mercoledì 18 gennaio 2012

Carceri o lager?

Ogni società ha i suoi pregi e i suoi difetti, le sue virtù e i suoi vizi, i suoi buoni e i suoi cattivi.
In Italia, come in qualsiasi altro paese del mondo, chi compie un reato sa che sarà destinato a pagare per ciò che di sbagliato ha commesso.
E pagherà privandosi della sua libertà, rinchiuso in una delle 206 carceri italiane, per un tempo che varia a seconda del reato commesso.
Ma in Italia non è proprio come in tutti gli altri paesi.
In Italia i posti sono 45654, ma i detenuti sono più di 68mila.
Solo un anno fa ho parlato di questo problema e niente è cambiato da allora: si parla sempre di carceri sovraffollate, di suicidi tra i detenuti(66 nel 2010 e 66 nel 2011), di suicidi tra gli agenti (18 negli ultimi 5 anni).
Ma quest'anno la situazione è ancora più disastrosa: accanto ai suicidi che avvengono con bombolette del gas o ingoiando lamette o tagliandosi i polsi, ciò che manca è l'igiene.
Le condizioni sanitarie sono pessime e si stanno diffondendo all'interno delle carceri italiane vere e proprie epidemie di tubercolosi e scabbia.
Per non parlare degli ospedali psichiatrici giudiziari, i famosi OPG, dove sono rinchiusi i condannati malati di mente e dove, anche se hai tutte le rotelle a posto, finisci per impazzire.
Lì dentro c'è umidità, sporcizia, i detenuti subiscono torture e vengono trattati come bestie.
Il problema del sovraffollamento con tutte le sue conseguenze è dovuto anche alla lentezza della giustizia italiana: basti pensare che il 42% dei detenuti è in attesa di giudizio.
E' giusto che chi sbaglia debba pagare, ma oltre alla libertà che viene sottratta ad un detenuto, non credo sia giusto negargli anche la dignità di persona umana.


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