl on fire: testo e video

Chi mi conosce sa che Alicia Keys è una delle mie artiste preferite.
La adoro per la sua voce, per i suoi testi, per la sua grinta e la sua passione.
La seguo dalla sua prima canzone "Falling" e ogni suo album è qualcosa di straordinario.
L'ultimo, dal titolo "Girl on Fire", uscirà il 26 Novembre 2012.
Per ora è uscito il primo singolo che porta lo stesso titolo dell'album ed è stato presentato in 3 diverse versioni: Inferno, Blue e Original.
Un brano che ci presenta una nuova Alicia Keys, moglie e mamma: in effetti, il significato di Girl on Fire è proprio quello di spingere ogni donna a togliersi di dosso le energie cattive, di prendere in mano le redini della propria vita e di vivere come si vuole vivere.
Non come un leone in gabbia, ma come una ragazza che brucia.
Ecco il video e il testo di Girl on Fire.


GIRL ON FIRE
She’s just a girl, and she’s on fire
Hotter than a fantasy, longer like a highway
She’s living in a world, and it’s on fire
Feeling the catastrophe, but she knows she can fly away
Oh, she got both feet on the ground
And she’s burning it down
Oh, she got her head in the clouds
And she’s not backing down
This girl is on fire
This girl is on fire
She’s walking on fire
This girl is on fire
Looks like a girl, but she’s a flame
So bright, she can burn your eyes
Better look the other way
You can try but you’ll never forget her name
She’s on top of the world
Hottest of the hottest girls say
Oh, we got our feet on the ground
And we’re burning it down
Oh, got our head in the clouds
And we’re not coming down
This girl is on fire
This girl is on fire
She’s walking on fire
This girl is on fire
Everybody stands, as she goes by
Cause they can see the flame that’s in her eyes
Watch her when she’s lighting up the night
Nobody knows that she’s a lonely girl
And it’s a lonely world
But she gon’ let it burn, baby, burn, baby
This girl is on fire
This girl is on fire
She’s walking on fire
This girl is on fire
Oh, oh, oh…
She’s just a girl, and she’s on fire

Olimpiadi: i premi ai medagliati

A distanza di qualche mese dalla fine delle Olimpiadi 2012 di Londra, ritorno a parlare di questo, o meglio dei compensi elargiti ai medagliati di tutto il mondo.
Partiamo dall'Italia: i nostri atleti, oltre alla medaglia, hanno ricevuto dallo Stato un premio in denaro.
Nel dettaglio:
  • per la medaglia d'oro 140.000 €;
  • per la medaglia d'argento 70.000 €;
  • per la medaglia di bronzo 50.000 €.
Bisogna aggiungere, però, che su questi compensi gli atleti pagheranno delle tasse allo Stato; per cui i 140.000€ diventeranno poco più di 82.000€ , i 70.000€ poco più di 40.000€ e i 50.000€ solo 29.000€.
E c'è chi ha pure alzato la voce su questi premi in denaro perchè, come sappiamo, gli atleti ricevono già uno stipendio fisso dalle forze armate.
Ma sorvoliamo!
Passando adesso l'attenzione sugli altri Paesi del mondo scopro delle cose davvero straordinarie.
Partendo dalla Cina, molti medagliati hanno ricevuto, oltre ad altissime somme di denaro (si parla di 300.000€ per l'oro) anche un appartamento del valore di 350.000 € o un immobile di 120 mq con vista mare.
L'unico medagliato del Trinidad e Tobago ha ricevuto una villa di 20.000 acri di terra, 130.000 € e un faro.
Che farsene di un faro???
Ma c'è chi ha ricevuto dei premi ancora più insoliti: i campioni del Sud Africa hanno dovuto accontentarsi di premi in natura.
A loro, infatti, un businessman nella vendita di prodotti per grigliate ha donato una mucca del valore di 700 € o, in alternativa, il corrispettivo macellato (circa 140 kg di carne).
Qual è il miglior premio, secondo voi?

venerdì 21 settembre 2012

Perchè andare al centro commerciale?

