Solo qualche settimana fa ho dedicato un post a un popolo del Perù, soprannominati gli incontattati, proprio perchè, ancora oggi, nel 2012, vivono in capanne, rifiutando ogni tipo di contatto con la civiltà.
Oggi, National Geographic pubblica altre foto di un'altra popolazione nomade, i Meakambut, che vivono in alcune grotte, in Papua Nuova Guinea.
Anche questi completamente isolati, vivono nella foresta, si dedicano a dipingere le caverne, usano le canoe come mezzo di trasporto, accendono il fuoco con corde di bambù, vivono di caccia e pesca.
L'ennesima popolazione per cui il tempo sembra essersi fermato.
Per noi, figli di una società sempre più tecnologica, tutto questo ci sembra così assurdo: eppure queste popolazioni sono la prova che si può vivere, stare bene ed essere felici anche senza avere tutti i comfort, come una casa, l'impianto di riscaldamento, un lavoro, il denaro.
Questi uomini non sanno cosa sia il denaro, ma si procurano ciò che serve loro con il baratto, scambiando frecce per un po' di pesce e carne.
Con questo non intendo dire che sia meglio un ritorno all'era primitiva, ma solo che bisogna essere felici di ciò che possediamo, senza lamentarci troppo e senza continuare a pretendere cose di cui magari possiamo farne anche a meno.
D'altronde, l'espressione dell'uomo nella foto in alto dice tutto!
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