martedì 29 maggio 2012

Le vacche sacre dell'India

Ogni società è caratterizzata da usi e costumi propri, che la rendono diversa da altre presenti sul pianeta.
Spesso le proprie tradizioni sono un motivo di orgoglio e si cerca di difendere e proteggere la propria cultura in tutti i modi, anche con la forza.
Solo ieri, purtroppo, in tv abbiamo appreso la notizia dell'omicidio di una donna indiana di 27 anni, Kaur Balwinde, per mano del marito, geloso e intransigente.
L'uomo non accettava che sua moglie si vestisse troppo "all'occidentale", staccandosi sempre più dalla figura tipica della donna indiana.
Tempo fa ho assistito ad un documentario proprio sulle coppie indiane in cui veniva mostrato come i matrimoni siano combinati: sono i genitori a scegliere il partner, spesso i futuri sposi si incontrano il giorno stesso del matrimonio, senza sapere nulla l'uno dell'altro.
La donna è costretta, da sposata, a lasciare la propria casa per andare a vivere con il marito e la sua famiglia, costretta ad occuparsi della casa e dei figli che verranno, senza alcuna possibilità di emancipazione.
Un'altra tradizione tipica della cultura indiana è, senz'altro, quella delle vacche sacre.
Chi è stato in India o chi ha visto qualche immagine sull'India, avrà sicuramente notato che le vacche pascolano tranquillamente per strada, creando anche notevoli problemi alla circolazione stradale.
Il perchè di questa tradizione la troviamo nell'induismo.
Oggi sappiamo che la Costituzione indiana vieta la macellazione di mucche, vitelli e altri animali da latte; inoltre, è risaputo che accudire e venerare le vacche porti alla beatitudine eterna.
Questa convinzione parte dal 1800 a.C e durò fino al 600 a.C: a quel tempo gli induisti macellavano i bovini e mangiavano carne, ma col crescere della popolazione si capì che era più produttivo un bue vivo piuttosto che morto.
Da vivo il bue produce latte, può essere usato per tirare l'aratro e il suo letame serve a concimare la terra, oltre che usato come combustibile.
E così nel 500 a.C l'induismo si impose sul buddhismo, diffondendo oltre ai principi della non violenza anche la convinzione di proteggere i bovini, rendendo così il latte l'alimento nobile.
Una tradizione come tante altre e alla quale, negli ultimi mesi, si sono opposti alcuni giovani studenti indiani, appartenenti alla casta degli intoccabili (la più bassa di tutte): questi ragazzi hanno organizzato il Beef Festival, il festival del manzo, per opporsi alla decisione dell'ateneo di non inserire la carne bovina nel menu della mensa.
L'evento ha scatenato risse e scontri, ma questa iniziativa ci fa capire qualcosa di importante, cioè che nelle nuove generazioni c'è voglia di cambiamento e di emancipazione, soprattutto in India, dove i ragazzi vedono nel progresso l'opportunità per migliorare la propria condizione e per cancellare tradizioni arcaiche e superate.


2 commenti:

  1. Una patria diversa, tradizione, cultura.. un vero mondo nuovo da scoprire, da Kerala a Delhi a Rajasthan

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  2. Ovvio che quelle merde degli intoccabili non vedono l'ora di rovesciare le tradizioni. D'altronde siamo nel Kali Yuga...

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