Nell'era del consumismo, sono tanti i centri commerciali che sorgono in molte città italiane.
Sempre più grandi, con più servizi e attrazioni, diventano dei veri punti di incontro e di riferimento per l'intera popolazione, un po' come un tempo lo erano le piazze delle città.
In effetti, lo schema di questi centri ricorda un po' quello delle città e delle vie principali: prevede una serie di negozi, di vie, di angoli, di ristoranti, ascensori, scale mobili e di una piazza centrale.
Ma vi siete mai chiesti cosa significano questi luoghi?
Perchè ci si reca lì?
Cosa ci fanno tutte quelle persone lì?
Sono queste le domande che il documentario di DOC3 ha fatto ai frequentatori di un centro commerciale di Roma.
Il risultato?
A dir poco preoccupante.
Molti degli intervistati hanno fornito le risposte più imbarazzanti: c'è chi preferisce stare lì piuttosto che al parco o al mare perchè si ha tutto a portata di mano, chi ci va per fare shopping "perchè lo fanno tutti" e per provare soddisfazione nell'acquistare, chi ci va per alleviare lo stress e non pensare ai problemi.
Diverse motivazioni, ma in tutte c'è una carenza di valori, di sentimenti, di emozioni.
Sentir uomini e donne, anche giovani, che alla domanda: "Cosa ti rende felice?" rispondono "comprare i vestiti, avere un sacco di soldi, una bella auto" non è di certo positivo e confortante per il futuro.
Un luogo dove regna la confusione e in cui spesso ci si confonde.
E allora sarà vera la frase di chiusura di Edouard Glissant:
"E' il centro che domina e sono le periferie a essere dominate"?

mercoledì 19 settembre 2012

Benetton: cercasi giovani e disoccupati

Non si fa altro che parlare di disoccupazione giovanile, di donne che faticano più degli uomini a trovare un'occupazione e del Sud in condizioni più gravi rispetto al nord Italia.
Spesso capita che questi giovani disoccupati siano considerati dei "bamboccioni" o comunque dei giovani svogliati, incapaci di darsi da fare per trovare un'occupazione o con qualcosa che non va bene alla società.
Purtroppo non è così: l'esser disoccupati non dipende da chi un lavoro non lo trova o, perlomeno, non dipende totalmente da lui.
E dello stesso parere è anche il Presidente della Benetton Group, Alessandro Benetton, che da ieri ha dato il via ad un progetto globale per cercare di dare una mano ad alcuni di questi giovani senza lavoro.
Il progetto si intitola "Unemployee of the year" (il disoccupato dell'anno).
Cos'è?
Il progetto è indirizzato a giovani di età compresa tra i 18 e i 30 anni, senza un lavoro.
Ognuno di loro può inviare un'idea, un progetto su un argomento che va dall'arte alla comunicazione, dall'attenzione al sociale a quella all'ambiente.
Inoltre, sono ben accette anche proposte per creare opportunità di lavoro per altri giovani disoccupati e magari una rete globale di giovani senza lavoro.
I progetti saranno votati fino al 14 Ottobre e i 100 più votati e apprezzati vinceranno un premio di 5000 € a sostegno della realizzazione del progetto stesso.
E' vero: 100 sui milioni di giovani che parteciperanno è un po' come una goccia nell'oceano, ma è pur sempre un'azione a favore di chi un lavoro non lo trova e che, per queste ragioni, spesso si sente meno uomo/donna di chi invece ce l'ha.
Perchè il lavoro non va considerato solo come una fonte di sostegno economico, ma anche (e soprattutto) come un mezzo per sentirsi realizzati e utili alla società.

martedì 18 settembre 2012

Merida, la principessa ribelle

I cartoni Disney sono da sempre i preferiti dai bambini.
Se oggi i soggetti dei cartoni animati sono gli animali (basti pensare a Madagascar, L'era glaciale, Kung fu Panda), negli anni passati (almeno 15 anni fa) erano le principesse a riscuotere successo.
Prima Biancaneve, poi Cenerentola, poi ancora la Sirenetta e Pocahontas: tutte giovani donne in cerca dell'amore e del principe azzurro da sposare per vivere felici e contenti per tutta la vita.
Ma si sa, i tempi cambiano e anche la Disney si adegua a questi cambiamenti: messe da parte la gentilezza, la femminilità e la dolcezza delle principesse del passato, adesso le protagoniste sono delle ragazze più coraggiose e forti.
In queste settimane la nuova principessa della Disney è Merida.
Chi è?

