giovedì 28 febbraio 2013

Giappone: cosa vedere a Tokyo

La città di Tokyo è il centro politico, economico e culturale del Giappone ed il luogo dove si concentra quanto più c'è di moderno in questo Paese, comprese le tecnologie dell'informazione e della comunicazione.
Il Giappone è il paese dell'ospitalità e l'attenzione dei giapponesi nei confronti dei turisti non è mai invadente, ma sempre attenta e finalizzata ad aiutare gli stessi a muoversi in una città piena di simboli e segni per noi occidentali spesso incomprensibili e sempre nuovi e diversi.
Ci sono stata 4 giorni a Tokyo e sono riuscita a vedere tanti posti interessanti e meravigliosi.
Ve li segnalo di seguito, dividendoli in base alla zona della città:
Odaiba: Ponte Arcobaleno e Statua della Libertà
  • ODAIBA: è un'isola artificiale che si affaccia sulla Baia di Tokyo e che è molto simile alle grandi metropoli americane. E' raggiungibile grazie alla monorotaia Yurikamome che passa tra i grattacieli e attraversa il Ponte Arcobaleno, copia del Golden Gate Bridge: una volta lì, vi consiglio di vedere la copia della Statua della Libertà, il centro commerciale Venus Fort, nei pressi della Ruota Panoramica, e fare un bagno rilassante nell'onsen Ooedo Monogatari;
Roppongi
  • ROPPONGI: è una zona pieno di luci e dall'animata vita notturna, in cui è d'obbligo visitare i due grandi centri commerciali di Tokyo Midtown e Roppongi Hills, pieni di negozi, ristoranti, cinema, musei e osservatori. Da Roppongi Hills è possibile fotografare la Tokyo Tower, molto simile alla più famosa Tour Eiffel;
Incrocio di Shibuya
  • SHIBUYA: questa zona è piena di adolescenti che affollano le strade e i numerosi negozi presenti tutti intorno al famoso incrocio di Shibuya, attraversato ogni giorno da 100mila persone. Altro punto importante della zona è la statua di Hachiko, il cane che per anni attese il suo padrone deceduto alla fermata della stazione. La statua è situata proprio nei pressi della stazione di Shibuya;
Il negozio di Prada
  • HARAJUKU: è il quartiere della moda e lungo la sua strada principale, l'Omote-sando-dori, troverete i negozi delle grandi firme come Bulgari, Chanel, Tod's, Prada e un curioso Oriental Bazar dove acquistare bellissimi souvenir;
Ginza dal giardino Hama-rikyu
  • GINZA: non potete perdervi il grandissimo Mercato del Pesce Tsukiji dove troverete pesci di ogni tipo e colore, esposti dai pescatori in questo mercato all'ingrosso. Dopo la visita al mercato (che consiglio in mattinata entro le 11), potrete benissimo visitare il meraviglioso giardino Hama-rikyu, pieno di ciliegi e verde;
Akihabara
  • AKIHABARA: è il quartiere dei prodotti elettronici, dei videogames, dei fumetti. Qui si trova la Città Elettrica dove è possibile trovare prodotti tecnologici, interi negozi di fumetti, videogames di ogni tipo;
Kabuki-cho
  • SHINJUKU: è una zona ricca di divertimenti, dove sono concentrati tantissimi grattacieli e risulta essere sempre molto affollata. Qui vi consiglio di visitare il Governo Metropolitano di Tokyo, salendo al 45esimo piano da cui potrete ammirare l'intera città e intravedere il Monte Fuji; merita una visita anche il centro di divertimenti di Kabuki-cho in cui potrete provare a giocare al famoso Pachinko, e poi potreste perdervi nelle vie del Golden Gai, infilandovi in qualche ottimo ristorantino che serve sushi o carne di qualità.

Giappone: cos'è l'onsen

Una delle tradizioni tipiche del Giappone è, senza dubbio, l'onsen.
Il termine onsen sta ad indicare una fonte termale e il Giappone ne è pieno, visto che ci sono sorgenti d'acqua calda che attraversano l'intero paese da nord a sud.
Nel Paese si contano circa 3000 onsen e se prima di fare ritorno a casa volete rilassarvi, ve lo consiglio vivamente.
Ho fatto questa esperienza proprio l'ultima sera prima del mio ritorno in Italia e sono felice di averla provata, nonostante all'inizio fossi titubante, visto le temperature basse del periodo e il fatto di denudarsi completamente.
Personalmente ho fatto il bagno nell'onsen situato sull'isola artificiale di Odaiba, nella baia di Tokyo: l'Ooedo Onsen Monogatari.
Quest'onsen è facilmente raggiungibile con la linea Yurikamome, fermata U09 Telecom Center.
Il prezzo di ingresso è di circa 2100 yen ed è aperto dalle 11 alle 9 del mattino seguente.
Al suo interno c'è anche uno spazio che riproduce un villaggio del periodo Edo, pieno di locali di souvenir, ristorantini e bar.
Ma quali sono le regole e i passi da fare per entrare in un onsen?
All'ingresso vi verrà chiesto di togliervi le scarpe e di riporle negli appositi armadietti.
Dopodichè, recatevi alla cassa dove vi verrà dato una chiave con sopra il numero dell'armadietto dove riporre, invece, tutti i vostri indumenti, anche quelli intimi.
Successivamente scegliete il vostro yukata (una sorta di accappatoio) e la cintura e recatevi nello spogliatoio.
Lì svestitevi completamente e riponete i vostri indumenti nell'armadietto; indossate lo yukata e recatevi presso i bagni dove vi verranno consegnate due asciugamani di diversa lunghezza.
Toglietevi lo yukata e lasciatelo in un armadietto insieme all'asciugamano più lungo.
Dirigetevi verso i bagni termali, ma prima di immergervi lavatevi accuratamente: è molto importante che lo facciate per bene perchè è una delle regole più importanti del galateo dell'onsen.
Finalmente potrete immergervi in una delle tante vasche presenti, rilassatevi e godetevi questa piacevole sensazione.
Alla fine, dovrete lavarvi nuovamente e nel bagno troverete shampoo, prodotti per la pelle, asciugacapelli e tanto altro per essere al meglio anche una volta usciti.

