mercoledì 26 ottobre 2011

La pelle che abito

Contro la volontà di mia sorella che non ama tanto le pellicole spagnole, ieri ho scelto come film della serata l'ultimo gioiello di Almodovar, La pelle che abito, anche per evitare di gufare contro la Juventus.
E devo dire che il voto finale è un 7.
Un film che non dispiace e che, tra flashback e scene un pochino fuori le righe, riesce a catturare l'attenzione per tutti i suoi 120 minuti.
Il protagonista è Antonio Banderas che veste i panni di un chirurgo che ha perso la moglie in un incidente e la figlia, morta suicida dopo esser stata vittima di una violenza.
Ed è proprio per come muore la moglie (carbonizzata nell'auto) che il chirurgo-pazzo crea una seconda pelle,  più resistente di quella umana e, all'insaputa di tutti, usa una cavia per testarla.
Una cavia, interpretata dalla bellissima Elena Anaya, prigioniera in una stanza in cui trascorre il tempo creando sculture e praticando lo yoga.
Ma niente è come sembra: bisogna andare oltre l'apparenza per capire cosa si nasconde sotto quella pelle.
Ve lo consiglio per una serata nè tanto impegnativa nè troppo leggera.
Una serata soft, in cui il cervello deve essere connesso, ma senza troppo spreco di neuroni.
Buona visione!


2 commenti:

  1. la pelle che abito non mi è piaciuto preferisco original sin

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    Risposte
    1. Un altro gran bel film.
      Ciò che mi ha colpito di più in La pelle che abito è l'originalità della trama che è piena di sorprese.

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