Beh, il nome non vi dirà niente, il film è Ribelle - The brave: Merida è la principessa coi capelli ricci e rossi, simbolo della sua unicità.
Merida, infatti, è una ragazza che non accetta le tradizioni imposte dalla famiglia (e soprattutto dalla madre): controcorrente, non vuol sposarsi, non vuole avere i modi gentili di tutte le principesse, nè imparare a cucire, ma preferisce esercitarsi con l'arco, la sua vera passione.
Anche quando sua madre le imporrà di scegliere tra i 3 candidati come suo sposo, lei si opporrà perchè vuole la sua libertà e non accetta che qualcuno decida il suo destino.
Quella di Merida è una figura che si avvicina molto alle donne di oggi: più responsabili, più determinate e più indipendenti.
Non si fanno schiacciare dalle decisioni degli uomini o di altre persone, ma decidono da sole quale sia la strada più giusta.
Un film che ci fa riflettere, senza dubbio, e che ci fa capire come la società si sta evolvendo, tanto che le principesse Disney del passato ci sembrano così lontane.

lunedì 17 settembre 2012

Spot Fiat 500 L: uno zoom del mondo

Dopo l'ultimo spot girato sulla costiera amalfitana, da ieri c'è uno spot che le tv stanno trasmettendo e che ho trovato divertente: si tratta del nuovo spot della Fiat per pubblicizzare la Fiat 500L.
Sulle note di "All together now" dei Beatles, questo spot scorre velocemente: protagonista è un bimbo che, con la sua sorellina, ingrandisce e rimpicciolisce tutto ciò che vede al di fuori del finestrino dell'auto solo con un tocco delle dita, come siamo ormai abituati a fare su uno smartphone.
Lo fa prima con un palloncino che raffigura uno smile, poi con un cane di piccola taglia, con un distributore di palline, con una valigia, con il distributore di benzina e infine con la pancia della sua mamma.

Mentre fa tutto questo, vengono elencate le caratteristiche di questa nuova auto, tutte che iniziano con la lettere L: Light la più ecologica, Look dimensioni compatte e grande personalità, Lifestyle la più personalizzabile, Large la più spaziosa della categoria, Light bassi consumi, Love massima sicurezza.
Uno spot che si adegua alle abitudini attuali, dove anche i bambini ormai per fare uno zoom utilizzano le dita e le allargano a forma di L come se usassero un touchscreen.
Un bene o un male?
Resta il fatto che questo spot è piuttosto carino.

domenica 16 settembre 2012

La comunità isolata dei Mennoniti

Ci sono in alcuni Paesi del mondo delle comunità che vivono isolate, con delle proprie regole e delle proprie tradizioni, radicate fortemente in tutti i membri della comunità stessa.
I più conosciuti sono gli Amish, presenti soprattutto negli Stati Uniti, ma c'è un'altra comunità, parente lontano degli Amish stessi: sono i Mennoniti.
Queste persone vivono di agricoltura e parlano basso tedesco, la stessa lingua del loro fondatore, Menno Simons, un sacerdote cattolico olandese.
Attualmente i Mennoniti sono circa un milione e mezzo in tutto il mondo, distribuiti tra gli Stati Uniti, il Canada, l'Africa, l'India e il Messico.
Il loro motto è "Siamo nel mondo, ma non del mondo": rifiutano il battesimo per i bambini, sono pacifisti e si sposano tra di loro.
Sostanzialmente tra gli Amish e i Mennoniti le differenze non sono tante: la principale differenza sta nel fatto che provengano da popoli diversi, ma entrambi condividono il completo isolamento dal mondo.
Da qualche tempo è uscito un libro, Mi chiamo Irma Voth, scritto da una Mennonita moderna, Miriam Toews, che racconta la storia di una giovane donna mennonita, costretta a vivere in un casolare in Messico con suo padre.
Scoprirà la vita e otterrà la sua libertà quando nei pressi della sua abitazione arriverà una troupe cinematografica che la assumerà come interprete.
Una finestra su una comunità che rifiuta ogni forma di modernità per vivere secondo le sue tradizioni e i suoi usi e costumi.
Non resta che ammirarli per il loro coraggio.