Agli occhi di noi occidentali questo bagno completamente nudi può risultare davvero strano (lo era anche per me), ma una volta lì dentro non proverete alcun pudore nell'essere nudi insieme a persone dello stesso sesso e avrete soltanto voglia di godervi l'esperienza dell'onsen.
Una puntualizzazione: se avete dei tatuaggi, sappiate che molto probabilmente vi sarà vietato l'ingresso perchè essi vengono associati alla mafia giapponese. 
L'unica possibilità che vi può essere offerta è quella di coprirli con cerotti.

mercoledì 27 febbraio 2013

Giappone: la cucina giapponese

Non si può andare in Giappone senza provare la sua cucina, ricca di tantissimi piatti, tutti diversi fra loro.
Spesso accade di collegare al Giappone soprattutto il sushi e il sashimi, ma sappiate che c'è ben altro, anche molto più buono.
In Giappone, data la difficoltà nel comprendere la lingua e il menu stesso, i vari locali presentano al loro esterno elementi che vi possono aiutare nel capire di che genere di locale si tratta: presso delle birrerie troverete delle lanterne rosse o casse di birra oppure potete trovare l'immagine di una mucca che sta ad indicare uno sukiyaki.
Ma vediamo nello specifico i piatti che non potete assolutamente perdervi:
Shokudo
  • Shokudo: si tratta di un locale che espone in vetrina i piatti del menu in plastica e che ha un costo molto basso. Solitamente in questi posti si ordina il pasto del giorno o il pasto a menu fisso (teishoku);
  • Izakaya: è la classica birreria dove consumare un pasto informale in un'atmosfera cordiale. Si riconosce dalla facciata rustica e dalle lanterne rosse esposte all'esterno, oltre che dalle casse di birra o di sakè impilate all'esterno;
Yakitori-ya
  • Yakitori: si tratta di spiedini di pollo e verdure alla griglia. Un pasto non molto abbondante, più uno spuntino per accompagnare la birra o il sakè. Solitamente questo viene servito negli izakaya, ma nei locali specializzati in yakitori (chiamati yakitori-ya) ci si siede uno accanto all'altro intorno al bancone, mentre si osserva il cuoco preparare i piatti. Si riconoscono dalla lanterna rossa esposta all'esterno e dal forte odore di pollo arrosto;
Un piatto di sushi
  • Sushi e Sashimi: è il piatto forse più famoso del Giappone e si tratta di un piatto a base di pesce. Esistono due tipologie di sushi: il nigiri-zushi che consiste nel pesce crudo servito su una polpetta di riso bollito di forma allungata, e il maki-zushi, avvolto in un foglio di alga essiccata. Insieme alle varie porzioni di pesce, spesso vengono servite foglie di zenzero, utili a rinfrescare il palato;
Ramen
  • Ramen: è un piatto importato dalla Cina che consiste in un piatto di tagliolini cotti in un brodo di carne e accompagnati da altri ingredienti, come porri e germogli di soia. Anche qui si è soliti sedere uno accanto all'altro intorno ad un bancone ed è inevitabile il rumore del brodo sorbito dai clienti;
Tonkatsu
  • Tonkatsu: è una cotoletta di maiale impanata e fritta, servito con una speciale salsa. Un piatto che piace molto agli occidentali perchè più vicino alla nostra cucina;
Okonomiyaki
  • Okonomiyaki: è simile solo nella forma alla nostra pizza, in realtà si tratta di foglie di cavolo cucinate su una piastra con una pastella a base di acqua, farina e uova a cui si aggiungono altri ingredienti, come uovo, verdure di vario tipo, zenzero, cipolle e tanto altro;
Gyoza
  • Gyoza: si tratta di ravioli giapponesi, ripieni di carne e verdure, da intingere poi in una salsa di soia.

Giappone: i bagni giapponesi

Non avrei mai pensato di scrivere un post sui bagni, ma stavolta non posso proprio evitare di farlo.
In Giappone, regno dell'elettronica e della tecnologia, ci sono dei bagni davvero unici: li ho "conosciuti" proprio nel bagno del mio hotel a Tokyo.
Sin da quando mi sono accomodata sul water ho capito che c'era qualcosa di straordinario in quel posto.
Appena seduta, è partito un piccolo lavaggio dell'interno e la tavoletta era calda, ad una temperatura giusta e piacevole, viste le fredde temperature del periodo.
E con enorme sorpresa ho scoperto che sul lato destro del water c'era un tastierino con 6 pulsanti:
  • lo STOP è per interrompere qualsiasi getto d'acqua;
  • lo SPRAY attiva una sorta di bidet per uomini (infatti è di colore blu);
  • il BIDET attiva il lavaggio delle parti intime femminili;
  • il + e il - servono a regolare la potenza del getto d'acqua;
  • lo STAND BY è per sospendere ogni attività;
  • ON/OFF per attivare/disattivare il riscaldamento della tavoletta.
Da questo si deduce che i giapponesi, non avendo il bidet come noi Italiani, si lavano quelle zone lì direttamente nel water.
Naturalmente, non pensate che il lavaggio venga effettuato con la stessa acqua del gabinetto, ma, se premete uno dei pulsanti elencati sopra, compaiono magicamente dei tubicini che spruzzeranno l'acqua (vi consiglio il video in basso, realizzato da due turisti italiani).
E' efficace?
Non so perchè non ho avuto il coraggio di lavarmi lì dentro, ma chi era con me e l'ha provato ne è rimasto molto soddisfatto.

