lunedì 10 ottobre 2011

L'autolesionismo sull'isola di Phuket

Dopo gli emuli di Cristo delle Filippine, sempre dall'Asia viene una tradizione legata all'autolesionismo.
Questa volta è in Thailandia che ci troviamo, nell'isola di Phuket: in quest'isola, in autunno ha luogo il Festival vegetariano.
Prima di questi festeggiamenti, gli abitanti dell'isola devono rispettare delle regole ben precise: devono astenersi dal mangiare carne, dal bere alcool e da qualsiasi vizio per ottenere una purificazione del proprio corpo ed essere così pronti per questa festa.
Durante questo festival, alcuni abitanti dell'isola decidono di punirsi, sfidando i limiti della sofferenza umana, solo in nome della fede.
Ma in cosa consistono queste punizioni?
Ogni partecipante entra in uno stato di trance, in cui, secondo la tradizione, una divinità si impossessa del corpo dell'uomo.
Dopo ciò, senza alcun tipo di anestetico, gli uomini si fanno trafiggere il corpo da lame e oggetti di ogni tipo, rischiando interminabili emorragie e camminano per ore e ore sotto il sole.
Al termine della giornata, il sacrificio non è finito: dovranno salire una scala di 32 gradini di lame affilate e camminare sui carboni ardenti, sempre con lo scopo di mettere alla prova la propria resistenza al dolore
Tutto è alquanto difficile da concepire.
Fino a che punto un uomo può arrivare a spingersi oltre i limiti per un volere superiore di cui non vi è certezza?
E tutto ciò è necessario o è solo un modo estremo di avere fede?


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