sabato 15 settembre 2012

La dolce morte dell'eutanasia

L'altra sera DOC3 ha affrontato, attraverso uno dei suoi documentari, un argomento difficile: quello dell'eutanasia (per rivedere il documentario cliccate qui).
A differenza di altri articoli, servizi, speciali, questo documentario ha semplicemente raccontato la storia di un uomo e della sua scelta di porre fine alla sua vita.
Lui è Craig Ewert, 59 anni, americano, malato di SLA, la sclerosi laterale amiotrofica.
Sposato da 37 anni con Mary, è stato insegnante di Scienze informatiche: amante dei viaggi e della vita, fin quando però la malattia lo ha portato su una sedie a rotelle e a pensare al suicidio come l'ultimo gesto per scrivere la parola "fine" ad una vita che non ha più motivo di essere vissuta.
L'uomo si rivolge ad una clinica in Svizzera, la Dignitas, che, legalmente, permette, a chi ne fa richiesta, di suicidarsi.
Il dottore della clinica, soprannominato Dottor Morte, è in realtà un avvocato che, fino ad oggi, ha accettato 700 richieste di suicidio da tutto il mondo.
Il dottor giustifica il suicidio, in modo particolare quando serve per uscire da una situazione insostenibile, come può essere quella di un malato terminale, ma lo rifiuta quando a voler morire sono persone sane, come nel caso di una anziana donna che, non sopportando l'idea di vivere senza il marito, voleva farla finita.
Il documentario è emozionante, a tratti forte e doloroso, ma fa riflettere: un uomo, ancora capace di intendere e volere, che prende una decisione così difficile e che non avrebbe preso se avesse avuto delle alternative, che decide di dire addio per sempre a sua moglie e ai suoi figli perchè si vede ormai "come un guscio vuoto" e chiede di ascoltare il primo movimento della nona sinfonia di Beethoven nei minuti che precedono la morte.
Emozionanti le sue parole, eccone alcune:
"...suicidarsi è sbagliato,Dio ha proibito il suicidio e nessuno può sostituirsi a Dio e toglierti la vita, ma il respiratore si è già sostituito a Dio, le apparecchiature tecnologiche lo hanno già fatto altrimenti sarei già morto..."
"... un cristiano non direbbe mai: dobbiamo fermare i trapianti di organi, dobbiamo smettere di salvare i prematuri, dobbiamo farli morire. Solo quando si può alleviare la sofferenza non possiamo sostituirci a Dio..."
E alla fine ci lascia comunque un messaggio di speranza, dicendo: 
"Nessuno sarà del tutto scomparso finchè anche una sola persona ricorderà il suo nome"

venerdì 14 settembre 2012

E-commerce: come cambia il prezzo

Chi di voi non ha fatto almeno un acquisto in uno dei negozi online come Amazon, Groupon, Ebay?
C'è chi lo chiama anche e-commerce: tutto sta nel vendere o acquistare stando seduti comodamente davanti al proprio pc.
In questi giorni è stato però fatto un esperimento: è stato osservato come è cambiato nell'arco di 24 ore il prezzo di un semplice forno a microonde, venduto sia su Amazon, su Best Buy e su Sears.
Mentre per gli ultimi due le variazioni nel prezzo sono state da 0 a 2, Amazon ha fatto ben 9 cambi di prezzo: il costo di quel forno è variato da un minimo di 745 dollari a un massimo di 872 dollari.
Cosa dimostra tutto ciò?
Semplicemente che, così come per le vacanze, le tariffe aeree e gli hotel, anche i prezzi dei beni di consumo variano nei negozi online.
Infatti, i pionieri dell'uso di questi software così intelligenti sono state le compagnie aeree: sappiamo tutti quanto il prezzo di un volo possa cambiare anche da un minuto ad un altro per non parlare di quanto cambi da un giorno ad un altro.
Nel caso delle tariffe aeree il prezzo viene stabilito, basandosi sui posti disponibili e tenendo conto anche e soprattutto dei prezzi dei concorrenti.
Lo stesso vale per gli hotel e ora anche per i beni di consumo.
L'obiettivo è quello di avere il prezzo più basso, anche solo di un centesimo, per sbaragliare così la concorrenza ed essere primi in assoluto.
Nel caso di prodotti come quelli di elettronica, abbigliamento, scarpe, gioielli, che sono i prodotti più gettonati, il prezzo viene scelto tenendo conto dei prezzi dei concorrenti, il costo della spedizione, le vendite stagionali.
Se ci state dietro e siete pazienti, potreste davvero fare un affare sul web.