martedì 26 febbraio 2013

I testi di Sanremo 2013: Malika Ayane

Malika Ayane è una delle favorite del Festival e ormai ci ha fatto l'abitudine, tant'è che fa gli scongiuri, visto che non è mai riuscita a vincere.
Ma nonostante questo è una delle cantanti italiane più apprezzate del momento con i suoi brani alternativi e spesso lontani dalla solita musica.
I due brani sanremesi sono scritti entrambi da Giuliano Sangiorgi, leader dei Negramaro: sono due canzoni molto intime che parlano della perdita e dell'assenza.
Ecco i testi e i video:

E SE POI
E se poi 
capissi che 
tutto è uguale a prima 
e come prima 
mi sentissi inutile 

Io non ho mai 
pensato se 
anche l'abitudine 
è un bel posto 
per ritrovare me 

Ma senza di noi 
ho ancora 
quella strana voglia di 
sentirmi sola 
senza di noi 
ma non da ora 
se non altro per vederti 
andar via ancora 

E se mai 
cercassi te 
sarebbe per paura 
e la paura è sempre quella 
a vincere 

E tu non puoi 
far finta che 
niente sia cambiato 
dopo il cuore che ho strappato 
via da te 

Ma senza di noi 
ho ancora 
quella strana voglia di 
sentirmi sola 
senza di noi 
ma non da ora 
se non altro per vederti 
andar via ancora 

Senza di noi 
ho ancora 
quella smania di fuggire via da sola 
ma senza di noi 
chi vola? 
sono solo ali e piume 
e nient'altro ancora 

Certo 
che non ha prezzo il tempo 
passato insieme a spasso 
tra questo mondo e un altro 
per trovare l'universo 
adatto al nostro spazio 
ogni giorno più stretto 
per contenere i sogni 
tutti dentro ad un cassetto 
ed ecco perché scappo 
ora ricordo e scappo 
ho solo tanta voglia 
di sentirmi viva adesso 

Ma senza di noi 
ho ancora 
quella strana voglia di 
sentirmi sola 
senza di noi 
non ora 
se non altro per vedermi 
andar via ancora 

Certo 
che non ha prezzo il tempo 
passato insieme a spasso 
tra questo mondo e un altro 
per trovare l'universo 
adatto al nostro spazio 
ogni giorno più stretto 
per contenere i sogni 
tutti dentro ad un cassetto 
ed ecco perché scappo 
ora ricordo e scappo 
certo 
che non ha prezzo il tempo 
tu restami un pò addosso




NIENTE
Cos’ho? 
Ho dei tagli sul viso 
Si, ma io cos’ho? 
che se sanguino rido 
e mi sciolgo un po’ 
tanto non sento niente 

Io cos'ho
sembra aver già deciso
ma proprio non so
mescolarmi al sorriso di chi più non ho
tanto non sento niente

Parlo con te sempre 
anche se tu sei assente 
e quelli non dicono niente 
solo un silenzio assordante 
muoio con te sempre 
vivo di te tra la gente
quelli che parlano, parlano, parlano 
ancora 

E non resta più niente 
proprio niente 
del cielo che abbiamo perso 
rubandoci i pezzi più neri 
più neri del nero 
e ora più niente 
c’è una stella cadente 
ma era l’ultima già 
e schiantandosi precipita 
sulla mia pelle 
lasciando un pozzo infinito 
dove tutto è finito 
per sempre finito 
nel fondo più fondo 
della libertà 

Che farò
se questi tagli sul viso
ancora io ce l'ho
e di rosso vestita negli occhi sarò
e ancora tu niente
Io non ho, non ho, non ho… 
l’obbedienza di chi è sparito 
già da un po’ 
se dipingi un paradiso 
io lo distruggerò 
così tanto per niente 

Parto da te sempre 
per tornare ad essere niente 
finisco a te sempre 
analizzando la gente 
non ha più senso quel niente 
quel che rimane ancor niente
quelli che parlano, parlano e ancora 
poi parlano 

E non resta più niente 
proprio niente 
del senso che abbiamo perso 
nei gesti di un altro 
che non fa più testo 
e intanto ci uccide 
e non lascia resto 

e non resta più niente 
nient’altro che niente 
e il tetto l’abbiamo perso 
e ormai piove a dirotto 
su mobili e teste 
allagando speranze 
che affogano lente 

nuotando nel niente 
nuotando nel niente 
io nuoto nel niente 
tu nuoti nel niente 
della libertà

