giovedì 14 febbraio 2013

I testi di Sanremo 2013: Simone Cristicchi

Simone Cristicchi ritorna a Sanremo per la quarta volta dopo aver vinto l'edizione del 2007.
Torna con due brani scritti proprio da lui stesso, due brani molto intimi e commoventi.
Una delle due canzoni, precisamente "La prima volta (che sono morto)" Cristicchi ricorda suo nonno che nel 1941 partecipò alla disastrosa campagna di Russia.
Ecco i testi e i video

LA PRIMA VOLTA (CHE SONO MORTO)
La prima volta che sono morto non me ne sono nemmeno accorto 
mi ero distratto solo un secondo, l’attimo dopo ero già sepolto. 
La prima volta che sono morto, ho immaginato fosse uno scherzo, 
mi sentivo abbastanza tranquillo, ma dopo tre giorni non sono risorto. 

È successo così all’improvviso, lo scorso sabato mattina 
il mio cuore ha cessato di battere mentre giocavo la schedina 
sono atterrato sul pavimento, come da un platano cadon le foglie 
non ho nemmeno avuto il tempo di dare un ultimo bacio a mia moglie. 
L’ambulanza è arrivata in ritardo, quando non c’era più niente da fare 
solo chiamare le pompe funebri e organizzare il mio funerale, poi 
prenotare la chiesa, avvisare i parenti, scrivere il necrologio, 
qualcuno mi ha tolto il pigiama e infilato il completo, quello del matrimonio. 

La prima volta che sono morto non me ne sono nemmeno accorto 
mi ero distratto solo un secondo, l’attimo dopo ero già sepolto. 
La prima volta che sono morto, ho immaginato fosse uno scherzo, 
mi sentivo piuttosto tranquillo, ma dopo tre giorni non sono risorto. 

È così che sono finito in quello che chiamano “sonno eterno”, 
non è vero che c’è il paradiso, il purgatorio, e nemmeno l’inferno. 
Sembra più una scuola serale, tipo un corso di aggiornamento 
dove si impara ad amare al vita in ogni singolo momento. 
Il pomeriggio passeggio con Chaplin, poi gioco a briscola con Pertini, 
e stasera si va tutti al cinema, c’è il nuovo film di Pasolini! 
Ieri per caso ho incontrato mio nonno, che un tempo ha fatto il partigiano, 
mi ha chiesto: “L’avete cambiato il mondo?” 
Nonno… lascia stare, dai …ti offro un gelato! 

La prima volta che sono morto non me ne sono nemmeno accorto 
ma ho realizzato dopo un secondo, che si sta meglio nell’altro mondo. 
Ma se dovessi rinascere ancora, cosa mi importa del destino? 
Cambierei sulla tomba la foto con quella faccia da cretino. 

Certo, mi ero visto un po’ pallido… pensavo fosse il neon dello specchio. 
Il dottore me l’aveva detto: “Fumi meno! Pochi alcolici!” 
E chi fumava? Ero pure astemio. 
Certo un po’ di sport in più, meno televisione… 
Quante cose avrei voluto fare che non ho fatto, 
parlare di più con mio figlio, girare il mondo con mia moglie 
lasciare quel posto alla Regione e vivere finalmente su un’isola… 
E vabbè sarà per la prossima volta!


MI MANCHI
Mi manchi 
come manca il mare a un'isola 
come ad un bottone l'asola 
come un mese a un calendario 
e a un teatro il suo sipario 
a una suora il suo rosario 
come le ali a un aereoplano 
l'altalena ad un bambino 
la sua patria a un emigrato 

Mi manchi 
come l'ago ad un pagliaio 
allo Yeti il suo ghiacciaio 
come il vento agli aquiloni 
come il cacio ai maccheroni 
e la penna ad un notaio 
come manca un pesce all'amo 
come a volte manca il fiato 
e a me dirti che ti amo 

Lo nasconderò 
questo nostro amore 
perchè tu non lo veda 
perchè tu non ci creda 
quando ti dirò che ti amo ancora 
e che mi manchi... 

Mi manchi 
come le radici a un albero 
come il campo ad un trattore 
come al lampo manca il tuono 
e al peccato il suo perdono 
al mercato il suo frastuono 
al ciclista la discesa 
a un altare la sua chiesa 
ed a Dio la mia preghiera 

Lo nasconderò 
questo grande amore 
perchè il mondo non veda 
perchè tu non ci creda 
quando ti dirò che ti amo ancora 
...che ti amo ancora... 
e che mi manchi... 
...quando ti dirò che ti amo ancora 
e che mi manchi... 

Mi manchi 
come tela ad un pittore 
come adesso le parole 
come a me manca il tuo amore


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