giovedì 13 settembre 2012

Clara Schumann, tra musica e famiglia

Oggi, 13 Settembre, Google ci fa un regalo: dedica il suo doodle ad una donna con la D maiuscola della musica europea.
Clara Schumann oggi avrebbe compiuto il suo 193esimo compleanno.
Figlia di un insegnante di piano nonchè fondatore di una fabbrica di pianoforti e di una cantante e pianista, il suo destino era chiaro sin dalla nascita: Clara iniziò a parlare a 4 anni, ma già prima sapeva suonare il pianoforte nella sua casa.
Una vita interamente dedicata alla musica: Clara fu infatti tra le prime ad esibirsi in concerti per piano in tutta Europa, ottenendo un gran successo e divenendo una figura di spicco.
A scuola di piano conobbe quello che sarebbe stato il suo futuro marito, Robert Schumann, altro famoso esponente della musica romantica.
Da questo matrimonio nacquero ben 8 figli che Clara continuò ad accudire nel modo migliore anche quando suo marito, a causa delle continue amnesie, fu rinchiuso in un manicomio.
E così arrivò a fare ben 22 concerti in tutta Europa nel giro di due mesi e continuò a suonare fino alla sua morte nel 1896.
Il doodle di oggi riassume perfettamente la figura di Clara Schumann: una donna rappresentata con gli occhi chiusi, completamente dedita alla musica e al piano che sta suonando con le sue dita, mentre i suoi 8 figli la circondano, simbolo dell'importanza che la famiglia ebbe per lei.
Una vita di sofferenze, continui esercizi, di ostacoli che, però, hanno fatto di Clara Schumann una grande donna, un esempio per tutte noi.

mercoledì 12 settembre 2012

Ding zui: i sostituti criminali cinesi

Sareste disposti a vivere la vostra vita (o parte di essa) in carcere da completi innocenti in cambio di soldi?
La risposta mi sembra ovvia: No e ci sarebbero infiniti motivi per giustificare questo rifiuto.
Eppure, in Cina, c'è chi lo fa.
Si chiamano ding zui e sarebbero i sostituiti criminali.
Cosa fanno?
I ding zui si "sostituiscono" ai criminali e ai colpevoli nello sconto della pena, in cambio di denaro.
Le tariffe partono dai 24€ al giorno e una permanenza di 3 anni può arrivare a farti guadagnare anche 6400 €.
Chi ingaggia questi sostituti?
A farlo sono naturalmente i ricchi e le figure di spicco della Cina che, pur di non trascorre degli anni in carcere e godere così della libertà, "affittano" dei sosia.
In realtà, non si tratta poi così tanto di sosia perchè in questi ultimi anni proprio le differenze riscontrate nelle aule di tribunale hanno fatto sorgere il dubbio che qualcosa non andasse nel verso giusto.
Molti sosia, infatti, differiscono dai veri colpevoli nel fisico, negli atteggiamenti, nelle espressioni facciali tanto da esser chiaro a tutti che si tratta di sostituti.
Tra i vari casi c'è quello di Hu Bin, figlio di una famiglia di spicco cinese, accusato di aver investito e ucciso un uomo con la sua auto, o anche quello di Li Qiming, figlio del capo della polizia distrettuale di Boading, accusato di aver investito e causato la morte di una ragazza durante una corsa in macchina.
Ma l'esistenza dei ding zui è tornata alla ribalta negli ultimi tempi a causa della condanna di Gu Kailai, la donna  accusata dell'omicidio di un manager inglese: come potete vedere nella foto, le due donne sono molto diverse.
Quella a sinistra è la Gu Kailai presente in tribunale ed effettivamente condannata alla pena di morte, quella sulla destra è la vera Gu Kailai, con la sua eleganza e una forma fisica asciutta.
In questo caso, possiamo tranquillamente dire che col denaro si può comprare anche la libertà; ma tutto ciò vi sembra corretto? E la giustizia che valore avrebbe se in tutto il mondo fosse così?