Giappone: cos'è il pachinko

Durante il mio viaggio in Giappone mi sono imbattuta in un locale davvero curioso e rumoroso, un posto simili ai nostri casinò in cui ci sono tantissime macchine chiamate pachinko.
A Tokyo ce ne sono tantissimi, ma se ne trovano un po' dovunque (anche nella tradizionale Kyoto).
Dall'esterno sarete attratti dai mille colori e una volta dentro resterete senza parole: oltre all'incredibile numero di macchine e di gente incantata, ciò che vi lascerà ammutoliti è senza dubbio il forte rumore che queste macchine producono.
Si tratta di un vero e proprio passatempo giapponese che risulta affollato soprattutto nel tardo pomeriggio fino alla chiusura intorno alle 23 circa.
Il pachinko è un gioco a metà tra flipper e slot machine.
Per iniziare a giocare non dovrete rivolgervi necessariamente al personale (che vi fa un inchino ogni volta che ci passate vicino), ma basterà inserire la banconota nel pachinko e otterrete un certo numero di sfere d'acciaio.
Quando il gioco inizia, le sfere vengono sparate nel circolo, una dietro l'altra: spetterà a voi regolare la potenza del lancio.
L'obiettivo è quello di far sì che le sfere entrino in determinati punti del pachinko in modo da vincerne altre.
In più, c'è la possibilità che l'ingresso delle sfere in determinati punti favorisca la formazione di un tris di segni uguali nella slot incorporata.
Insomma, un gioco semplice e alquanto banale, ma tantissimo rumoroso e alienante e che vi lascia anche un forte odore di fumo addosso.
Il rumore che c'è in un locale con pachinko è assordante: tra sfere d'acciaio e musiche della macchina stessa c'è solo da impazzire.
Eppure pare che questo passatempo ai giapponesi serva a rilassarsi!!!

Elezioni politiche 2013: i risultati

Finalmente anche queste elezioni politiche si sono concluse e sono davvero felice di non esser stata in Italia nella settimana precedente così almeno ho evitato il lavaggio del cervello da parte dei politici che fanno promesse a destra e a sinistra.
Ma, nonostante ciò, non posso evitare di informarvi in modo molto semplice i risultati di queste elezioni politiche 2013.

Alla Camera dei Deputati:
  • il centrosinistra ottiene 340 seggi con il 29,5% dei voti;
  • il centrodestra ottiene 124 seggi con il 29,1% dei voti;
  • il Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo ottiene 108 seggi con il 25,5% dei voti;
  • con Monti per l'Italia ottiene 45 seggi con il 10,5% dei voti.

Al Senato:
  • il centrosinistra ottiene 120 seggi con il 31,6% dei voti;
  • il centrodestra ottiene 117 seggi con il 30,7% dei voti;
  • il Movimento 5 Stelle di Grillo ottiene 54 seggi con il 23,8% dei voti;
  • con Monti per l'Italia ottiene 18 seggi con il 9,1% dei voti.
La situazione è piuttosto critica, soprattutto in Senato dove sarebbero necessari 158 seggi per una maggioranza.
Quindi, come ci si aspettava, non c'è una vera e propria maggioranza e adesso si parla di ingovernabilità e di un ritorno alle urne.
Cosa accadrà?
C'è chi parla di coalizioni tra destra e sinistra, chi di un governo contro il partito dell' antipolitica di Grillo che è stata la vera sorpresa di queste elezioni; infatti, se andassimo a considerare i singoli partiti (tralasciando così le varie coalizioni che sono sicuramente più forti) il Movimento 5 stelle risulta essere il primo partito alla Camera con 8.688.545 di voti contro gli 8.642.700 del PD e 7.332.121 del PDL.
Un altro dato che la dice lunga sulla credibilità degli Italiani nei confronti della politica è sicuramente l'affluenza alle urne: il 75,18%, nettamente in calo rispetto al 2008 e al 2006.
Quale sarà il futuro del nostro Paese? e soprattutto chi riporterà sulla buona strada la nostra Italia?

domenica 17 febbraio 2013

Sanremo 2013: vince Marco Mengoni

Anche la 63esima edizione ha chiuso i battenti, un'edizione piena di novità, musica e leggerezza.
Un'edizione da record, che ha registrato milioni di spettatori e che ha presentato moltissimi brani interessanti, molti dei quali eliminati già dalla prima serata.
Il vincitore assoluto di questo Sanremo è Marco Mengoni, il giovane vincitore di X-Factor che con il suo brano "L'essenziale" ha superato tutti.
A questo premio si aggiunge anche la partecipazione all'Eurovision Song Contest, la manifestazione musicale a cui partecipano vari cantanti, uno per ogni Paese dell'Unione Europea.
Quest'anno si terrà in Svezia e bisogna ricordare che l'anno scorso la rappresentante per l'Italia fu Nina Zilli.
Al 2° posto si piazzano Elio e le Storie Tese, interpreti de La canzone mononota che ha regalato loro anche il Premio della Critica e il Premio dell'Orchestra come Miglior Arrangiamento.
Al 3° posto arrivano i Modà, favoriti e molto amati dal pubblico, con il brano "Se si potesse non morire".
La serata ha visto l'alternarsi di ospiti importanti: Claudio Bisio, Bianca Balti che ha rischiato di cadere durante una sfilata, Andrea Bocelli che ha duettato con il figlio, la giovane Birdy.
Ma, tirando due somme, si può dire che la vera protagonista di questo Festival sia stata Luciana Littizzetto che con la sua spontaneità e la sua schiettezza ha conquistato tutti: prima con il duetto con Carla Bruni, poi anche con i travestimenti per il Sanremo Story e ieri vestita da farfalla.
Insomma, una donna che ha saputo farsi amare dal pubblico non per la sua bellezza e sensualità, ma soprattutto per la sua intelligenza e naturalezza.

sabato 16 febbraio 2013

Sanremo 2013: la quarta serata

Anche la quarta serata del Festival di Sanremo si è conclusa, una serata intitolata "Sanremo Story" e dedicata a tutte le canzoni sanremesi del passato.
I 14 Big si sono alternati sul palco dell'Ariston, facendo sognare il pubblico e portandolo a rivivere le emozioni del passato.
Tra le canzoni interpretate dai Big, le più belle sono state quelle di Marco Mengoni che ha interpretato il brano di Luigi Tenco "Ciao amore ciao" e quella dei Marta sui Tubi che insieme ad Antonella Ruggiero hanno interpretato "Nessuno" di Wilma De Angelis.
La serata si è aperta con una Littizzetto in stile story: inizialmente ha indossato l'abito di Nilla Pizzi e dopo è apparsa sul palco con abiti e caschetto di Caterina Caselli.
Una serata che ha visto anche tanti ospiti, come Stefano Bollani, Caetano Veloso e Pippo Baudo che ha ri-baciato la Littizzetto.
Successivamente è stato il turno dei Giovani, gli ultimi 4 in gara: il Premio della Critica è andato a Renzo Rubino, cantante tarantino che ha presentato un brano su un amore gay.
Ma il vincitore assoluto dei Giovani è stato un altro pugliese, stavolta della provincia di Lecce: Antonio Maggio con il brano "Mi piacerebbe sapere" che al verdetto è scoppiato in lacrime e ha ringraziato soprattutto i suoi genitori.
Adesso resta la serata finale di questa sera che prevede la presenza di Andrea Bocelli, la presenza femminile di Bianca Balti, Claudio Bisio e ospiti internazionali come il ballerino Lutz Forster e il maestro Harding.
Una serata che finalmente eleggerà il vincitore di questa 63esima edizione del Festival di Sanremo, molto seguita dal pubblico e piacevole.
I favoriti restano i Modà e Marco Mengoni, ma il voto della giuria di qualità potrà stravolgere la classifica provvisoria del televoto.
Staremo a vedere... e ad ascoltare tanta buona musica!

venerdì 15 febbraio 2013

Sanremo 2013: la terza serata

La terza serata del Festival di Sanremo ha visto alternarsi sul palco dell'Ariston i 14 Big con la loro canzone scelta dal pubblico e anche gli altri 4 Giovani.
Partiamo col dire che è stata una serata ricca di momenti importanti: l'apertura è stata affidata alla coppia di conduttori che ha cantato sulle note di Vattene Amore, proprio per omaggiare il giorno dedicato agli innamorati.
Gli altri momenti importanti sono stati quelli del monologo sull'amore della Littizzetto e del flashmob contro la violenza sulle donne, l'intervento di Roberto Baggio, icona della passione e del sacrificio, l'esibizione delicata di Antony; e poi ancora Leonora Armellini, una giovanissima e straordinaria pianista italiana che ha suonato Chopin e infine Albano che ha duettato con Laura Chiatti.
Per quanto riguarda i Giovani, a superare il turno e ad accedere alla finale di questa sera sono Antonio Maggio e Ilaria Porceddu, entrambi reduci da X-Factor.
La serata poi si è conclusa con una classifica provvisoria dei Big, che tiene conto per il 25% del televoto.
Una classifica che stravolge ogni aspettativa e che ha destato l'incredulità del pubblico presente all'Ariston (e credo anche di quello a casa).
Ecco la classifica provvisoria:
  1. Marco Mengoni
  2. Mod
  3. Annalisa
  4. Chiara
  5. Raphael Gualazzi
  6. Simona Molinari con Peter Cincotti
  7. Maria Nazionale
  8. Elio e le Storie Tese
  9. Daniele Silvestri
  10. Max Gazzè
  11. Simone Cristicchi
  12. Malika Ayane
  13. Marta sui Tubi
  14. Almamegretta
L'appuntamento è per stasera con la quarta serata dedicata alla storia di Sanremo, in cui i Big si esibiranno in duetti per interpretare delle canzoni storiche del Festival.
In più, ci sarà l'elezione del vincitore dei Giovani.
Ospite principale: Pippo Baudo.

La lettera ai giovani di Roberto Baggio

Un ospite importante della terza serata è stato il vincitore del Pallone d'Oro, Roberto Baggio.
Si è concesso ad un'intervista fattagli da Fabio Fazio in cui ha parlato un po' di tutta la sua carriera e dell'esperienza in Laos e in Perù e del suo incontro con San Suu Kyi.
Ma è stata la seconda parte quella più importante, la parte in cui il campione italiano ha letto una lettera ai giovani:


Una lettera piena di consigli in cui Baggio invita i giovani a riflettere su determinate parole come la passione, la gioia, il coraggio, il successo, il sacrificio.
Aggiunge, dicendo che la giovinezza è il tempo della costruzione e questi anni sono importanti.
Non bisogna credere a ciò che arriva senza sacrificio, sono solo illusioni; lo sforzo e il duro lavoro costruiscono un ponte tra i sogni e la realtà.