martedì 11 settembre 2012

I francobolli dei Simpson fanno flop

Solo un anno fa mi ritrovai a parlare di francobolli e della mossa strategica delle Poste americane  per colmare il buco di 9 milioni di dollari: allora, si decise di stampare francobolli da collezione che raffigurassero personaggi contemporanei, andando così contro la tradizione secondo cui solo celebrità del passato, scomparse da almeno 5 anni, potessero essere protagoniste dei francobolli.
Oggi, invece, ritorno ad affrontare l'argomento per un altro motivo: tra il 2009 e il 2010 le Poste statunitensi avevano messo in vendita dei francobolli speciali, dedicati alla famosissima famiglia dei Simpson.
Un miliardo di esemplari prodotti che raffiguravano i 5 membri della famiglia di Springfield: i genitori, Homer e Marge, e i tre figli, Lisa, Bart e Maggie.
Di questo miliardo di francobolli, venduti a 44 cent, solo 318 milioni sono stati quelli venduti.
Una cifra irrisoria e che fa sprofondare sempre più nel baratro le Poste statunitensi le quali ora ritirano dal commercio gli esemplari perchè portano la vecchia tariffa (quella attuale è di 45 cent).
Una mossa che avrebbe dovuto risollevare le sorti del servizio postale, ma che, invece, lo ha reso ancor più fragile.
Evidentemente i simpatici francobolli dei Simpson non erano la mossa vincente: e così quello di Elvis resta il francobollo più venduto della storia, subito prima di quello della seducente Marilyn Monroe.
In fondo, non c'è assolutamente paragone!

lunedì 10 settembre 2012

Iran: donne bandite dall'università

Molti studenti Italiani in questi giorni sono impegnati nell'affrontare i test d'ingresso nelle università italiane.
Come loro, anche tanti altri studenti sanno che la loro ammissione dipenderà dalla loro preparazione.
Ci sono, però, delle studentesse che vedono preclusa la possibilità di studiare in determinate università solo perchè sono donne.
Questo accade in Iran: quest'anno 36 università iraniane hanno vietato alle studentesse di frequentare ben 70 corsi universitari con l'obiettivo di indebolire il movimento per i diritti delle donne iraniane.
A queste ragazze che vorrebbero studiare non sarà permesso di partecipare a corsi di letteratura inglese, ingegneria elettrica e industriale, informatica, gestione aziendale, archeologia e a tanti altri ancora.
Negli ultimi anni, infatti, le donne hanno fatto meglio degli uomini nei test d'ingresso e ciò sta facendo preoccupare le autorità le quali credono che questo possa danneggiare la società tradizionale dominata dagli uomini.
Temono che avere una società con donne istruite possa portare ad una diminuzione del tasso di natalità e dei matrimoni; perciò, corrono ai ripari riportando le donne dentro casa, fra le mura domestiche.
Il web si sta muovendo per evitare questa discriminazione: a questo link trovate una petizione per chiedere al ministro delle Scienze e dell'Alta Educazione, Kamran Daneshjoo, di annullare questa politica di discriminazione verso le donne per garantire a tutti il diritto allo studio!
Io l'ho già fatto e voi che aspettate?

domenica 9 settembre 2012

Upcycling: ricicla con creatività

"Nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma".
Questo affermava qualche secolo fa il chimico francese Lavoisier a proposito delle reazioni chimiche, ma questa affermazione può ritenersi valida ancora oggi.
C'è una moda che, piano piano, si sta diffondendo in tutto il mondo e si chiama upcycling.
Di che si tratta?
Il termine può portarvi a pensare a una sorta di riciclaggio: non è poi così sbagliato perchè, in effetti, l'upcycling è riciclaggio con una buona dose di creatività.
Creatività: è questo che serve per trasformare una vecchia grattugia o una vecchia scarpa in un portapenne o la stoffa di un ombrello in una borsa.
L'upcycling  è proprio questo: trasformare le vecchie cose che magari stiamo pensando di buttare nella spazzatura in oggetti nuovi e soprattutto utili.
Un'idea che sta facendo il giro del mondo, soprattutto in questo periodo di crisi in cui ognuno di noi cerca di inventarsi qualcosa di nuovo per andare avanti.
Ma a ricorrere all' upcycling non è solo la gente comune: tanti sono i vip che indossano vestiti realizzati con tessuti riciclati o borse ottenute da vecchie bottiglie di plastica o addirittura orecchini fatti con le linguette delle lattine.
Qual è lo scopo?
Lo scopo è quello di prevenire lo spreco di materiali potenzialmente utili, facendo invece uso di quelli già esistenti.
In questo modo, riducendo l'utilizzo di nuove materie prime, si ha una riduzione anche del consumo di energia, dell'inquinamento atmosferico, delle acque e una riduzione anche dell'emissione di gas.
Niente male, a quanto pare.