Il monologo sull'amore e il flashmob della Littizzetto

Nella terza serata di ieri del Festival, che è caduta proprio nel giorno di San Valentino, la festa degli innamorati, Luciana Littizzetto ha parlato, in un suo monologo, dell'amore.
Con le scarpe rosse, lo smalto rosso e un laccio rosso al polso ha esordito dicendo:


"Gli uomini fanno fatica a dire Ti amo, lo dicono solo in casi di estrema necessità, tipo quando non possono farne a meno, dicono dei surrogati, tipo Sei molto importante per me o Mi fai stare bene o sprecano parole come Tesoro, Amore, Splendore, ma dite Ti amo e fatela finita.
Dire Ti amo non crea nè impotenza nè assuefazione; poi voi maschi non capite niente anche quando siamo noi a dire parole d'amore.
Però noi donne vi amiamo lo stesso: vi amiamo anche quando vi vantate di aver scritto il vostro nome facendo pipì sulla neve, amiamo i vostri piedi anche se sono armi di distruzione di massa, vi amiamo anche se di notte russate che ci sembra di dormire ai piedi dello Stromboli, vi amiamo anche quando per fare il caffè ne spargete 1/4 sul tappetino e 2/4 sul gas e poi dite "E' un po' leggero", non chiudete i barattoli, ci appoggiate solo il coperchio sopra, vi amiamo quando per farvi la doccia allagate il bagno, vi amiamo quando noi diciamo "Amore voglio un figlio da te" e voi rispondete "Non è meglio un cane?!?".
Insomma noi vi amiamo anche quando date il peggio, vi amiamo perchè l'amore è un apostrofo rosa tra le parole "E' irrecuperabile", ma quasi quasi me lo tengo.
Perchè San Valentino è la festa dell'amore, declinato in tutte le sue forme, l'amore delle persone che si amano.
Non vogliamo che gli uomini ci dicano "sei una donna con le palle": ci bastano le tette.
Vogliamo solo rispetto."

E da qui poi parte la seconda parte, dedicata alla violenza sulle donne:

"In Italia ogni 2/3 giorni un uomo uccide una donna. La uccide perchè la considera una sua proprietà e noi che siamo ingenue scambiamo tutto con l'amore, ma l'amore con la violenza e le botte non c'entrano un tubo.
Un uomo che ci mena non ci ama, salviamolo nell'hard disk.
Ci ama male, un uomo che ci picchia è uno Stronzo.
L'amore riempie il cuore, non lascia i lividi, non rompe le costole.
Pensiamo mica di avere 7 vite come i gatti? No, ne abbiamo una sola.
Non buttiamola via."

E così la Littizzetto si butta nel flash mob organizzato nella giornata di ieri contro la violenza sulle donne: certo non ha doti straordinarie da ballerina, ma un talento così, una donna che sa far ridere ed essere profonda e pungente allo stesso tempo non è da tutti i giorni.

giovedì 14 febbraio 2013

I testi di Sanremo 2013: Almamegretta

Gli Almamegretta nascono nel 1988 e da allora hanno subito continui cambi di formazione.
Attualmente sono in tre e la voce è Raiz, protagonista di una news degli ultimi giorni in quanto venerdì, per rispetto della religione ebraica, non salirà sul palco dell'Ariston.
Il loro nome vuol dire "Anima migrante".
A Sanremo arrivano con due brani: Mamma non lo sa e Onda che vai, quest'ultima scritta da Federico Zampaglione.
Ecco i testi e i video:

MAMMA NON LO SA
Sono nato dove il sole brucia un po' 
di più 
e il cielo lassù è un po' più di blu 
papà lavorava i campi un bel giorno 
poi 
ci siete venuti voi 

Dalla zappa alla catena non è come 
andar 
una mattina al mar oppure passeggiar 
se ti fanno mettere una bella tuta 
blu 
quello che eri non sei più 

Ho imparato a leggere e pure a parla' 
mangio scatolette non cucino più 
festa del paese non ci vengo e tu? 
c'è il pallone alla tv 

Mamma non lo sa 
qui ci costruiranno la città 
porteranno tanta civiltà 
e progresso in grande quantità 
no no 

Mamma non lo sa 
qui ci costruiranno la città 
porteranno tanta civiltà 
siamo avanti e indietro non si va 

E poi un giorno 
mi avete detto 
le cose vanno male 
devi venirci incontro 
devi fare la tua parte 
e tante altre cose che non ho capito 
ancora bene 
e se anche volessi tornare indietro 
troverei il mio paese che ha alzato 
bandiera bianca 
e i miei campi come deserto 
e il silenzio di quelli che amo 

Ho imparato a leggere e pure a parla' 
mangio scatolette non cucino più 
festa del paese non ci vengo e tu? 
c'è il pallone alla tv 

Mamma non lo sa 
che non è come tanti anni fa 
si fatica come sempre ma 
troppo bella questa vita qua 

Mamma non lo sa 
che non è come tanti anni fa 
si fatica come sempre ma 
siamo avanti e indietro non si va 

ma ma ma non lo sa 
ma ma ma non lo sa 
ma ma ma non lo sa 
ma ma ma non lo sa 

Si mamma si lo sa 
tutto è vanità di vanità 
tienimi la mano 
se po' fa 
riprendiamoci l'umanità

ONDA CHE VAI
Onda che vai sopsinta dal vento 
Verso una terra sconosciuta e passi 
Come un brivido lungo la schiena 
All’estremo orizzonte tocchi il cielo 
Là dove trova l’ultimo confine 
L’anima spoglia che invano ti insegue 
Cercando il senso del tuo movimento 
Della tua corsa che non ha mai fine 
Le luci dell’Avana all’orizzonte 
Come una galassia lontana 
Che nel cielo si confonde 
E la barca navigava come un grande trofeo 
Sulla rotta non segnata dove soffia l’Aliseo 
E con il sole negli occhi alzavo la vela 
Puntando alla riva, che neanche si vedeva 
E la vita come luce sospesa sul mare 
Si rompeva in mille schegge da non potersi più afferrare 
Scende la notte sull’oceano e dimmi… 
Se il suo mistero ci avvolge e ci ricopre 
Mentre si staglia contro l’infinito 
Questo cielo di stelle e libertà 
Sognavamo leoni al tramonto 
Nello spazio senza fine di una spiaggia africana 
E il riflesso della luna riusciva a guidarci 
Sulla rotta non segnata dove soffia l’Aliseo 
E con il sole negli occhi alzavo la vela 
Puntando alla riva, che neanche si vedeva 
E la vita come luce sospesa sul mare 
Si rompeva in mille schegge da non potersi più afferrare

I testi di Sanremo 2013: Max Gazzè

Max Gazzè è al suo 4° festival, anche se non è mai stato amato e apprezzato dal pubblico di Sanremo.
Le sue canzoni sono sempre molto ricercate e anche le due che porterà questa volta sono particolari: Sotto casa è una canzone divertente e anni 70, nata dall'incontro del cantante con dei testimoni di Geova, mentre I tuoi maledettissimi impegni parla di un uomo innamorato che per stare accanto alla donna che ama è disposto a tutto.
Ecco i testi e i video:


SOTTO CASA
Apra la sua porta, 
Faccia presto… 
Non importa 
Cosa crede lei 
Di questo 
Movimento 
Ma l’avverto 
Che al suo posto 
Non ci penserei 
Due volte, 
Dato l’imminente 
Arrivo di Gesù, 
Perché poi non torna più! 
Mi son reso conto 
Che serpeggia 
Tra i credenti 
Il malcontento 
Per la pioggia 
Di mancati 
Appuntamenti 
Nei millenni, 
Ma si metta 
Nei suoi panni… 
Quell’incetta 
Di pianeti 
Da salvare… 
Di pianeti da salvare! 
Possa la bontà 
Del vostro cuore 
Riscoprire 
Che la verità 
Si cela 
Spesso 
Dentro una persona 
Sola 
E non è tanto 
Il sesso 
A consolare 
L’uomo 
Dal suo pianto, 
Ma l’amore 
Buono 
Ed il perdono 
Santo 
Del Signore. 
Lasci 
Che le spieghi 
In due parole 
Com’è facile 
Sentire 
Gli echi 
Bassi ed immorali 
Di comportamenti 
Frivoli e meschini 
Quali 
Certi 
Omini 
In abito da donna, 
La vergogna 
Che neanche gli animali! 
Apri un istante 
E ti farò vedere io 
Che nasce sempre 
Il sole 
Dove 
Cerco Dio, 
In tutti 
I poveretti 
Che hanno perso 
Il senso immenso 
Della vita! 
Non chiedo mica 
Un regno 
Intero, 
Dico io… 
Sono un indegno 
Messaggero 
E cerco Dio 
In chi vendette 
Onore 
Per denaro 
E ora nel cuore 
Mette 
Un muro! 
Lei non si dimostra 
Illuminato 
Dalla grazia della vostra 
Santa Vergine Maria, 
Lo chiami pure, se ritiene, 
Il capo 
Della polizia, 
Ma a chi conviene 
Tutta quella baraonda 
Se l’ozono 
S’è ridotto 
A un colabrodo 
E basta 
Un solo 
Farabutto 
A fare in modo 
Che dell’uomo 
Non rimanga 
Neanche l’ombra… 
E poi ficcatevelo in testa: 
Non si viene 
Al mondo tanto 
Per godere, 
Ma soltante 
Perché un bene 
Superiore 
Ci ha creati! 
Apri un istante 
E ti farò vedere io 
Che nasce sempre 
Il sole 
Dove 
Cerco Dio, 
In tutti 
I poveretti 
Che hanno perso 
Il senso immenso 
Della vita! 
Non chiedo mica 
Un regno 
Intero, 
Dico io… 
Sono un indegno 
Messaggero 
E cerco Dio 
In chi vendette 
Onore 
Per denaro 
E ora nel cuore 
Mette 
Un muro! 
So che sei lì 
Dentro… 
Non ti muovi, 
Ma ti sento! 
Oggi te la cavi, 
Sì… 
Ma non finisce qui! 
In tutti 
I poveretti 
Che hanno perso 
Il senso immenso 
Della vita! 
Non chiedo mica 
Un regno 
Intero, 
Dico io… 
Sono un indegno 
Messaggero 
E cerco Dio 
In chi vendette 
Onore 
Per denaro 
E ora nel cuore 
Mette 
Un muro!