martedì 4 settembre 2012

Il segreto dell'amore eterno

Vi siete mai chiesti quale sia il segreto per avere delle relazioni stabili?
Di questi tempi è veramente raro trovare delle coppie che stanno insieme da tanto: ci si continua a sposare, ma i matrimoni sono destinati a durare qualche mese o qualche anno.
Poi si finisce quasi sempre col divorzio.
Le coppie che riescono a festeggiare le nozze d'argento sono quelle dei miei genitori e quelle dei nonni arrivano anche a festeggiare le nozze d'oro.
Ma oggi perchè non ci sono relazioni stabili?
Ci ho pensato spesso su e le uniche risposte che ho trovato sono state: una maggiore facilità nel conoscere nuove persone che porta irrimediabilmente al tradimento, un continuo desiderio di qualcosa di più che se non viene soddisfatto è causa di rottura, lo stesso ruolo della donna è cambiato: se prima le donne erano "schiave", rinchiuse in casa a badare alla casa e ai figli, oggi non è più così.
A queste risposte devo però aggiungere una scoperta che ho fatto in questi giorni: pare che il segreto delle relazioni stabili stia nel darsi il più tardi possibile, magari di arrivare al matrimonio senza aver mai avuto rapporti.
Secondo questo studio americano, infatti, il rimandare il rapporto vero e proprio aiuta a conoscere meglio il partner e capire se c'è effettivamente compatibilità, costruendo così un rapporto destinato a durare nel lungo termine.
Voi che ne pensate?

lunedì 3 settembre 2012

Il restyling delle cabine telefoniche

Con il passare del tempo e l'avvento della tecnologia nelle nostre vite, molte delle cose che eravamo abituati a fare e a vedere finiscono per scomparire.
Una di queste è sicuramente l'uso delle cabine telefoniche.
Quanti di voi hanno fatto almeno una chiamata da una cabina telefonica quando ancora il cellulare era un tabù?
Purtroppo, dal 2010 è stato predisposto dall'Agcom lo smantellamento di tutte le cabine telefoniche presenti sul territorio italiano.
Così potremmo non vederle più in giro. O forse no.
Infatti, mentre a Torino sono state trasformate in punti di informazione, dotati di navigazione wi-fi, senza un filo di creatività, in altre città del mondo sono state trasformate in vere e proprie opere d'arte.
Dal Brasile arriva una cabina colorata, luccicante e divertente, come questa che vedete nella foto: originale, coloratissima, sembra quasi una persona con tanto di scarpe e cuffia.


E se in Brasile il restyling è basato sui colori e sulla creatività, in altri Paesi del mondo si mira all'utilità.
Per esempio, in Francia, a Lione, la cabina telefonica è stata trasformata in un enorme acquario, con tanto di pesci e luci.


Non poteva mancare la Gran Bretagna, con la sua eleganza e la sua educazione: a Westbury, la cabina telefonica rossa è stata trasformata in una piccola biblioteca con tanto di mensole e libri.
Qui si può fare bookcrossing: lasci un libro e ne prendi uno che hai già letto, una sorta di scambio di letture senza spendere un penny!


E poi ci sono le cabine sociali e di servizio: a Vancouver la classica cabina telefonica si è trasformata in un posto letto: basterà tirar fuori il letto ed ecco fatto!
Un posto per dormire per i senzatetto, un comodo riparo da eventuali piogge.


E infine la phone box diventa doccia: questo avviene nelle Isole Vergini per fornire a tutti i turisti (e non) la possibilità di una doccia fresca in ogni angolo della città.


E' proprio vero: ogni cosa, solo perchè esiste, serve all'umanità.
L'importante è saperla trasformare ed adeguare alle esigenze della popolazione.
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