I TUOI MALEDETTISSIMI IMPEGNI
Se tu lavori 
Tutto il giorno 
A che mi serve 
Vivere? 
Aspetto fuori 
Il tuo ritorno 
Pensando sempre 
E solo a te. 
Ma tu 
Coi tuoi discorsi strani: 
Cantare le canzoni 
Oggi non basta più! 
E non c’è una soluzione se non quella 
Di rimpicciolirmi a dismisura 
Fino al punto di traslocare nella 
Borsa tua con gran disinvoltura… 
Oppure supplicare e supplicare la tua ombra 
Di cedermi la possibilità 
Di rimanere là 
A disposizione 
Cambiando se tu cambi posizione… 
O essere l’involucro 
Di ogni 
Funambolico 
Pensiero che ti viene 
Quando le giornate sono piene 
Dei tuoi maledettissimi impegni! 
Sei tu 
Che mando 
Giù 
Nel petto 
Quando 
Mi getto 
Vino 
In gola… 
E più ti respiro 
E più t’ingoio 
Più voglio 
Rivederti ancora! 
Forse c’è una soluzione buona in più: 
Potrei farti da fermaglio 
Per capelli 
Se per sbaglio 
Ti venisse voglia di tenerli 
Su… 
Oppure travestirmi da molecola di vento 
E accarezzarti impunemente 
Il viso mentre 
Non hai tempo… 
Non hai tempo! 
E non c’è una soluzione 
Se non essere l’involucro 
Di ogni 
Funambolico 
Pensiero che ti viene 
Quando le giornate sono piene 
Dei tuoi maledettissimi impegni!

I testi di Sanremo 2013: Simone Cristicchi

Simone Cristicchi ritorna a Sanremo per la quarta volta dopo aver vinto l'edizione del 2007.
Torna con due brani scritti proprio da lui stesso, due brani molto intimi e commoventi.
Una delle due canzoni, precisamente "La prima volta (che sono morto)" Cristicchi ricorda suo nonno che nel 1941 partecipò alla disastrosa campagna di Russia.
Ecco i testi e i video

LA PRIMA VOLTA (CHE SONO MORTO)
La prima volta che sono morto non me ne sono nemmeno accorto 
mi ero distratto solo un secondo, l’attimo dopo ero già sepolto. 
La prima volta che sono morto, ho immaginato fosse uno scherzo, 
mi sentivo abbastanza tranquillo, ma dopo tre giorni non sono risorto. 

È successo così all’improvviso, lo scorso sabato mattina 
il mio cuore ha cessato di battere mentre giocavo la schedina 
sono atterrato sul pavimento, come da un platano cadon le foglie 
non ho nemmeno avuto il tempo di dare un ultimo bacio a mia moglie. 
L’ambulanza è arrivata in ritardo, quando non c’era più niente da fare 
solo chiamare le pompe funebri e organizzare il mio funerale, poi 
prenotare la chiesa, avvisare i parenti, scrivere il necrologio, 
qualcuno mi ha tolto il pigiama e infilato il completo, quello del matrimonio. 

La prima volta che sono morto non me ne sono nemmeno accorto 
mi ero distratto solo un secondo, l’attimo dopo ero già sepolto. 
La prima volta che sono morto, ho immaginato fosse uno scherzo, 
mi sentivo piuttosto tranquillo, ma dopo tre giorni non sono risorto. 

È così che sono finito in quello che chiamano “sonno eterno”, 
non è vero che c’è il paradiso, il purgatorio, e nemmeno l’inferno. 
Sembra più una scuola serale, tipo un corso di aggiornamento 
dove si impara ad amare al vita in ogni singolo momento. 
Il pomeriggio passeggio con Chaplin, poi gioco a briscola con Pertini, 
e stasera si va tutti al cinema, c’è il nuovo film di Pasolini! 
Ieri per caso ho incontrato mio nonno, che un tempo ha fatto il partigiano, 
mi ha chiesto: “L’avete cambiato il mondo?” 
Nonno… lascia stare, dai …ti offro un gelato! 

La prima volta che sono morto non me ne sono nemmeno accorto 
ma ho realizzato dopo un secondo, che si sta meglio nell’altro mondo. 
Ma se dovessi rinascere ancora, cosa mi importa del destino? 
Cambierei sulla tomba la foto con quella faccia da cretino. 

Certo, mi ero visto un po’ pallido… pensavo fosse il neon dello specchio. 
Il dottore me l’aveva detto: “Fumi meno! Pochi alcolici!” 
E chi fumava? Ero pure astemio. 
Certo un po’ di sport in più, meno televisione… 
Quante cose avrei voluto fare che non ho fatto, 
parlare di più con mio figlio, girare il mondo con mia moglie 
lasciare quel posto alla Regione e vivere finalmente su un’isola… 
E vabbè sarà per la prossima volta!


MI MANCHI
Mi manchi 
come manca il mare a un'isola 
come ad un bottone l'asola 
come un mese a un calendario 
e a un teatro il suo sipario 
a una suora il suo rosario 
come le ali a un aereoplano 
l'altalena ad un bambino 
la sua patria a un emigrato 

Mi manchi 
come l'ago ad un pagliaio 
allo Yeti il suo ghiacciaio 
come il vento agli aquiloni 
come il cacio ai maccheroni 
e la penna ad un notaio 
come manca un pesce all'amo 
come a volte manca il fiato 
e a me dirti che ti amo 

Lo nasconderò 
questo nostro amore 
perchè tu non lo veda 
perchè tu non ci creda 
quando ti dirò che ti amo ancora 
e che mi manchi... 

Mi manchi 
come le radici a un albero 
come il campo ad un trattore 
come al lampo manca il tuono 
e al peccato il suo perdono 
al mercato il suo frastuono 
al ciclista la discesa 
a un altare la sua chiesa 
ed a Dio la mia preghiera 

Lo nasconderò 
questo grande amore 
perchè il mondo non veda 
perchè tu non ci creda 
quando ti dirò che ti amo ancora 
...che ti amo ancora... 
e che mi manchi... 
...quando ti dirò che ti amo ancora 
e che mi manchi... 

Mi manchi 
come tela ad un pittore 
come adesso le parole 
come a me manca il tuo amore
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